Supera, fra le catene finanziariamente più solide in Spagna, con possibile futuro ingresso in Italia, chiude le piscine di dieci suoi club, uno dei quali potrebbe restare chiuso definitivamente
Più di qualche operatore nazionale ha chiuso provvisoriamente le sue piscine a causa dei costi smisurati dell’energia. Un rappresentante dei vertici di AGISI, che è parte del Coordinamento Gestori di Impianti Natatori, ci confidava una forte preoccupazione per il futuro di tanti impianti.

Dalla Spagna, che conta su realtà emergenti e finanziariamente molto solide, arrivano segnali dello stesso tenore. La Spagna, come la Germania e l’Italia, soffre di un sistema energetico debole con forte dipendenza da importazioni. Il gruppo in questione è Supera, che da tempo sta considerando il suo ingresso nel nostro Paese. Il gruppo spagnolo, a causa dell’insostenibile costo dell’energia, ha chiuso a tempo indeterminato il club Rías do Sur, a Pontevedra. Diciotto giorni fa aveva chiuso le vasche di dieci dei suoi club. È la prima delle grandi catene spagnole ad optare per l’interruzione del servizio delle piscine. Gli aumenti dei costi energetici in terra spagnola parlano di +300% rispetto al 2021 e +1000% rispetto al 2019.

Supera è un vero protagonista del settore e vanta quasi trent’anni di operatività in costante crescita e oltre 200.000 abbonati. Sono 46 i centri Supera in Spagna (altri sono in Portogallo), con oltre mille dipendenti. Il fatturato 2021 è stato di 27 milioni di euro, pari a – 19,1% rispetto al 2020.
L’auspicio è che questa sia una strategia di taglio dei costi di Supera e che tale politica non sia un percorso obbligato per tutti. La Spagna così come l’Italia sono paesi che hanno programmato male la propria politica energetica. Dopo due anni di pandemia, oggi paghiamo più di altri i rincari e le conseguenze economiche della guerra assurda e anacronistica in Ucraina.

Fonte parziale Palco 23