Lo diciamo da tempo e riteniamo che da parte degli operatori la questione acqua disponibile sia sottovalutata, come dimostrano le modeste attenzioni al problema e le prime limitazioni imposte alle piscine toscane
Non è il primo provvedimento che conferma come le piscine possano essere limitate nell’approvvigionamento di acqua, ma in pratica è una riconferma che, se la crisi idrica si protrarrà, settori come quello della piscina potrebbero subire limitazioni esiziali per le attività normalmente svolte nelle vasche. Magari l’acqua in fase iniziale sarà disponibile, ma per rendere fruibili le piscine nei mesi caldi basterà? E se basterà la prima fornitura per il riempimento delle piscine estive, quanto si useranno prodotti chimici, che non fanno certo il paio con la salute e benessere dei fruitori, per l’impossibilità di ricambio di acqua?

Ora correre ai ripari è impossibile: c’è da sperare che la situazione si riveli accettabile e che l’acqua non scarseggi come attualmente si paventa (ma lo si sapeva già dall’estate scorsa, senza che politica, istituzioni ed operatori abbiano mosso un dito nel periodo autunnale-invernale, salvo ridestarsi un paio di mesi fa…)

La segnalazione, con un post di Marco Barbazza (Azzurra LightBlue), merita una riflessione e lo studio di soluzioni che però, ora, potrebbero essere palliative.
“Il recente divieto di riempimento e reintegro delle piscine pubbliche in Toscana sta generando timori e confusione, ma voglio approfondire le notizie della stampa...
In qualsiasi caso, un piano di gestione minuzioso e degli impianti dalle caratteristiche tecniche avanzate diventano ora strumenti ancora più fondamentali per la GestioneSostenibile dell’acqua in piscina e non solo.”