In Italia (e in altri paesi) sottovalutiamo un grande problema, non solo per la salute dei cittadini, ma soprattutto per i costi sanitari che il sistema, da tempo, non riesce più a reggere
ANIF non è solo un riferimento associativo ed istituzionale per le società e i centri sportivi, ma è anche una guida nelle tematiche fondamentali relative alla crescita del nostro settore e alla diffusione di una cultura del movimento di cui possa godere ampiamente il nostro Paese.

Molto interessanti la segnalazione e il commento fatti un paio di giorni fa da ANIF su un approfondimento di The Lancet Global Health, richiamandosi alle raccomandazioni dell’OMS sull’inattività e ai rischi di pesanti conseguenze se non invertiremo la rotta rispetto alle inosservanze in materia di sedentarietà da contrastare.
Questo quanto riporta il sito di ANIF (anifeurowellness.it) con il link finale che richiama l’articolo di The Lancet Global Health :

I COSTI DELL’INATTIVITA’ FISICA
Il 5 dicembre, The Lancet ha pubblicato un nuovo articolo in collaborazione con l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) sui costi dell’inattività fisica, in seguito alla recente pubblicazione del primo rapporto sullo stato globale dell’attività fisica (consulta il report qui).
In questo contesto, per inattività fisica si intende il mancato rispetto delle raccomandazioni dell’OMS.
Durante il webinar, Zoe Mullan, caporedattore di The Lancet Global Health, ha spiegato che questo articolo illustra in dettaglio lo stato attuale dei costi dell’inattività fisica sui sistemi sanitari, sottolineando come sia una delle principali cause di mortalità a livello mondiale, essendo un importante fattore di rischio per molte malattie non trasmissibili.
Ruediger Krech, Direttore del Dipartimento di Promozione della Salute dell’OMS, ha sottolineato l’importanza di sviluppare una guida su come migliorare le campagne di promozione dell’attività fisica valutando l’impatto dei costi dell’inattività sull’economia, sui sistemi sanitari, sulla sostenibilità e l’inclusione di ogni Paese.

La dottoressa Fiona Bull, responsabile dell’Unità Attività Fisica dell’OMS, ha dichiarato che c’è ancora molto da fare, ma che siamo sulla strada giusta: esiste una solida base scientifica per promuovere meglio l’attività fisica, anche se i progressi sono lenti e disomogenei.
Infine, la Dott.ssa Andreia Santos, che ha lavorato al Rapporto sullo stato globale, ha spiegato che attualmente c’è un prezzo altissimo da pagare se non agiamo velocemente: si stima che entro il 2030 ci saranno circa 500 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili e di problemi di salute mentale, che costeranno circa 27 miliardi di dollari all’anno a livello globale.
L’obiettivo di questo documento è stato quello di fornire una stima globale del costo diretto sui sistemi sanitari delle diagnosi e del trattamento delle malattie dovute all’inattività fisica per rafforzare maggiormente la necessità di agire.
Fonte:
The cost of inaction on physical inactivity to public health-care systems: a population-attributable fraction analysis: https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(22)00464-8/fulltext
