Dal Centro Studi di Confindustria le indicazioni per l’ultimo trimestre sono meno confortanti, anche se in chiusura d’anno in parte era prevedibile, complici i costi energetici crescenti
Per chi opera come impresa, azienda della filiera o palestra/piscina che sia, tenere monitorata la situazione congiunturale è fondamentale per impostare e correggere la propria strategia. Quanto riporta Assosport Weekly conferma una serie di previsioni su cui pesa molto il rialzo dei tassi che comportano aggravi sui finanziamenti: per aziende che escono già malconce dai mesi del lockdown prolungato, significa elevare la parte debitoria verso le banche, con una conseguente riduzione degli investimenti sacrificati alla necessità di fare fronte, con ridotte risorse, all’operatività minima di equilibrio.

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Il perdurare dell’alta inflazione (11,8%) sommato al rialzo dei tassi (da 1,74 a 2, 59% per PMI cui si aggiunge il rialzo dello 0,5% deciso ieri dalla Bce: il tonfo immediato della borsa è significativo…) e dei costi energetici si traduce in una riduzione dei consumi, con inevitabile freno alla ripresa economica, che aveva goduto di una buona spinta derivante dal netto rilancio del turismo e dalla tenuta del manufatturiero.
Dati che valgono anche per il comparto sportivo dei servizi, dove i centri sportivi sono in prima linea, tutto sommato penalizzati meno di altri comparti perché per la salute, oggi più di ieri, la popolazione ha compreso quale sia l’importanza dell’attività motoria.

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Un flash dalla Spagna segnala che il settore sportivo iberico è in crescita di oltre il 5% anche grazie alla realizzazione di nuovi impianti sportivi che incide sull’incremento generale per il 37%; il settore costruzioni in Italia ha invece molto rallentato nell’ultimo trimestre e, in ambito strutture sportive, non possiamo godere certo della crescita che registra la Spagna. Ma, nonostante tutto, palestre e piscine lentamente stanno avvicinando i valori pre covid.
Da Assosport Weekly

CARO ENERGIA PERSISTENTE, INFLAZIONE RECORD E RIALZO DEI TASSI FRENANO L’ECONOMIA A FINE 2022
Si conferma la caduta a fine anno? Fino al 3° trimestre l’economia italiana ha resistito al caro-energia oltre le aspettative: in aggregato, il PIL è cresciuto (+3,9% “acquisito” per il 2022, +0,5% in estate). Il turismo in espansione è stato il principale driver. L’industria ha continuato a reggere in termini di produzione, a fronte di costi altissimi, con ampia eterogeneità tra settori, ma la situazione tesa sui margini non giova agli investimenti.

Un aiuto viene dalla (limitata) flessione dei prezzi delle commodity non energetiche e dagli interventi del Governo per compensare (in parte) i rincari energetici. Le costruzioni hanno frenato. I fallimenti totali sono aumentati di poco. Ma nel 4° trimestre si rischia un calo: gli indicatori qualitativi sono nel complesso negativi; il prezzo del gas resta alto, da troppi mesi; l’inflazione che ne deriva (+11,8% annuo) erode reddito e risparmio delle famiglie e avrà un impatto negativo sui consumi; il rialzo dei tassi si sta accentuando, un’altra zavorra sui costi delle imprese.
