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Confindustria e valutazioni sulla situazione economica, mentre la domanda di sport cresce

Cala il costo del gas, ma l'inflazione resta un'insidia per l'industria ed anche per i centri sportivi

Il calo del costo del gas incoraggia, ma restano le incertezze determinate da inflazione, tassi che salgono ed energia comunque cara, aspetti che però non minano il processo di ripresa di palestre e piscine

Gli operatori del comparto sportivo, come emerge dai recenti confronti di Pool&Fitness Contact ma anche dal sondaggio avviato da Wbox, ostentano crescente ottimismo alla luce di numeri che, per molti, migliorano quelli del 2019. Anzi, in diverse situazioni si registra un avvicinamento a palestre e piscine di chi fino a qualche tempo fa non avrebbe mai considerato questa opzione: un segnale che la sedentarietà si può combattere con proposte nuove ed attrattive per chi non è un abitudinario dell’attività fisica.

Al di là dell’alta inflazione e dell’energia che costa ancora troppo, il ritorno in palestre e piscine sta procedendo bene ph Andrea Piacquadio by Pexels

Il quadro economico generale, tuttavia, come riporta Assosport/Confindustria, induce a prudenza e a scrutare con attenzione un orizzonte dove investire oggi è più difficile, anche per i tassi che sono in costante aumento, mentre l’inflazione frena una ripresa decisa, perché penalizza i consumi e il potere d’acquisto della popolazione. Le valutazioni di Confindustria riportate su Assosport Weekly

CONFINDUSTRIA: L’ECONOMIA ITALIANA TRA RIALZO DEI TASSI E INFLAZIONE ALTA

Il netto calo del prezzo del gas in Europa da fine 2022 è una notizia estremamente positiva per la nostra economia e per tutte quelle europee. Se l’inflazione scendesse istantaneamente, grazie a tale ribasso, lo scenario economico potrebbe considerarsi normalizzato. Ma nell’economia esistono talvolta dei lag nelle relazioni di causa ed effetto tra le diverse variabili.

Quadro economico del primo trimestre, fra luci ed ombre, ma comunque non così negativo ph Anna Tarazevich by Pexels

Uno dei ritardi principali, sebbene mutevole nella sua lunghezza per la continua evoluzione dei sistemi economici, è proprio quello relativo alla trasmissione delle variazioni nei prezzi internazionali dell’energia ai prezzi al consumo. Il gas sceso a circa 50 euro/mwh, dagli oltre 330 del picco giornaliero nel 2022, ha certamente agevolato la discesa dell’inflazione. Ma siamo solo all’inizio della moderazione dei prezzi al consumo, sia in Italia che nell’Eurozona, e il processo richiederà tempo.

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Scritto da redazione