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CRISI O RIPARTENZA?

di Rossana Prola prola@professioneacqua.it

Il momento storico che stiamo vivendo ha molte sfaccettature: il sollievo per un pericolo che sembra allontanarsi, la preoccupazione che torni; l’entusiasmo per la crescita economica per alcuni settori, la difficoltà del reperimento delle materie prime; la speranza che gli utenti tornino nelle piscine pubbliche, la difficoltà nel mantenere le condizioni di sicurezza.

Luci ed ombre

In qualunque situazione ci si trovi, entusiasmante o difficile che sia, la cosa importante è mantenere sempre una visione allargata, tenere d’occhio l’insieme e non fare l’errore di pensare che il mondo si riduca al proprio cortile. Perché se c’è qualcosa che la Pandemia ci ha insegnato è che le cose cambiano, e molto velocemente, al punto da non essere in grado di mettere in atto nessuna correzione, perché non ce n’è il tempo. Quando hai una piscina pubblica che funziona alla grande, con tanti utenti e tanta soddisfazione, e te la chiudono da oggi a domani, cosa puoi fare? Niente. Assolutamente niente.

E’ pensabile che quanto è successo non avrà ripercussioni sulla economia del nostro settore? No, non è pensabile. Gli atteggiamenti degli imprenditori e dei loro clienti cambieranno in modo inevitabile. La programmazione a lungo termine dovrà necessariamente prevedere anche un piano di emergenza, gli investimenti senza “paracadute” economico verranno abbandonati, gli acquisti massicci in anticipo saranno più rari (a parte le situazioni nelle quali c’è la necessità di accaparrarsi materiale che scarseggia, ovviamente) e, in particolare, tutto ciò che potrebbe avere una ripercussione positiva sull’azienda a lungo termine verrà abbandonato. Anche molte imprese verranno abbandonate, come ci insegna ciò che sta accadendo nel mondo della gestione delle piscine pubbliche.

Momenti come questi sono ideali per cambiare

Se si cambia quando tutto è tranquillo si percepisce il cambiamento come squilibrio di una situazione positiva. Cambiare quando tutto è incerto, quando sono successe cose impensabili come in questo periodo, nulla appare strano e, anzi, se il cambiamento può portare vantaggi, questo viene accolto positivamente o comunque viene giustificato dalla situazione contingente.

Come ho avuto occasione di scrivere in molti articoli, la situazione del nostro mercato presenta diverse sfaccettature. Dalla crisi profonda della gestione delle piscine pubbliche al grande risultato positivo della vendita delle piscine ad uso privato, si trovano molte situazioni intermedie, più complesse da definire. In qualunque caso, potrebbe essere utile apportare cambiamenti che rendano più sicura la propria azienda.

Una cosa che tutti abbiamo imparato è che la solidità economica assume un ruolo centrale. Per avere solidità economica è importante soprattutto selezionare i propri clienti. Se parliamo del settore della vendita dei componenti per piscina, in questo periodo di domanda del mercato superiore alla offerta sono apparsi molti soggetti che di solido hanno ben poco… E’ difficile pensare che questi nuovi clienti possano sparire quando il mercato tornerà a dimensioni normali, ed il rischio di insolvenza crescerà. Per far salire il livello della preparazione, sia tecnica che manageriale, dei costruttori di piscina, ben venga l’iniziativa di Acquanet Associazione Piscine, che ha varato l’inizio di un percorso formativo volto a generare una sorta di “certificazione” del costruttore di piscine. Personalmente, mi auguro che altre associazioni si uniscano al progetto, per renderlo più forte.

Per quanto riguarda i gestori di piscine pubbliche, credo da tempo che la soluzione sia quella di diventare veri imprenditori e abbandonare definitivamente l’idea che lo scopo di lucro nell’oggetto sociale sia un male. Lo scopo di lucro è l’essenza vera di qualunque imprenditore e deve essere (come di fatto è) la linea guida di tutta l’attività. Per l’imprenditore onesto, lavorare bene è un mezzo per raggiungere solidità economica. Per i disonesti lavorare bene è solo un intralcio al raggiungimento di un guadagno, ma di questa eventualità non voglio nemmeno parlare. Per i gestori di piscine pubbliche, quindi diventare veri imprenditori significa uscire dal mondo sportivo come è inteso, purtroppo, oggi: una sorta di “vogliamoci bene” fatto solo di volontariato e dopolavoro, che va benissimo per le piccolissime associazioni sportive, ma non può certo essere l’ambito di azione di chi gestisce fatturati di milioni di euro.

Tempi che necessitano cambiamenti, quindi. Si concretizzeranno? Difficile dirlo. L’inerzia delle coscienze è la caratteristica principale che rallenta le modifiche. L’abitudine e la paura sono gli ostacoli principali da superare e certo non sono ostacoli da poco. Ma come diceva Winston Churchill, che non è certo vissuto in un periodo facile, “Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”.

Art tratto da Happy Aquatics Construction – nr 06 stampato il 24/10/21

Scritto da redazione