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Criticità: chi non vuole capire

Piscine e palestre fra crisi idrica e le fiere di 3-4 giorni da boicottare ph Manuela Cerri - Itaca Water

Fra riforma, inflazione e bollette ancora troppo care, perdiamo di vista la crisi idrica, insidia per le piscine e per tutto lo sport, mentre fiere ed eventi eludono i cambiamenti in atto, proponendo modelli e tariffe non più accettabili, spingendo aziende e visitatori a disertarli

Questo articolo è stato pubblicato su HA Pool Construction di giugno, speciale estate

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Il settore sportivo è assorbitissimo dalla riforma e da quello che comporterà, trascurando aspetti che potrebbero essere ben più preoccupanti. Chi ha una piscina, domestica o alberghiera, pubblica o di un centro fitness o ricreativa, non coglie che l’insidia più grande è un’altra. Se ne parla poco e le abbondanti piogge degli ultimi mesi, purtroppo devastanti e causa di lutti, non hanno azzerato il problema, anzi lo confermano. La crisi climatica, infatti, alterna piogge eccessive a lunghi periodi di siccità. La vera crisi che deve preoccupare – molto – chi ha una piscina è la scarsità d’acqua.

Immagine suggestiva di piscina nel deserto del Sahara: non abbiamo fonti da cui attingere acqua, con il rischio che in futuro il quadro sia meno suggestiva, con il prevalere di un deserto generale ph Al Faya Lodge & Spa by The Wellness

L’emergenza idrica non è certo stata risolta da un disegno statale preventivo e programmato. State sicuri che gli invasi per raccogliere la copiosa acqua piovana o gli interventi sul sistema idrico nazionale colabrodo sono fermi a proclami e promesse di politica e istituzioni: di concreto, dopo anni di alert, non si è fatto nulla. E se l’acqua verrà negata alle piscine, privando il settore della risorsa insostituibile, le nostre vasche resteranno vuote, con perdita di lavoro per le imprese, per chi gestisce impianti, per chi porta a casa il suo salario. Non è affatto un problema secondario e noi per primi dovremmo agire e tutelarci.

Dopo tre anni disastrosi per il comparto, la vera crisi che deve preoccupare chi ha una piscina o chi vi lavora è quella idrica, problema sottovalutato

Veniamo da tre anni disastrosi per le piscine – pubbliche – e mentre si ricomincia a prendere fiato, forse si preferisce non occuparsi del problema idrico. Le casse ancora languono, le imprese stanno rimettendosi a fatica in carreggiata, le società di gestione recuperano numeri importanti, ma sulle spalle molti hanno debiti per i prossimi 10 anni. Questi, però, hanno compreso che solo cambiando avranno un domani. Chi proprio non capisce che, se non si cambia, il futuro verrà loro negato da chi si sta riprendendo, sono fiere, congressi ed eventi: indifferenti alle difficoltà di ieri e di oggi aumentano a dismisura i prezzi, in buona compagnia di allestitori, hotel, ristoranti, trasporti, senza alcun cenno al cambiamento.

Le fiere di tre-quattro giorni servono a fare cassa per chi le organizza, ignorando i nuovi bisogni di espositori e visitatori

Le fiere di tre-quattro giorni, che servono a fare cassa a chi le organizza, spesso mescolando professionale con consumer, sono una presa in giro per espositori e visitatori. Un goffo tentativo di ingessare il passato, perdente e per nulla funzionale ai nuovi bisogni dei clienti, ovvero gli operatori.

Le piscine si stanno riprendendo: preveniamo il grave problema della crisi idrica e premiamo gli appuntamenti espositivi e congressuali ideali per durata e costi-benefici ph Terme Riviera Lignano – Massimo Aga Rossi

I modelli che funzionano ci sono e vanno seguiti da tutti, lasciando ai “tradizionalisti” il primato di durata e di costi, in pratica la loro tomba. Il felice equilibrio fra contenuto, expo, costi e ritorni lo esprimono Il Convegno di Autunno, ForumClub, Elevate a Londra, Move City Sport, Pool&Fitness Contact: in due giorni offrono il meglio, ottimizzando tempi e benefici di ognuno. Il resto è giusto che scompaia: chi non ascolta i propri clienti, ma pensa solo alla sua pancia da riempire, va lasciato al suo nefasto destino.

Scritto da Marco Tornatore