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Emergenza energetica: il possibile piano del nuovo governo

Le piscine sono energivore e, per non essere chiuse, privando la collettività di un servizio essenziale, richiedono urgentemente aiuti ph Bocconi Aquamore

Alcune anticipazioni su probabili interventi a sostegno di imprese e famiglie italiane: si parla di un ammontare di 24 miliardi di euro, sperando che parte di questi aiuti siano a beneficio delle energivore piscine, senza dimenticare palestre e altri centri sportivi

La diffusa preoccupazione degli operatori sportivi per i mesi freddi che ci attendono, non solo è comprensibile, ma ha un peso sociale che spesso sfugge a politica, istituzioni e buona parete della cittadinanza. La chiusura paventata di molte piscine e di diverse palestre avrebbe ripercussioni rilevanti sulla collettività e sulla salute degli italiani, senza perdere di vista le ricadute molto negative e vitali per chi lavora nel settore e per le imprese della filiera.

Se non fosse chiaro, la mancanza di sostegni ingenti significherebbe la chiusura definitiva per piscine, palestre, imprese e, di conseguenza, centinaia di migliaia di lavoratori senza un’occupazione e uno stipendio. Perché nel censimento della forza lavoro, la voce “sport” non viene considerata.

Forse dal 2023 questa considerazione di serie B per chi opera nel comparto sportivo scomparirà, visto il riconoscimento per legge del lavoratore sportivo, ma per ora questo è il limbo cui viene confinato il collaboratore.

Anche il prossimo governo dovrebbe intervenire con un decreto legge per mitigare gli effetti della crisi energetica e dell’inflazione ph Pok Rie by Pexels

Quindi, per evitare che la crisi energetica faccia precipitare il comparto piscine/palestre in una voragine senza via di fuga, i futuri provvedimenti governativi è bene che tengano altamente conto del nostro settore.

Le anticipazioni su possibili interventi sono ben sintetizzate dal portale ripartelitalia.it che il 4 ottobre ha pubblicato questo articolo

Lo spettro dell’Italia che si ferma ed entra in recessione agita i sonni dei vincitori del 25 settembre. Nell’immediato, specie se a livello Ue non si troverà la quadra sul tetto al prezzo del gas, il nuovo governo dovrà battere un colpo.

I consiglieri di Giorgia Meloni sanno che sarà difficile caricare il decreto Aiuti ter di altre misure. L’idea è quella di un nuovo decreto legge, il primo provvedimento del possibile governo Meloni.

Un decreto, scrive Repubblica, in assoluta continuità con gli ultimi tre dell’esecutivo Draghi.

Molte misure saranno sovrapponibili. E non potrebbe essere altrimenti, visto anche il clima di assoluta cooperazione in questo momento di transizione tra governo uscente ed entrante.

Meloni può contare su un budget che va da 10 a 25 miliardi. Dieci lasciati in eredità da Draghi, grazie al minor deficit ufficializzato dal ministro dell’economia Daniele Franco nella Nadef.

Altri 10 miliardi almeno dalle extra entrate tributarie degli ultimi quattro mesi dell’anno che stanno ancora tirando (soprattutto l’Iva per via dell’inflazione).

E 5 miliardi dagli incassi dalla tassa sugli extraprofitti (1 miliardo già avanzato dal decreto Aiuti bis, versato dalle imprese delle rinnovabili).

Almeno 4,7 miliardi serviranno per rinnovare il credito d’imposta per dicembre alle imprese energivore, già allargato da Draghi a bar, negozi e ristoranti.

Tre miliardi per un bis del bonus da 150 euro a 20 milioni di lavoratori e pensionati, compresi precari e autonomi, con redditi fino a 20 mila euro annui.

Due miliardi per lo sconto accise sui carburanti di 30,5 centesimi dal 17 ottobre fino a fine anno.

Il caro carburanti verrà contenuto proseguendo sulla scia dei provvedimenti già adottati dal governo Draghi ph Ekaterina Belinskaya by Pexels

E poi allo studio di FdI c’è la moratoria per famiglie e imprese sulle bollette non pagate: almeno sei mesi di non morosità e senza distacchi di luce e gas.

E l’ombrello della garanzia Sace da allargare alle piccole imprese di fornitori di energia che rischiano il crac se le aziende sono insolventi.

Si valuta poi l’ipotesi di alzare il tetto Isee per il bonus sociale in bolletta.

Se poi la situazione precipitasse, con un rincorrersi di aziende che chiudono, si dovrà inserire anche un nuovo ciclo di cassa integrazione senza ticket di accesso. Gratis come la Cig Covid.

Fonte: ripartelitalia.it

Scritto da redazione