La catena spagnola, che in Italia gestisce 18 impianti, chiude il 2022 con numeri in forte crescita: migliorano del 47,8% i ricavi del 2019
Forte del suo modello pubblico/privato, basato sul sistema delle concessioni, senza escludere acquisizioni di impianti privati (come accaduto con club Holmes Place), Forus è gruppo ben noto anche in Italia, avendo per buona parte rilevato il patrimonio impiantistico di Sport Management. Oggi è presente in Italia, Spagna e Portogallo e conta complessivamente 66 impianti, destinati ad aumentare nel 2023.

La società spagnola, capitanata da Ignacio Triana, ha chiuso il 2022 con una notevole crescita del fatturato, portandolo a 102 milioni di euro, risultato notevole se si considera che è del 47,8% più alto di quello raggiunto nel 2019.
Prima della pandemia il numero di centri Forus erano 39, quindi oggi ne ha aggiunti altri 27.
Oltre al numero crescente di impianti, molto significativo per Forus è anche nel numero di iscritti: superiore a 250.000 risultato frutto della politica tariffaria fedele alla strategia di “Family Club” per cui il nucleo famigliare paga mensilmente una media di 75 euro, un bell’incentivo ad iscriversi ad un club Forus.
Se in Italia il programma è di ulteriore crescita, nella madrepatria spagnola oggi conta 45 centri con la prospettiva di aprirne altri sei nel 2023.

Rispetto invece alle acquisizioni dei dieci club già Holmes Place, per rilanciarli Forus prevede per alcuni un piano di ristrutturazione i cui effetti si apprezzeranno da fine 2023 o nel 2024.
La vera forza di Forus è quella finanziaria, garantita dal capitale di JP Morgan AM e Ben Oldman, grazie ai quali il gruppo spagnolo può puntare decisamente ad un ulteriore crescita.
Insomma, Forus è sicuramente solida sul piano finanziario e conta su un modello di business che interpreta al meglio le attese della popolazione pronta a frequentare centri sportivi moderni a costo medio/basso.
