Continuiamo la trattazione delle tre norme sugli impianti di trattamento acqua delle piscine domestiche, la serie UNI EN 16713, con l’analisi della UNI EN 16713-2
Questo articolo è stato pubblicato su HA Pool Construction “speciale estate” di giugno 2023
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La seconda norma della serie EN 16713 riguarda il sitema di circolazione. Il titolo è infatti: Piscine private – Impianti di trattamento dell’acqua – Parte 2: Sistemi di circolazione – Requisiti e metodi di test.
Come già abbiamo visto con l’analisi della prima norma, quella riguardante I filtri, questa norma contiene aspetti molto importanti. Per questa ragione la trattatazione avverrà per singoli argomenti, poichè ognuno di essi contiene principi che vanno correttamente assimilati.

Anche per questa parte è importante sottolineare il fatto che i requisiti richiesti agli impianti delle piscine private sono più complessi rispetto a quelli richiesti alle piscine pubbliche e, ancora, noi non siamo del tutto preparati. In alcuni casi non lo siamo per niente, il che ci espone a rischi non trascurabili. Soprattutto, il fatto di non disporre sul mercato di prodotti rispondenti alle norme e di non poter quindi rilasciare correttamente la obbligatoria certificazione di conformità, mantiene il nostro settore in una sorta di limbo, nel quale si galleggia, senza la possibilità di costruirsi la credibilità necessaria a presentarsi come aziende che operano, di fatto, nel settore del lusso, dalle quali ci si aspetta livelli di efficienza e correttezza massimi. Il livello di ignoranza, nel senso letterale del termine, che invece ci caratterizza, non è in alcun modo giustificabile.
Detto questo, passiamo all’analisi della norma specifica.
Nello scopo viene affermato che la norma non si applica a:
- Piscine pubbliche trattate nella UNI EN 15288-1;
- Spa per uso pubblico o private;
- Piscine giocattolo trattate dale UNI EN 71-8;
- Pre filtrazione;
- Piscine naturali e ad aspetto naturale
Come si può notare, l’ultima riga delle esclusioni potrebbe essere d’aiuto ad alcuni produttori di piscine.

SISTEMI DI FILTRAZIONE
La norma non prevede un numero minimo di filtri e pompe, ma sostiene, al punto 4.1, che il numero dei dispositivi utilizzati deve essere progettato in modo da ottenere i massimi livelli di performance dall’unità di filtrazione (pompa e filtro).
Questo paragrafo protrebbe essere letto come una assenza di indicazioni per il dimensionamento del sistema di ricircolo, cioè del numero di dispositive di mandata e di ripresa dell’acqua o del diametro delle tubazioni, ma in realtà enuncia un principio importante: se la unità filtrante è in grado di erogare una portata definita, questa portata deve poter defluire nella piscina. Un numero di bocchette o skimmers insufficienti a far defluire la portata della unità filtrante non è ammessa dalla norma.
La norma non prevede un numero minimo di filtri e pompe, ma sostiene che il numero dei dispositivi utilizzati deve essere progettato in modo da ottenere i massimi livelli di performance dall’unità di filtrazione
È solo il primo dei numerosi esempi della rivoluzione culturale che questa norma rappresenta. Non si enunciano modalità precise di operatività, ma si enunciano principi. Sta ai progettisti e ai costruttori metterli in pratica.
Al successivo punto 4.2 si tratta della portata nominale del sistema di filtrazione. La si definisce come rapporto tra il volume da trattare, compreso quello della eventuale vasca di compenso, ed il tempo di ricircolo, e la si esprime in m3/h.
Il limite massimo è una soglia che non è consentito superare, non è indice di qualità!
Si stabilisce il principio che la portata deve essere progettata in funzione della dimensione della piscina, della forma, della location. Il sistema di distribuzione deve essere progettato in modo da annullare I punti senza circolazione interna alla vasca.

In questo punto si definisce il limite massimo di ricircolo, fissato in 8 ore.
Su questo punto sono necessarie alcune considerazioni. Questa norma è la prima che si occupa di impianti di trattamento acqua delle piscine private a livello europeo. La sua scrittura ha necessariamente dovuto tenere presente I punti di vista ed I mercati di Paesi molto diversi tra loro, come la Francia e la Germania, che hanno due visioni praticamente opposte. Il limite massimo di 8 ore ha quindi dovuto tenere conto di questo aspetto.
Costruire prodotti a norma non significa costruire prodotti eccellenti, ma prodotti sicuri.
In più, come in tutte le norme, il limite massimo è, appunto, un limite che non è consentito superare, non è indice di qualità! In una norma tecnica prescrittiva, come la “nostra” UNI 10637 o la norma DIN per I tedeschi, siamo abituati a limiti massimi molto vicini a quello che rappresenta la buona regola del costruire, e li adottiamo come limiti il cui rispetto è indice di una qualità sufficientemente buona. In questo caso, invece, questo limite rappresenta il confine da non superare, quello oltre al quale il sistema di filtrazione non può neppure considerarsi tale.
Costruire prodotti a norma non significa costruire prodotti eccellenti, ma prodotti sicuri. Se si intende progettare, vendere ed installare un sistema di filtrazione eccellente non si può certo osservare questo limite relativo al massimo tempo di ricircolo.
