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I piccoli attrezzi possono fare la differenza in acqua

stefanocandidoni@gmail.com

Il criterio ottimale per la scelta dei piccoli attrezzi per attività in verticale in acqua: oltre a parametri estetici e funzionali meritano attenzione forma e galleggiabilità che incidono sulla resistenza in acqua

L’APPROFONDIMENTO (TECNICO) DEL WEEKEND

Continuando nel nostro viaggio alla scoperta del mondo sulle caratteristiche specifiche che riguardano il movimento in acqua, anche in uno semplicissimo come quello delle “spinte in avanti”, vediamo cosa ci attende con questi due piccoli attrezzi: Aqquacombat Gloves ed Happy Flower.

Abbiamo a che fare con oggetti sia galleggianti che resistenti. Ad una prima analisi, evidentemente diversi per ciò che concerne la resistenza di forma in un movimento di spinte in avanti, ne dovremo valutare le caratteristiche di GALLEGGIABILITÀ che dalla semplice forma non emergono. Un facile test è quello di lasciarli salire dal pavimento verso la superficie dell’acqua. Facendolo su una vasca di 125 cm circa, scopriamo che l’Aqquacombat ci impiega 1,6 sec, l’Happy circa 2 sec, salendo con la parte convessa rivolta verso l’alto. Non è una differenza di poco conto su un tratto “di strada” così breve. Vediamo dopo qualche riflessione in merito.

Caratteristiche di GALLEGGIABILITÀ

Un semplice test è quello di lasciarli salire dal pavimento verso la superficie dell’acqua

Tornando poi alla RESISTENZA DI FORMA, il primo dei due attrezzi, l’Aqquacombat, sembra molto impattante ma in realtà non è così (foto 1). L’Happy Flower invece è decisamente più difficile da muovere tenendolo perpendicolare alla direzione di spinta, soprattutto se impugnato nella parte convessa (foto 2). Valuteremo queste due caratteristiche, sempre in modo abbastanza empirico, ma molto immediato, così da trovare i “perché” di cui si accennava, pronti a variare qualcosa con target diversi che si allenano in acqua.

Immagine 1

Ha una superficie sicuramente maggiore di qualsiasi mano e, se non fosse per l’acqua che, spingendo in avanti, passa attraverso i fori, sarebbe veramente difficile da muovere

Immagine 2

Cosa ci suggeriscono queste caratteristiche:

HAPPY FLOWER

  • Ha una superficie sicuramente maggiore di qualsiasi mano e se non fosse per l’acqua che, spingendo in avanti, passa attraverso i fori, sarebbe veramente difficile da muovere (riferimento a foto 2);
  • Si ottiene una contro spinta alla quale bisogna essere pronti, proporzionale a quanto forte lo vogliamo spingere in avanti. Se quindi, in questo caso, non si ha un ancoraggio sufficiente al pavimento, la risultante sarà uno spostamento del corpo verso dietro (se si prova in acqua alta se ne ha la riprova);
  • Significa pertanto che il movimento di tenuta al pavimento è molto importante per spingere bene l’attrezzo. Se facciamo questo esercizio in acqua medio-altina (130/140 cm), le persone non molto alte avranno un’estrema difficoltà a spingere rimanendo in una corretta posizione. Ricordo sempre che mentre si sta spingendo l’attrezzo tende a galleggiare, sommandosi alla spinta di galleggiamento che l’intero corpo subisce;
  • Aumentando la velocità, con meno controllo del movimento, la parte più alta dell’attrezzo tenderà a rompere la superficie dell’acqua creando tante turbolenze;
  • Nel movimento di spinta dell’Happy Flower possiamo ipotizzare qualche Kgf in più rispetto alla mano nuda. Infatti, nei test fatti, a parità circa di FC i cicli al minuto maggiori raggiunti sono molto inferiori. La sensazione è che, sempre cercando l’accelerazione nella prima parte della spinta, per la stessa ampiezza di movimento, l’esercizio sia decisamente faticoso e richiede più Forza Acquatica;
  • Mantenendo l’Happy Flower verticale pure nella fase di flessione delle braccia, anche in questa parte di esercizio avremo resistenza all’avanzamento, impegnando muscoli diversi che però contribuiscono al risultato finale in termini di richiesta di energia. Si dovrà quindi fare attenzione agli appoggi a pavimento, anche se in misura minore di quando si spinge.
Spinte delle braccia in avanti con Happy Flowers – Acqua 125 cm

Aumentando la velocità, con meno controllo del movimento, la parte più alta dell’attrezzo tenderà a rompere la superficie dell’acqua creando tante turbolenze

AQQUACOMBAT GLOVES

  • La superficie frontale dell’attrezzo, con linee arrotondate, e l’ampio foro per l’impugnatura dove può passare l’acqua in fase di spinta, lo rendono un elemento poco impattante e se ne ha la sensazione durante l’utilizzo (riferimento a foto 1);
  • La sua conformazione, che nella parte posteriore quasi si fonde con l’avambraccio, lo rende molto poco resistente anche nel movimento della flessione;
  • Per queste caratteristiche, unite alla facile impugnatura, si presta molto bene a tenere un ritmo di movimento con spinta molto accelerata e ritorno più rallentato, a parità del tempo del ciclo. Si presta anche ad essere utilizzato per un periodo di tempo più lungo senza fastidi alle mani;
  • Avendo una spinta di galleggiamento maggiore dell’Happy Flower, nel risultato finale dello sforzo dell’esercizio questo aspetto andrà ad influire, visto che, come già ricordato, mentre si effettuano i movimenti l’attrezzo tende al galleggiamento. Se non si ha l’attenzione nella fase di spinta, infatti, ci si ritroverà a muoverlo più verso la superficie, creando molta turbolenza che pregiudica l’intensità per la ripetizione successiva (acqua più mossa e meno efficacia di spinta);
  • Anche in questo caso, su acqua medio-altina (130/140 cm), le persone non molto alte avranno difficoltà a spingere rimanendo in una corretta posizione sott’acqua.
Spinte delle braccia in avanti con Aqquacombat Gloves – Acqua 125 cm

La superficie frontale dell’attrezzo, con linee arrotondate, e l’ampio foro per l’impugnatura dove può passare l’acqua in fase di spinta, lo rendono un attrezzo poco

Scritto da Stefano Candidoni