La parte conclusiva delle considerazioni sulla crisi che colpisce il nostro settore vituperato e danneggiato da negligenze politico-istituzionali, quando sarebbe auspicabile che autorità, enti locali e governanti intervenissero per risolvere i nostri problemi, non per peggiorarli
Riprendiamo e chiudiamo l’approfondimento avviato una settimana fa con i primi due articoli sulla recessione incombente e sulle possibili soluzioni alimentate autonomamente dal settore. Oggi chiudiamo con alcune riflessioni su chi avrebbe dovuto aiutarci e potrebbe essere decisivo a garantire sostegni di sostanza. Ma che ci ignora sistematicamente con un crescendo di difficoltà non più sostenibili per troppi operatori del nostro settore.

Cosa attendersi dalle autorità. Un percorso minato…viste le ottusità, l’ignoranza e le inadeguatezze della politica o, meglio, di questa generazione di politici. Con complicità pesanti delle burocratiche istituzioni nazionali e locali.
Un miliardo di euro per tutti gli impianti sportivi, come sottolinea Malagò, vale lo 0,4% dei 209 miliardi del PNNR

Appellarsi a governo e parlamento per garantire soluzioni a lungo termine (già non bastano le pochissime erogate per le emergenze attuali) è autolesionistico. Abbiamo capito che non ci arrivano o fingono di non vedere in che condizione versa e hanno condannato il comparto sportivo. Si diceva del PNRR che, tronfi, i politichetti attuali hanno salutato come un risultato sensazionale per lo sport. Un miliardo di euro per tutti gli impianti sportivi, come sottolinea Malagò, vale lo 0,4% dei 209 miliardi del PNNR. Sono sempre briciole che nulla risolvono perché di miliardi di euro ne servirebbero dieci volte tanti. Urge una revisione di questa assegnazione che deve essere portata a 5-6 miliardi almeno. O ci dimentichiamo che la vicina Francia, per il solo 2021, ne ha stanziati 8 di miliardi e nel 2022 replicherà tale sostegno? Giusto per capire gli ordini di grandezza e di considerazione dello sport in due Paesi che vantano il PIL fra i più ingenti al mondo.

Politica e l’ “ente benemerito” ICS sapranno andare oltre gli strombazzati slogan capendo che allo sport serve ben altro?
Così come è ora di finirla con soluzioni equivoche che riserva l’ICS. Società sportive e di gestione indebitate e in grave difficoltà cui la banca pubblica dello sport offre “opportunità(!)” ottime solo per chi non ha difficoltà finanziarie. Ovvero il 3% delle società sportive che gestiscono impianti. Per un finanziamento o un mutuo vengono chieste garanzie personali al legale rappresentante che così mette a rischio i propri averi. Per di più viene puntualmente richiesto almeno il 20% del capitale finanziato, che, per chi non ha denari, è una vera presa in giro. Bell’aiuto. Meglio andare dalla propria banca ed evitare le complessità economico-burocratiche del carrozzone ICS. O politica e questo “ente benemerito” sapranno andare oltre gli strombazzati slogan capendo che allo sport serve ben altro?
Per alcuni comuni che hanno allungato le concessioni o escluso canoni o aiutato le società del territorio, molte altre amministrazioni locali hanno ignorato le richieste di aiuto. Purtroppo sono la maggioranza
Enti locali e comuni in genere sono proprietari di impianti sportivi, progettati male, realizzati peggio e assegnati, con appalti discutibili, a società sportive e di gestione private. Per alcuni comuni che hanno allungato le concessioni o escluso canoni o aiutato le società del territorio, molte altre AL hanno ignorato le richieste di aiuto. Purtroppo la maggioranza. Forse alcuni gestori meritano di essere messi alla porta, ma sono tantissimi che invece andrebbero sostenuti ed aiutati. Anche qui, pur garantendo l’autonomia degli enti locali, serve un provvedimento nazionale che tuteli il soggetto privato danneggiato da questa crisi senza fine.

L’unica maniera perché i soggetti pubblici si destino dall’indifferenza sono manifestazioni risolute, come la serrata delle piscine di qualche mese fa. Ovvero azioni composte, ma d’effetto che abbiano impatto mediatico, tanto temuto o di cui si nutrono politica ed istituzioni. Tutto quanto si limiti a dialoghi, parole e comportamenti garbati, non tocca l’insensibilità dei governanti. Pensiamoci. Ci pensino le Sigle che disordinatamente rappresentano il settore, magari rafforzando ancor più quella traccia di compattezza degli ultimi tempi.
L’unica maniera perché i soggetti pubblici si destino dall’indifferenza sono manifestazioni risolute, come la serrata delle piscine di qualche mese fa

Alle porte ci sono le elezioni amministrative. Cominciamo a dare delle spallate ai politici locali che non ascoltano o a farsi garantire soluzioni dal sindaco eleggendo. Poi penseremo ai politici nazionali, ricordandoci chi fra i candidati delle prossime politiche si è battuto per noi e chi ci ha danneggiati o ignorati.
La politica: con le amministrative alle porte diamo delle spallate a chi non ci ascolta, pensando presto come mandare a casa la pletora di incapaci che occupano gli scranni parlamentari
Sarà semplice, perché i primi sono una decina. Tutti gli altri sono la pletora di incompetenti, alla ricerca smodata di consenso, di poltroncine comode e vantaggiose, nonostante le alte incompetenze ed gli errori di cui si macchiano ogni giorno. Sono quelli che ci hanno affondati e stanno danneggiando il Paese. La soluzione è chiara: mandiamoli a casa.
