Nonostante il lavoro di sensibilizzazione di Ihrsa che guida un settore coeso, non c’è stata attenzione per il Gyms Act proposto, lasciando l’industria del fitness americana alle sue difficoltà
In Italia ci lamentiamo delle poche attenzioni riservate al comparto fitness-sport da parte della politica. Ma anche negli USA, dove il fitness può vantare numeri economici impressionanti e può agire come lobby, pesano le trascuratezze istituzionali.

Da mesi Ihrsa, affiancata dalla National Heatlh and Fitness Alliance ed altri gruppi, ha cercato di fare pressioni per i sostegni all’industria del fitness. In particolare, aveva spinto per l’approvazione del Gyms Act. Pur godendo di un appoggio bipartisan, il Congresso non ha accolto le istanze della rappresentanza del fitness, disconoscendo per ora gli aiuti federali.
A differenza però di quanto accade in Italia, l’industria del fitness statunitense si è compattata per dare sostanza ad azioni di lobbying. Una solida unione fra operatori, coordinata da Ihrsa, vera associazione di categoria, e rafforzatasi nell’ultimo biennio. Coesione di cui il settore stesso è orgoglioso, nonostante il Congresso non abbia recepito le istanze espresse.

Ma nel solco di questi sforzi, Ihrsa e le altre parti rappresentative proseguiranno nell’azione per ottenere quanto necessario. L’opportunità potrebbe venire dalla legge PHIT, anche se è ormai certo che fino a settembre, nessun sostegno sarà sperabile per il fitness. Sulla situazione che ha sfavorito il fitness americano pesano le elezioni di medio termine cui guardano con interesse i membri del Congresso. È comunque una partita aperta e Ihrsa proseguirà nella sua azione volta a tutelare il settore.
Fonte parziale: Pamela Kufhal da clubindustry.com
