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IL FITNESS HA IL FIATO CORTO, MA PREVALE OTTIMISMO NEL MEDIO PERIODO; MEGLIO LE PISCINE ITALIANE, SU CUI PESA PERÒ IL RINCARO DI GAS E ENERGIA

di Marco Tornatore, redazione@euroaquatic.it


Il fitness italiano ha sofferto e sta soffrendo parecchio a causa delle crisi pandemica. La misura di un danno rilevante la dà la Spagna, i cui club sono rimasti aperti molto più di quelli italiani. E, nonostante le chiusure meno contratte, Palco 23 segnala che nel 2020 la media dei ricavi ha riportato un pesantissimo – 59%: 474mila euro contro 1,15 milioni di euro del 2019 dati Management Around Sports. Pure i soci dei club hanno subito un pesante calo passando da una media mensile di 2.718 soci a 1.700 (-37,5%) dato negativo ma non certo come i club italiani su numeri assai più bassi a causa delle chiusure troppo protratte. I dati negativi spagnoli non scoraggiano e prevale un certo ottimismo, frenato però dalla preoccupazione degli aumenti dei costi, su tutti elettricità e gas.

Problema che riguarda anche le palestre e i centri sportivi nazionali e che si somma, per i fitness club, ad un rallentamento delle iscrizioni e rinnovi nel mese di novembre, che disattende le attese alimentate da discreti trend a settembre ed ottobre.

Una sofferenza che non registrano le piscine, le quali però rischiano parecchio per gli aumenti di gas ed energia, visti i rilevanti consumi di impianti dalle dimensioni notevoli. Anche la recrudescenza del covid condiziona parecchio le iscrizioni ma anche in questo caso più per le palestre che per le piscine. Insomma, la crisi penalizza ancora il nostro settore e, dando per certo che il contenimento del Covid-19 con i vaccini ridurrà l’impatto del 2020, ci vorrà almeno un semestre per tornare a valori pre covid.

ph STA

Scritto da redazione

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