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IL MONDO ISTRUTTORI ALL’EPOCA COVID

di Stefano Candidoni, stefanocandidoni@gmail.com

In attesa della definizione di un quadro preciso sul ruolo delle attività sportive amatoriali e dei tecnici dedicati, EAA ha intervistato coloro che negli ultimi due anni hanno partecipato a corsi di formazione al fine di fotografare un momento non certo semplice.

Al termine di una stagione, 2020/2021, che ha rivoluzionato tanti aspetti della formazione tecnica, abbiamo voluto riflettere su quanto fatto, sul futuro, e la migliore strada per farlo è stata quella di rendere protagonisti gli operatori degli impianti natatori, coloro che, in mezzo ad enormi difficoltà, hanno cercato di rimanere legati a questo mondo nei lunghi mesi condizionati dalla pandemia.

Ben oltre 100 persone hanno aderito all’invito di rispondere a poche domande, in forma del tutto anonima, dandoci modo di conoscere meglio la realtà che si è venuta a delineare in epoca Covid.

Anche i più qualificati trainer del settore piscina stanno riaggiornandosi per affrontare le nuove sfide che attendono istruttori e professionisti

Primo dato decisamente da rimarcare è quello dell’età di coloro che hanno risposto: il 47,7% ha più di 45 anni ed un altro 30,8% è in una fascia tra 36 e 45. Leggiamo questo dato come un segnale della maturità del settore tecnico, di tante persone che stanno investendo nel mondo dell’attività fisica in acqua, non legata al nuoto classico.

Un segno distintivo che sembra continuare nella sua costanza è quello di genere: 8 persone su 10, tra coloro che hanno risposto, sono donne.

L’84,1% ha dichiarato di essere ancora operativo all’interno degli impianti natatori, magari con altre mansioni, a significare, per contro, che una buona fetta di tecnici ha abbandonato (quasi il 17%), speriamo in modo temporaneo, il mondo acqua.

La stragrande maggioranza delle risposte è arrivata da coloro che svolgono solo la mansione di istruttore, sicuramente tra i soggetti più vulnerabili in un contesto dove sono iniziate a mancare tante certezze, dove da febbraio 2020 gli impianti sono stati costretti a chiudere due volte per tanti mesi e affrontare altrettante traballanti riaperture.

Il 47,7% ha, nonostante tutto, seguito corsi di formazione nella stagione 2020/2021. Un dato apparentemente positivo, che però ha il suo contraltare nell’oltre 52% che si è fermato. È stato facile per molte figure di spicco del settore affermare che il fermo delle attività poteva essere valutato come un’opportunità per dare più spazio alla propria crescita personale; la realtà dei fatti ci dice che per una persona su due non è stato possibile o non c’è stato quello slancio positivo alla formazione per compensare il pessimismo, a volte sfociato in rassegnazione, che ha aleggiato per tanti mesi.

Aggiornarsi per mantenere alti gli standard professionali sarà più semplice online e oggi conta più di ieri

Tra coloro che hanno scelto di cogliere l’opportunità formativa, il 95% lo ha fatto online, diciamo anche in modo obbligato. Il 28% ha apprezzato al massimo questa nuova, per tanti aspetti, procedura di corsi e un altro 67% ha comunque dato un giudizio positivo sull’offerta di formazione a distanza.

Una persona su due continua a credere nella bontà dei corsi in presenza, magari contestualizzata ad alcune tipologie di formazione difficilmente adattabili al mondo online. Un plebiscito (quasi il 91% degli in- tervistati) afferma che c’è necessità di approfondimenti sulle caratteristiche degli attrezzi da utilizzare in acqua.

L’84,1% HA DICHIARATO DI ESSERE ANCORA OPERATIVO ALL’INTERNO DEGLI IMPIANTI NATATORI, UNA BUONA FETTA DI TECNICI HA ABBANDONATO (QUASI IL 17%)

Infine, come si usa dire “non ultimo per importanza”, il dato forse più rilevante sul quale riflettere: l’84,1% di coloro che hanno avuto la pazienza di completare il questionario, afferma che sarebbe molto favorevole a ricevere pacchetti di lezioni pre impostate che però abbiano un obiettivo concreto da raggiungere, per contesti e target specifici. Contenuti e non più solo apparenza.

I tecnici, dopo la sospensione delle attività, sono chiamati ad un ritorno cambiando abitudini e priorità

DELL’ETÀ DI COLORO CHE HANNO RISPOSTO: IL 47,7% HA PIÙ DI 45 ANNI ED UN ALTRO 30,8% È IN UNA FASCIA TRA 36 E 45

Mai come in questo momento c’è richiesta di istruttori per fitness acquatico, significa che qualcosa in questo mondo è cambiato, e ci piace pensare che questa mancanza possa almeno far riflettere adeguatamente gli imprenditori, i gestori, sulla necessità strutturare il rapporto con i tecnici in maniera più responsabile: sono un tassello fondamentale nell’offerta dei servizi.

Scritto da redazione