Una sentenza del TAR interviene sui continui rinvii del decreto che nel 2016 escludeva che la formazione e i brevetti per Assistenti Bagnanti fossero una prerogativa di pochi enti
La notizia è di un paio di settimane fa: pubblicata da Mondo Balneare il 16 novembre, è stata poi ripresa e commentata da Professione Acqua (nelle righe successive richiamiamo i link delle pubblicazioni riportando i testi o parte degli stessi pubblicati dai rispettivi portali). Il Salvamento non è più materia riservata a pochi per le abilitazioni, ma può essere ora estesa ad altre organizzazioni.
Il che è sicuramente un bene, sia perché l’oligopolio precedente ha offerto un servizio buono, ma migliorabile, limitando le possibilità di scelta, sia perché è auspicabile che questo contribuisca anche ad una diffusione e sensibilizzazione sul salvamento e il rilievo che deve avere anche nella cultura di un popolo e non solo per il rilascio delle licenze abilitanti a questo delicato compito professionale.

Perché, come abbiamo a più riprese segnalato, le trascuratezze sistemiche in merito all’importanza di saper nuotare e di apprendere le tecniche di salvamento in modo capillare e a livello scolastico, se cancellate per lasciare spazio ad un crescendo di cultura ed enti qualificati a promuoverla aiuterebbero a salvare tante vite umane da morte per annegamento o da pesanti danni per la salute di molte persone.
Un tema di cui ci ricordiamo solo quando arriva la bella stagione, avviando campagne televisive utilissime, ma calendarizzate in piena estate quando gli annegamenti si contano a decine(e tutte a carico di privati comi Nicola Brischigiaro e la sua Apnea National School, o l’Apnea Academy guidata da Alessandro Vergendo, unici paladini nazionali della sicurezza dei più piccoli in Italia).

Come ci insegnano Australia, Olanda, Francia, UK ed altre nazioni, le politiche e la cultura antiannegamento non possono essere argomenti strettamente stagionali, ma devono avere una diffusione sistematica ed istituzionale per tutto l’anno, con percorsi dedicati a bambini e ragazzi nelle scuole e campagne educative rivolte alle famiglie e alla collettività. Evitando così di commentare incidenti mortali che a fine stagione diventano un triste bollettino dei decessi per annegamento, senza dimenticare che tanti bambini e adulti, nonostante il salvataggio, subiscono danni irreversibili che condizionano la vita dell’infortunato e della famiglia.
I due enti maggiori che fino a ieri hanno governato il sistema “Salvamento” italiano (FIN e Società Nazionale di Salvamento; il terzo è FISA) hanno fatto la loro parte, ma forse in modo migliorabile, tant’è che, a differenza di quanto avviene all’estero, le campagne educative e divulgative in Italia sono una rarità. Con questa delibera, è ora auspicabile che il crescendo di organizzazioni che possono rilasciare licenze e abilitazioni per la qualifica di assistente bagnanti, rendano più probabile che il processo educativo degli italiani abbia una durata annuale secondo programmi di peso istituzionale e non limitati ai pochi mesi estivi e ad iniziative isolate o molto locali.

In base alle notizie raccolte le evidenze maggiori sono che la sentenza del TAR esclude che il rilascio dei brevetti abilitanti sia appannaggio di pochi e che, tuttavia, dal 2016 si attende una revisione normativa definitiva che ancora tarda ad essere varata per azzerare le troppe proroghe che, di fatto, annullavano quanto previsto dal decreto.
Il link per leggere l’articolo originale il cui testo riportiamo in coda a queste righe
Questo invece il link che collega al commento da parte di Professione Acqua che accoglie molto positivamente la notizia riportata da Mondo Balneare
Uno stralcio di quanto riporta Professione Acqua, con richiamo ad altro articolo da loro pubblicato nel 2016

CORSI DI SALVAMENTO ACQUATICO, QUALCOSA SI MUOVE
Il TAR si pronuncia contro il continuo rinvio del Decreto del 2016 che liberalizza la formazione
“ Qui potete leggere il nostro articolo dopo l’uscita del decreto del 2016: https://www.professioneacqua.it/rivoluzione-nei-brevetti-di-bagnino-finito-il-monopolio-sara-la-capitaneria-a-rilasciare-i-brevetti/
Come allora, noi di Professione Acqua ci dichiariamo favorevoli alle liberalizzazioni della formazione, sempre a patto che gli esami siano seri, e anche severi, perchè in questo caso si parla della sicurezza in acqua e della vita delle persone. Più in generale, siamo da sempre contrari ai monopoli, ai vantaggi ottenuti tramite leggi ad hoc, cosa che è stata fatta spesso, purtroppo. Tutti devono poter scegliere come e dove formarsi, quanto spendere e quanto tempo dedicare, ma la verifica della formazione deve essere pubblica, seria, priva di condizionamenti, severa”.
Il testo della notizia riportata da Mondo Balneare

IL TAR METTE FINE AL MONOPOLIO SUI CORSI FORMATIVI DI BAGNINI DI SALVATAGGIO
In base alla direttiva Bolkestein, i brevetti possono essere rilasciati da qualsiasi società accreditata. Finora, invece, c’erano solo tre enti ad avere l’esclusiva
Di Stefano Mazzei – Fonte: MondoBalneare.com
Correva l’anno 2014 quando il sottoscritto, in qualità di titolare della Salvamento Academy, richiedeva al Comando generale del corpo delle Capitanerie di porto alcune informazioni in merito alla procedura di accreditamento quale soggetto formatore per il rilascio del brevetto professionale di bagnino di salvataggio e assistente bagnanti, ricevendo il diniego per la mancanza di un regolamento disciplinante la materia del salvamento acquatico, funzionale alla fissazione dei requisiti, presupposti e modalità per l’accreditamento.
Un regolamento che tuttavia stranamente non era stato necessario appena quattro anni prima per ottenere il riconoscimento da parte della Federazione italiana salvamento acquatico. Chi mi conosce bene sa che sono una persona piuttosto testarda e che la caparbietà non mi manca, specialmente quando vengono calpestati i più elementari diritti costituzionali, in particolare quelli che tutelano le libertà.
Quindi, con le poche risorse a mia disposizione, ho iniziato una battaglia partendo da un esposto all’Autorità garante della concorrenza, sottoponendo ai giudici l’amara situazione: quella di un oligopolio nel rilascio del brevetto di salvataggio che durava da decenni.
Il primo risultato è stato che il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture, a cui fa capo il Comando generale delle Capitanerie di porto, è stato costretto dall’Agcm a redigere un decreto ad hoc, il numero 206/2016 (cosa che avrebbe già dovuto fare nel 2011), il cui contenuto andava finalmente a regolamentare il settore della formazione degli assistenti bagnanti e di fatto liberalizzava il mercato.
Fonte: MondoBalneare.com