In perfetto e deprimente stile nazionale, la slittata scadenza di metà luglio per il decreto correttivo ancora non ha una data di fine iter; qualche anticipazione può aiutare, mentre di attualità è il credito d’imposta sulle sponsorizzazioni prorogato al 30 settembre 2023
Dire che è stucchevole è edulcorare ampiamente una situazione che per la politica italiana è ordinaria, per la burocrazia ancora di più; ma che per gli operatori sportivi si sta rivelando un percorso tortuoso ad incognite lontane dall’essere chiarite. Abodi promise che entro il 15 luglio i correttivi alla Riforma, la cui gestazione è stata comodissima come tempi (oltre 20 mesi) ma insufficiente per l’apparato burocratico-parlamentare, sarebbero stati apportati e resi noti a tutti. Poi si è modificata la scadenza parlando di fine luglio. Noi, visti i trascorsi del legislatore, dicemmo che, se entro il 31 luglio i correttivi non fossero stati notificati, si sarebbe andati a settembre. Speriamo di essere smentiti, ma ad oggi, alla vigilia delle vacanze del transatlantico, dell’ufficializzazione e pubblicazione delle modifiche nulla si sa, salvo rumors e voci di corridoio che annunciano alcuni interventi.

Chi si era pronunciato ancor prima di metà luglio con sicure informazioni, vista l’autorevolezza della testata, è ItaliaOggi che online aveva riportato alcune notizie che pubblichiamo integralmente, piuttosto certi che le indicazioni fornite siano fondate. L’unica incertezza che rimane è quella dei tempi che si prenderà ancora la poco dignitosa politica del nostro Paese. A seguire, un altro approfondimento di ItaliaOggi, che il 5 agosto segnala la proroga a fine settembre del credito d’imposta per le sponsorizzazioni sportive, oltre al vincolo sportivo per due anni, ribadendo anche l’abolizione del limite di mandati per i presidenti delle federazioni: quest’ultimo, sancito dopo mesi di discussioni dalla Riforma dello Sport, tempo 30 giorni è già stato cancellato non ponendo vincoli numerici ai mandati. Il sistema sport nazionale vive di sussulti quantomeno curiosi che contraddicono quello che fino a poco prima sembrava condiviso dalla maggioranza.

SPORT, PREVIDENZA SCONTATA
Un credito di imposta per i contributi previdenziali versati dalle associazioni e nessuna ritenuta per i premi di importo inferiore a 300 euro. Sono due delle novità che saranno inserite nel decreto correttivo della riforma del lavoro sportivo
di Michele Damiani
Un credito di imposta per i contributi previdenziali versati dalle associazioni e nessuna ritenuta per i premi di importo inferiore a 300 euro. Sono due delle novità che saranno inserite nel decreto correttivo della riforma del lavoro sportivo, atteso a giorni in Consiglio dei ministri (al massimo arriverà entro la fine di luglio). Il decreto ha incassato il parere favorevole delle commissioni parlamentari la scorsa settimana (si veda ItaliaOggi del 15 luglio) e sarà quindi modificato rispetto alla versione originale.
Il provvedimento è stato approvato in via preliminare in Consiglio dei ministri il 31 maggio. Si tratta di un decreto che va a modificare tutti i dlgs attuativi della riforma dello sport, intervenendo in particolare sul dlgs 36/2021 (lavoro sportivo) che è entrato in vigore lo scorso 1° luglio. La riforma, perciò, è in vigore già da venti giorni ma non ancora nella sua versione definitiva, che sarà appunto compiuta con l’approvazione finale del decreto di fine maggio. Per questo periodo transitorio è attesa anche una circolare del ministero del lavoro.
Nella nuova versione, perciò, ci saranno ulteriori agevolazioni per le associazioni, che con la riforma vedranno aumentare il costo del lavoro. Fino ad oggi, infatti, per i compensi sportivi si è quasi sempre fatto riferimento all’articolo 67 del Tuir (redditi diversi) che, in sostanza, prevede un’esenzione fiscale e contributiva totale fino a 10 mila euro di compensi annui e nessun obbligo di presentare dichiarazione dei redditi. Con l’entrata in vigore della riforma, invece, sono state impostate tre fasce di reddito: sotto i 5 mila euro annui rimarrà l’esenzione totale, tra 5 e 15 mila si dovranno pagare solo la previdenza e sopra i 15 mila ci sarà tassazione ordinaria.

Una parte consistente dell’aggravio per Asd e Ssd, quindi, sarà proprio l’introduzione di obblighi contributivi anche per gli sport dilettantistici (tutti in Italia tranne calcio, basket, ciclismo e golf). Sul punto il legislatore è già intervenuto garantendo una decontribuzione al 50% fino al 2027. Un aiuto che sarà arricchito anche dal correttivo, che istituirà un credito di imposta per un anno commisurato ai contributi previdenziali dovuti dalle Asd (probabilmente solo per le più piccole). Sempre che l’impostazione fissata dal dlgs 36 sia confermata e non rivoluzionata dal prossimo decreto; circolano ipotesi, infatti, di una possibile modifica in questo senso, con aliquote agevolate anche sopra i 15 mila euro di compensi annui.
L’altra misura, ovvero l’esenzione della ritenuta fiscale per i premi sotto ai 300 euro, riprende testuale una delle considerazioni avanzate dalle commissioni parlamentari; nel documento redatto dalla Camera si legge infatti questa considerazione: «provveda il governo a disporre l’esenzione dalla ritenuta fiscale per i premi di piccola entità o quelli in natura fino a un valore di 300 euro». Una richiesta che era stata invocata più volte in questi mesi da parte del movimento sportivo e che dovrebbe entrare nel correttivo.
Una parte dei nuovi aiuti finalizzati ad agevolare l’entrata in vigore della riforma arriverà a breve. La parte restante, invece, troverà spazio nella prossima legge di bilancio. Lo stesso ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi ha infatti parlato in Senato di «contributi, crediti di imposta e fiscali» che troveranno spazio nella manovra autunnale. E in larga misura saranno dedicati proprio a mitigare gli effetti dell’entrata in vigore della riforma. Un provvedimento che è passato per tre governi e tre diversi ministri; la legge delega fu approvata nel 2019 (legge 86/2019) con in carica Vincenzo Spadafora. Durante il governo Draghi furono pubblicati in Gazzetta ufficiale i decreti attuativi (e prorogata la loro entrata in vigore) con il dipartimento per lo sport guidato da Valentina Vezzali. Ora, l’era Abodi, che ha visto l’entrata in vigore della parte sul lavoro sportivo, l’approvazione di due decreti correttivi (oltre a quello di maggio ne era stato pubblicato un altro a ottobre, il dlgs 163/2022) e del recente dl sport-Pa, che è intervenuto in materia di vincolo sportivo, plusvalenze e giustizia sportiva, solo per citare alcuni elementi.
Questo, invece, l’altro articolo di ItaliaOggi punnblicato nella sezione Diritto e Fisco il 5 agosto

Le novità nel dl p.a. 2, approvato in via definitiva. Torna il vincolo sportivo (per due anni)
SPONSORIZZAZIONI NELLO SPORT ANCORA AGEVOLATE
Il credito di imposta del 50%, infatti, sarà valido anche per gli investimenti pubblicitari effettuati fino al 30 settembre 2023. Stop alle penalizzazioni in classifica prima del giudizio definitivo, stretta fiscale sulle plusvalenze e reintroduzione del vincolo sportivo
di Michele Damiani
Sponsorizzazioni nello sport ancora agevolate. Il credito di imposta del 50%, infatti, sarà valido anche per gli investimenti pubblicitari effettuati fino al 30 settembre 2023. Stop alle penalizzazioni in classifica prima del giudizio definitivo, stretta fiscale sulle plusvalenze e reintroduzione del vincolo sportivo, che avrà una durata massima biennale. Sullo sfondo anche l’eliminazione del limite dei tre mandati per i presidenti delle federazioni sportive e l’esenzione Iva sulle attività didattiche e formative. Sono questi i principali elementi di novità per lo sport introdotti dal decreto p.a.2 (dl 75/2023), che lo scorso 3 agosto è stato convertito in legge dal Senato.
L’articolo 37 è quello che proroga il credito di imposta per le sponsorizzazioni sportive. Una misura introdotta per la prima volta dal dl 104/2020, che poi è stata prorogata più volte. Tale disposizione ha istituito in favore di imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali un credito d’imposta pari al 50% delle spese di investimento in campagne pubblicitarie favore di leghe, federazioni, società sportive professionistiche, Asd e Ssd che svolgono attività sportiva giovanile.

Il decreto porta poi in dote molte altre novità in materia di sport. Innanzitutto, viene reintrodotto il vincolo sportivo, ovvero quella sorta di legame che collega atleti giovani, società e associazioni nel dilettantismo. Eliminato dalla riforma dello sport, l’istituto è invece resuscitato dal decreto, che ne fissa il limite massimo a due anni. Sempre in tema di limiti la novità che riguarda le federazioni sportive, introdotta con un emendamento in commissione alla Camera; viene infatti cancellato il limite massimo di tre mandati consecutivi per i presidenti delle federazioni sportive, che era stato fissato dalla legge Lotti (legge 8/2018). Dopo il terzo mandato servirà una maggioranza qualificata di due terzi, ma sarà possibile ricandidarsi.
Presenti, infine, due norme che andranno a impattare specialmente sul mondo del calcio; una riguarda la giustizia sportiva, con la previsione che non si potranno più comminare penalizzazioni in classifica prima della sentenza definitiva (una norma che avrebbe evitato il caos andato in scena quest’anno con la Juventus). L’altra, invece, porta una sorta di “stretta fiscale” sulle plusvalenze. L’articolo 33, ai commi 1 e 2, allunga da uno a due anni il termine minimo di possesso dei beni da cui derivano plusvalenze patrimoniali, valevole per consentire la rateizzazione del relativo costo fiscale in cinque anni. Introdotta, poi, una specifica disciplina fiscale delle plusvalenze realizzate mediante cessione dei diritti all’utilizzo esclusivo della prestazione dell’atleta di società sportive professionistiche, differenziandone il trattamento tributario secondo la natura del corrispettivo.
Fonte https://www.italiaoggi.it/news/sponsorizzazioni-nello-sport-ancora-agevolate-2609396