Un’analisi del Financial Times preconizza la recessione per l’Italia, quando diversi “esperti” nazionali e politici sostengono che questa nuova criticità non ci colpirà. Lo Sport e le ricadute negative da evitare o contenere con scelte diverse rispetto al passato
L’APPROFONDIMENTO DEL WEEKEND – L’Opinione
Lo stralcio dell’articolo riportato da riparteitalia.it che di seguito pubblichiamo, offre un nuovo inquietante quadro che dobbiamo considerare come possibile, se non probabile.
Ragionando da Osservatorio del Sistema Sport nazionale non possiamo fare salti di gioia, ma dobbiamo provare a creare autonomamente “anticorpi” adeguati a prevenire effetti altrimenti troppo pesanti da fronteggiare.

Se è vero che aumenteranno povertà, indebitamento del consumatore medio e perdita del potere d’acquisto, dovremo fare in modo che le spese da tagliare non riguardino lo sport.
Facile a dirsi, parecchio complicato da tradurre in pratica. Anche perché nell’opinione pubblica e nella politica, soprattutto italiane, prevale il limitatissimo parere che sport non è essenziale per la nostra vita.
Aumenteranno povertà, indebitamento del consumatore medio e perdita del potere d’acquisto: dovremo fare in modo che le spese da tagliare non riguardino lo sport
E da questo grande limite dovremo partire per instillare nella testa di ogni italiano che invece sport, inteso come esercizio fisico, è fondamentale.
Lo è per la Salute, per la Prevenzione, per la riduzione dei costi sanitari, per la crescita del PIL, per il benessere mentale e fisico di ogni persona, per l’educazione che deve guidare i giovani e per la possibilità di invecchiare in salute e serenamente per il 50% della popolazione che è over 40.

A ben vedere, quindi, gli argomenti non mancano. Serve però avviare una campagna di informazione e comunicazione organica e coordinata fra stakeholder. Ovvero non solo i centri sportivi e gli operatori, ma anche e soprattutto, le imprese della filiera, gli organi di stampa, i media. Non vanno dimenticate certamente le Istituzioni e la Politica, ma più che parti da coinvolgere perché afferenti al Sistema Sport nazionale, si configurano come destinatarie della comunicazione da promuovere.
Lanciare una campagna di informazione e comunicazione organica e coordinata fra stakeholder del nostro settore
Queste sono paradossalmente da sempre lontanissime anni luce dall’ orientamento a educare, formare, crescere una popolazione. In pratica si rivelano impreparate a guidarla in un percorso attento agli stili di vita attivi, dove esercizio motorio, alimentazione e sensibilità verso la prevenzione anziché la cura, sono elementi che renderebbero meno poveri, meno malati e meno pessimisti gli Italiani.
Sarebbe propedeutico anche a strategie mirate a fronteggiare la possibile recessione che troppi segnalano come imminente per escludere che possa verificarsi o per ridurne gli effetti.
Perchè, come recita il Financial Times, che non è una bibbia, ma un buon interprete delle vicende economico-finanziarie planetarie, l’Italia non è in una posizione così promettente. Non lo era prima della pandemia, figuriamoci oggi dopo oltre due anni di virus imperversante, una guerra in atto e i costi generali, energetici in particolare, alle stelle.

Le valutazioni che fa sulle condizioni di un Paese già in precario equilibrio nel 2019, inducono a prevedere che per reggere, piscine, palestre, centri sportivi dovranno aumentare le tariffe. Bel problema se la tendenza sarà ad un crescente ulteriore impoverimento medio.
Per reggere, piscine, palestre, centri sportivi dovranno aumentare le tariffe e questo dipenderà da quanto saremo capaci a rendere irrinunciabile la spesa per fare esercizio fisico
Ma torniamo alla nostra capacità di rendere irrinunciabile la spesa per fare esercizio fisco. Lo sarà se, per guidare le gente abilmente motivata, sapremo offrire ambienti e soluzioni idonee, affidando ogni cliente ad esperti qualificati capaci di guidare lo stile di vita di ogni persona, senza escludere abitudini alimentari sane e congrue. Magari suggerendo invece il taglio del veramente superfluo e ad alto rischio: mangiare troppo e male lo è ed è pure dannoso per le proprie tasche e per la salute; così come è bere troppi alcolici, bevande zuccherate o fumare, o ancor più passare ore connessi a social o internet o sul divano davanti al televisore.

Ecco, se s’è da tagliare, tagliamo tempo e denari buttati per troppe abitudini negative per la propria qualità di vita.
La politica preferisce qualificare come non essenziale lo sport, aumentando così le patologie croniche e diseducando motoriamente le generazioni più giovani, i sicuri malati di domani
Ma nessuno osa pensare di non spendere per cibo e bevande spazzatura che gli arricchiti supermercati continuano a proporre. Nessuno stigmatizza a sufficienza la tv volgare e la diseducazione e l’imbarbarimento che determinano le false relazioni e i narcisismi patologici dei social.
La politica non dice nulla, anzi. Usa barbaramente i social e valuta compiaciuta quanto pesa sul PIL la crescita della GDO. Al contempo, però, preferisce qualificare come non essenziale lo sport, aumentando le patologie croniche e diseducando motoriamente le generazioni più giovani, i sicuri malati di domani. Magari conclude come afferma Giorgetti “Forse avremmo potuto fare di più per il settore sportivo”. Forse?

Quindi, puntiamo su una campagna di informazione e di motivazione a correre nei centri sportivi per risparmiare in denaro altrimenti buttato per medicine, cure, ricoveri, cibi e bevande che peggiorano la salute e riducono la nostra aspettativa di vita.
Poi sta a noi offrire servizi altamente qualitativi, basati su un’offerta adeguata, in ambienti più curati e con le migliori soluzioni ed attrezzature. Effettivamente pagheremo di più (quindi pagherà di più anche la clientela), perché tutto aumenta a causa di costi delle materie prime, speculazioni ed inflazione, ma così la nostra offerta risulterà irrinunciabile ancorchè più cara.
In chiave anti recessiva è decisiva la compattezza reale e corale del nostro comparto, partendo da campagne di comunicazione ben coordinate e dando valore allo Sport come Prevenzione, Salute e Futuro del Paese
Ed è ovvio che in questo circolo virtuoso debbano inserirsi anche le imprese della filiera, allineate a palestre e piscine.
La sintesi, per dare risposte ideali al nostro rilancio in chiave anti recessiva e contro il sommarsi di costi e difficoltà, è una compattezza reale e corale del nostro comparto, partendo da campagne di comunicazione sopra evocate per proseguire nel dare valore allo Sport come Prevenzione, Salute e Futuro del Paese.

Un’ Italia sicuramente claudicante e in sofferenza, ma che dai protagonisti di ogni settore, riesce spesso a tirare fuori il meglio. E il comparto Sport può farlo, a dispetto del domani negativo che prefigura il Financial Times e che stanno determinando i gravi accadimenti di questi ultimi due-tre anni.
Qui alcuni passaggi, in parte sintetizzati, dell’ articolo del Financial Times, ripresi da ripartelitalia.it con propri commenti.
Insomma, la lettura che dà il Financial Times del nostro Paese non lascia troppe speranze. Riponendo qualche auspicio su errori di previsione in cui già in passato è incappato l’autorevole organo d’informazione economica, siamo per primi consapevoli delle pesanti criticità del nostro Paese, senza fasciarci però la testa, ma reagendo da par nostro.
“It’s like during Covid. The only difference is that this time, it’s without a mask”. Un reportage del Financial Times alza il velo sulla grave crisi economica del Paese reale, che dopo un tentativo di ripresa per colpa della spirale guerra/inflazione sta precipitando in un quadro economico tutt’altro che rassicurante.
La posizione dell’Italia, seconda dopo la Grecia per il più alto rapporto debito/PIL e con il più alto deficit pubblico di tutte le principali economie dell’Eurozona, è precaria. Ora il rallentamento dell’economia – e le aspettative di un aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea a partire da luglio – stanno riaccendendo le preoccupazioni sulla salute delle finanze italiane a lungo termine, si legge nella lunga analisi sul Financial Times, che ricorda come i mercati siano anche più pessimisti sulle prospettive dell’Italia. Anche lo spread dà segnali preoccupanti…
L’Italia è in pieno percorso di consolidamento fiscale con previsione di un deficit di bilancio del 5,6%, in calo rispetto al 7,2% del 2021. Nonostante la crescita sostenuta e riforme strutturali impresse dalla leadership di Draghi e dai fondi del PNRR, diversi economisti avvertono che «un forte rallentamento della crescita solleverebbe dubbi sul deficit».
“aumenterà la povertà”
Perché essere pessimisti per il Financial Times: 1) l’Italia dipende fortemente dalla Russia per l’energia, quindi è vulnerabile al conflitto in Ucraina. 2) Secondo Lorenzo Codogno, ex direttore generale del Tesoro, per i consumatori «si tratta di un enorme shock in termini di ragioni di scambio, ovvero l’intero Paese diventa più povero». 3) “Se il Pil si indebolirà in modo sostanziale, il mercato diventerà ulteriormente pessimista e la possibile recessione nel 2022 è un’aspettativa di molti”. Questo è il pensiero di Lucrezia Reichlin, docente di economia presso la London Business School.
Il Financial Times edulcora il quadro negativo indicando come positivo l’afflusso di fondi UE per gli investimenti, oltre a rilevare che gli italiani hanno saputo accumulare risparmi anche durante il lockdown. Tuttavia, questo impatto positivo è destinato a svanire.
E non fa eccezione il Sistema Sportivo nazionale, che carica tutto sulle spalle dei privati, offrendo, per la parte pubblica, strutture troppo datate che necessiterebbero non solo di ammodernamento allargato, ma di un potenziamento da sempre invocato e mai considerato. La sintesi della non considerazione del settore è tutta nel PNRR e del misero miliardo di euro previsto per lo Sport. Non basta assolutamente e non risolve: ora tocca a noi agire, coordinandoci e serrando le fila. Da comparto maturo e dall’alto del nostro valore sociale, sanitario ed economico: dimostriamo alla Politica e agli Italiani che cosa significhi Sport per il Paese.

Fonte parziale: https://www.ripartelitalia.it/