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La crisi energetica secondo le piscine francesi

Piscine francesi e crisi - ph La Piscine De Demain

L’atteggiamento generale francese verso la crisi energetica non si discosta di molto da quello degli operatori italiani, anche se qualche distinguo permane, quantomeno sui costi energetici: noi abbiamo bollette più salate dei transalpini…

Un articolo tratto dal portale transalpino pacedupro.com, ci aiuta a capire come la vicina Francia viva la crisi energetica. Non possiamo dimenticare che i nostri cugini francesi godono di risorse energetiche a noi precluse, su tutte il nucleare; ma anche per il gas dipendono in misura leggermente minore dalla Russia, da cui l’Italia, invece, è troppo condizionata per le forniture dell’oro azzurro: In Italia, infatti, stiamo pagando più caro il gas rispetto alla Francia.

Nonostante la situazione migliore e bollette in proporzione meno onerose, il gruppo gestionale leader, Vert Marine, il cui fatturato supera i 120 milioni di euro/anno, ha deciso di chiudere 30 dei propri 90 impianti. Fonti bene informate ritengono che questa sia una manovra per persuadere le amministrazioni locali e nazionali a venire in soccorso alle piscine, che comunque hanno il fiato corso.

La piscine municipale de Saint-Jean de Braye

Vero è che per molti operatori francesi, così come in Italia, le decisioni verranno prese a breve, ovvero verificando i rincari energetici e la consistenza degli aiuti statali o delle municipalità (in Francia, le piscine sono quasi tutte a gestione pubblica): se i costi fossero eccessivi, l’orientamento è di tenere chiusi gli impianti per almeno tre mesi invernali.

Tuttavia emerge una compattezza del comparto che in Italia non ritroviamo spesso e la volontà di individuare soluzioni per escludere le chiusure in caso di impianti da considerarsi “essenziali”, parola che in Italia, fra i politici, non gode di altrettanta considerazione se si parla di sport e piscine.

Orientamento comune a molti operatori italiani. Non si chiude per sempre, ma per alcuni mesi: il danno per il settore, per lo sport e per la collettività sarà comunque rilevantissimo e di questo la politica e le istituzioni dovrebbero essere consapevoli. Ma su tale punto evitiamo ulteriori commenti: la politica ignora il problema, punto.

Vedremo se cambierà qualcosa con il nuovo governo, ma la storia e la consistenza del tessuto politico lasciano ben poche speranze.

Una piscina pubblica francese

Questo l’articolo pubblicato su pacedupro.com

Fabienne Delaire, presidente di Sydel, ha parlato delle conseguenze della crisi energetica sulle piscine pubbliche e delle soluzioni da considerare per fronteggiare la crisi attuale

Durante la tavola rotonda online dell’associazione la Piscine de Demain, Fabienne Delaire, presidente dell’Union of Leisure Equipment Delegates (SYDEL) ha ricordato che il 10% delle 4.000 piscine considerate in Francia sono gestite da una “delegazione” del servizio pubblico

Ha insistito anche su un punto importante: la volontà comune con le comunità locali è di mantenere aperte le strutture perché essenziali

“salvano vite, fanno parte del programma scolastico e contribuiscono al benessere della popolazione essendo accessibili ai tutte le età e per tutti i tipi di pratica” ha dichiarato Delaire.

Qualunque sia la tipologia di impianto, l’aumento esponenziale delle energie ha portato il carico dal 20 al 100% del budget operativo.

MISURE A BREVE E MEDIO TERMINE

Secondo il presidente di Sydel, le risposte saranno diverse a seconda dei territori, degli impianti e del grado di urgenza: è importante promuovere il tailor made, fornire flessibilità e supporto.

Tra le strade da mettere in atto molto rapidamente, consiglia:

ottenere uno scudo tariffario sul costo dell’energia per le piscine durante la durata della crisi energetica;

produrre una “guida/rilevamento” di buone pratiche per elencare tutte le possibili misure e azioni per ridurre i consumi energetici (fascia oraria, copertura, chiusura della piscina esterna, riscaldamento dell’acqua, illuminazione, ecc.) con raccomandazioni da adattare a seconda la situazione (posizione geografica, tipo di piscina).

fissare le temperature nazionali con armonizzazione per tutte le piscine (piscine, docce, aria, attività specifiche);

-promuovere un sistema di sinergia tra le piscine dello stesso territorio (es: 1 impianto che chiude per riorganizzarsi sugli altri 3).

Inoltre, ha citato anche misure a medio termine, più incentrate sugli aspetti tecnici: illuminazione a LED, recupero di calore, filtrazione più efficiente, coperte termiche, soluzioni più virtuose (biomasse, geotermia, pannelli fotovoltaici, ecc.), ma anche la riflessione sui prezzi di ingresso, confrontando il rispettivo corrispettivo tra quanto pagano gli enti locali e gli utenti.

SPECIFICITÀ RIGUARDANTI I DSP

Fabienne Delaire ha anche colto l’occasione per discutere alcune interessanti misure contrattuali da attuare in merito alle deleghe di servizio pubblico

Ad esempio, nelle procedure di gara, integrare un prezzo fisso comune per l’energia con un impegno da parte dei candidati sul consumo

Ma anche dare la possibilità di una gestione diretta del P1 (fornitura e gestione del carburante) da parte degli enti locali con impegno sui volumi. Tra le altre strade affrontate: la modifica delle formule di indicizzazione in termini di indici e periodicità o anche la presa in considerazione dell’imprevedibilità che oggi viene limitata.

Fonte: pacedupro.com

Scritto da redazione