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La cultura dell’acquaticità (che manca)

Perchè si affermi una nuova cultura dell'acqua il sistema deve ancora "nuotare" parecchio ph Kindel Media by Pexels

Non lasciamoci ingannare: l’acquaticità è davvero una cosa seria su cui conviene investire. In cultura!

L’APPROFONDIMENTO DEL WEEKEND

gurnari@benaquam.com

Difficile dimenticare il periodo nero delle piscine causato della pandemia, ma osservando gli eventi che si stanno susseguendo nel comparto sembra che non ci sia discontinuità tra prima e dopo il lungo tempo delle pesanti difficoltà per i noti problemi sanitari.

Anzi in Convegni, seminari ed expo si nota un certo incremento di presenze alla ricerca di nuove soluzioni e forse di nuove prospettive. Ma l’aria, al di là delle apparenze, è triste, quasi di rassegnazione, di ricerca di qualcosa che nessuno può dare. Infatti siamo al punto in cui eravamo rimasti: con le incertezze ed i dubbi di prima, ora appesantiti dal fardello della crisi energetica. In realtà si tratta di una crisi culturale che riguarda non solo un futuro di difficoltà per il dramma dell’attualità, ma delle difficoltà che si propagano nel tempo dovute alla carenza di innovazione non solo tecnico scientifica, ma anche per un deficit di chiara identità.

Una crisi culturale che riguarda non solo un futuro di difficoltà per il dramma dell’attualità, ma delle difficoltà che si propagano nel tempo

Inganna il fatto che l’offerta di acquaticità possa essere quella di tre anni fa: non solo non lo è più, ma non potrà essere comunque più la stessa. Sono mutati i fattori al contorno, è cambiato l’intero contesto socio-economico, è diverso il quadro di riferimento.

Acqua come risorsa primaria della piscina, ma anche come contenuto spesso sprecato ed impoverito da contenitori e operatori culturalmente superati ph Pixabay by Pexels

Ma la piscina è rimasta la stessa: energivora e senza reali e sostanziali cambiamenti nei contenuti rispetto venti o trent’anni fa. Ora si può ipotizzare di enfatizzare il potere elettrizzante dell’acqua, quello che può dare emozioni e sensazioni che in un certo ambiente possono essere suscitate in chiunque; tuttavia i problemi di fondo permangono e non si può certamente supporre che non ci siano alternative. Sarebbe una presunzione inaccettabile quanto meno in questo difficile periodo. Eppure alcune soluzioni innovative potrebbero essere promosse con determinazione univoca, almeno nel breve – medio periodo.

La piscina è rimasta la stessa: energivora e senza reali e sostanziali cambiamenti nei contenuti rispetto a venti o trent’anni fa

È indispensabile perseguire lo scopo di una necessaria modernizzazione della piscina: deve essere meno energivora, più performante in termini di sicurezza, ma molto meno dipendente dalla chimica di base e soprattutto meno esigente di acqua fresca. Quindi una evoluzione non solo tecnologica, ma nell’ approccio scientifico. Utopia? Assolutamente no. Il problema emerge oggi per cause evidenti, ma si trascina da almeno alcuni decenni e forse più. La elevata domanda di acquaticità in realtà negli ultimi anni ha distolto l’attenzione dalla ricerca di contenuti, buttandosi troppo sulle forme del contenitore e sulle pratiche connesse all’emozionalità della proposta.

In generale i “contenitori” piscina non sono mutati, ma è possibile mutare ed innovare parecchio i contenuti – Piscina Carpi, Coopernuoto 1

Con l’accordo quadro (rimasto tale da oltre vent’anni) sembra che l’unico problema sia stato quello dell’aspetto igienico sanitario dell’offerta acquatica. Aspetto poco consono alla cultura dei titolari e gestori delle strutture, appannaggio dapprima di pochi e poi dell’industria chimica e di una folla di pseudo esperti nati dal business della domanda e non dalla competenza. Questa atipica situazione ha determinato un vero problema nel servizio ed una reale fonte di lavoro per i fornitori di prodotti chimici e relativi dispositivi di trattamento.

Nel frattempo il problema della filtrazione e del trattamento preventivo dell’acqua in vasca sembra non aver trovato valide alternative. Molti se lo sono chiesto, ma poche risposte hanno portato a sistemi di trattamento idonei per l’acqua potabile (forse e solo in rari casi), ma inappropriati per la piscina. Infatti la microfiltrazione o l’ultrafiltrazione non fanno altro che incrementare a dismisura i costi energetici ed il relativo costo del lavoro.

Ultrafiltrazione ph Idroconsult

Qui ci vuole una sferzata di cambiamenti come da tempo suggerisce il sottoscritto che, in questo caso, è in buona compagnia. Infatti tra coloro che sostengono la necessità di scienza che si integri con la tecnica per produrre concreti risultati in campi apparentemente lontani dal quotidiano e quindi anche dalla piscina, è l’italianissimo Giorgio Parisi, recente premio Nobel per la fisica. Questi scrive della irrinunciabile necessità di sviluppo dell’integrazione tra scienza e tecnica per arrivare a produrre quelle innovazioni tecnologiche attualmente impensabili, ma non impossibili. Oggi, che lo stesso scienziato porta come esempio, il telefonino ha una capacità di calcolo di centinaia di miliardi di operazioni matematiche al secondo, più o meno quanto gli ingombranti supercalcolatori di soli venticinque anni fa. E noi siamo a proporre piscine che hanno dispositivi di funzionamento che compiono tranquillamente almeno mezzo secolo da quando sono stati messi a punto…E stiamo parlando di strutture che hanno a che fare con la nostra salute!

Il problema della filtrazione e del trattamento preventivo dell’acqua in vasca sembra non aver trovato valide alternative

Perché menzionare un Professore di ricerca teorica (ma di enorme sperimentazione pratica) in fisica dei sistemi (a forte contenuto matematico) per un problema apparentemente piccolo come quello di carente innovazione tecnologica per la piscina? La risposta viene dalla sue stesse affermazioni: “Il lavoro migliore di una vita di ricerca può saltare fuori per caso: lo si incontra su una strada percorsa per andare da un’altra parte” …ed ancora “Le idee spesso sono come un boomerang: partono in una direzione, ma poi vanno a finire altrove. Se si ottengono risultati interessanti ed insoliti, le applicazioni possono apparire in campi assolutamente imprevisti” (*) …

La ricerca può fare la differenza nel settore piscina-acqua con focus su trattamento e filtrazione ph Mikhail Nilov by Pexels

Allora, aggiungo io, è indispensabile fare ricerca e farla in due ambiti attigui: filtrazione e trattamento. Ma lavorando sulla fisica e non più solo sulla chimica. I miei personali tentativi, già ricordati in recenti manoscritti, hanno dimostrato con una certa evidenza che mi ha lasciato una profonda ferita, che bisogna fare molta più ricerca teorica e produrre molte azioni sperimentali, unendo lo sforzo di scienziati e tecnici per ottenere risultati credibili. Per far tutto questo è indispensabile il contributo di molti, ma soprattutto è necessario disporre di quella fiducia non nel singolo tecnico o nel docente universitario, ma nei metodi culturalmente avanzati che oggi la scienza e la tecnica richiedono. Ed effettuare una manovra che sembra andare in controtendenza rispetto le scelte politiche ed economiche di molti Paesi, con l’Italia nelle prime posizioni.

È indispensabile fare ricerca e farla in due ambiti attigui: filtrazione e trattamento. Ma lavorando sulla fisica e non più solo sulla chimica

Oggi la cultura, lo sviluppo del pensiero scientifico e di quello dei risultati tecnologici, rappresentano in Italia la Cenerentola nei finanziamenti pubblici. Ma dove finirà la capacità culturale e produttiva che ci è stata tramandata dai Romani, gli stessi che hanno costruito acquedotti ancora funzionanti, piscine per il benessere e terme ovunque siano arrivati? Raggiungendo un punto tale di ingegnosità che fino ad oltre la metà del secolo scorso il mondo ci riconosceva per capacità e per competenza tanto straordinarie da chiamarci a realizzare opere idrauliche di ogni tipo in tutto il mondo. Si ripete per l’ennesima volta un forte invito: produttori e ricercatori delle grandi Imprese partecipino alla formazione di gruppi di ricerca in campo applicato, soprattutto rivolgendosi ad un comparto trascurato come quello della fisica applicata.

La grande cultura acquatica dei Romani non è stata recuperata e valorizzata da noi italiani
ph Mikhail Nilov by Pexles

Siamo fermi alle lampade a raggi UV o allo shock termico per quanto attiene al trattamento fisico nell’acqua per la vasca, ma oltre c’ è un mondo tutto ancora da scoprire. Partendo proprio da applicazioni già esistenti. Quanto è stato sviluppato nel settore diagnostico e in quello medico (partendo dall’impiego del laser) per finire alle nuove conoscenze in termini di meccanica quantistica applicata può condurci alla conoscenza delle dinamiche nei sistemi naturali: la loro gestione, infatti, non può più essere la stessa di pochi anni or sono.

Certo, si tratta di scelte complesse e per alcuni versi sicuramente difficili: ma solo intraprendendo una indagine avanzata si possono individuare soluzioni sostenibili per il contenimento energetico allargato, per la riduzione del rischio igienico senza chimica e per una diversa esperienza nel campo della sostenibilità ambientale di ogni tipologia di vasca e piscina.

Troppa chimica nell’acqua delle piscine: forse l’innovazione veicolata dalla ricerca può schiudere nuovi orizzonti anche in tale ambito ph blogpiscine.com

Ovviamente è possibile anche scegliere di aspettare che ci pensino gli altri, i politici. Oppure sperare che le Amministrazioni pubbliche trovino qualche soldo da elargire a pioggia nel settore dell’acquaticità. Ma sono strade già percorse che hanno portato solo a nicchie di pochi beneficiari (temporanei) ed a molte delusioni, per non parlare delle molteplici speculazioni. Questi fatti sono alla base anche di taluni abbandoni a cui oggi assistiamo impotenti. Ci fu un tempo in cui proponevo a famosi Editori di farsi promotori di iniziative di sensibilizzazione verso l’innovazione: la risposta mi lasciò perplesso e molto amareggiato. “Ai piscinari va bene così”, mi venne ribadito, “ed è inutile perdere tempo in iniziative che non interessano a nessuno”.  Oggi quelle affermazioni stridono di fronte ad una realtà obiettivamente piena di ombre, con poche luci.

Per la politica odierna la cultura è un affare da relegare a pochi virtuosi che ci devono mettere le loro idee ed i loro denari

Da un recente confronto con un Imprenditore innamorato di questo mondo e fortemente motivato a trovare nuove proposte per lo sviluppo anche culturale di una buona parte degli addetti ai lavori è emersa la criticità di fondo. Proprio coloro che dovrebbero spingere verso l’innovazione sono quelli che frenano di più, ben piazzati sulle loro certezze e sulla loro posizione dominante. Forse per molti di loro la cultura è una cosa diversa da promuovere ricerca e sviluppo. Credo in fondo che per la politica odierna la cultura sia un’altra: un affare da relegare a pochi virtuosi che ci devono mettere le loro idee ed i loro denari. Il risultato è ben evidente: le teste migliori, in tutti i campi della ricerca e della scienza applicata, migrano all’estero dove trovano ambienti accoglienti e speranze per le soddisfazioni del domani.

ph Pixabay by Pexlels

Forse che anche nel mondo della piscina la Cultura dell’acqua e delle sue applicazioni non serve nel Bel Paese: di certo questa scelta è valida per l’acquaticità e trova molti altri settori gravati della stessa condizione. Peccato che si continuino a perdere occasioni per una reale innovazione, ma soprattutto per una radicale cambio culturale che invece sarebbe indispensabile in un Pianeta che cambia ad una velocità imprevista ed imprevedibile. Non possiamo certo far finta di nulla e pensare che il mondo dell’acquaticità vada bene così.

Con una mentalità diversa, più aperta e più desiderosa di conoscenza si aprirebbero quelle prospettive, oggi impensabili, che anche i Nobel promuovono come forme di cultura che ricadono sugli aspetti più pratici del nostro vivere quotidiano. Aspetti intriganti per tutta l’acquaticità che richiedono, al minimo, molta più attenzione di quanto oggi, al di là di proclami e belle parole, si possa supporre.

Con una mentalità diversa, più aperta e più desiderosa di conoscenza, si aprirebbero quelle prospettive oggi impensabili

D’altronde non possiamo rassegnarci all’idea di immobilismo culturale solo perché trattiamo di una risorsa naturale che diamo per scontata anche nella conoscenza di base. Di fronte al fatto che questa risorsa abbia una energia ancora in gran parte da scoprire, non possiamo che umilmente comprendere che bisogna studiare di più e farlo con maggiore convinzione: da questa molecola dipendono la nostra vita, il nostro benessere e la nostra salute.

(*): N.B. citazioni tratte da “In un volo di storni” di Giorgio Parisi,  Rizzoli Ed., 2021, ISBN 978-88-17-13925-0.

ph Peart Rules by Pexlels

Scritto da Gianni Gurnari