L’economia d’argento ha un grande potenziale di cui stentiamo ancora a capacitarci anche se intuitivamente gli over 50 dispongono di buona disponibilità di spesa e considerano l’esercizio fisico fondamentale per invecchiare in salute
Questo articolo è stato pubblicato su HA Wellbeing di luglio-agosto 2023
scazzosigianluca@gmail.com
Nota introduttiva della redazione: con richiamo all’articolo pubblicato in data 8 agosto https://wbox.it/non-e-un-paese-sportivo-per-senior/, Gianluca Scazzosi, uno dei più qualificati esperti circa esercizio fisico e strategie aziendali collegabili, ancor più se riferito alla “Silver Economy” – è stato pubblicato meno di un trimestre fa il suo libro “Cinquanta per sempre“-, rimprendendo l’argomento, inquadra il tema degli Over 50 da par suo fornendo indicazioni preziose per poter fare di questa categoria di popolazione un target su cui investire e scommettere nei prossimi anni, con sicuri benefici per palestre, piscine e, ovviamente, per la clientela che rientra nella generazione dei baby boomers e ancora più anziana. Nei prossimi giorni pubblicheremo un nuovo contributo funzionale a conferire centralità alla Silver Economy in programmi e strategie di palestre e piscine. Buona e proficua lettura.
Possiamo definire la Silver Economy come l’insieme delle attività economiche che rispondono ai bisogni delle persone con 50 o più anni di età, ovvero i prodotti e i servizi di cui queste persone usufruiscono direttamente e il relativo indotto che ne deriva.
Tuttavia, considerare solamente l’aspetto demografico e soprattutto un’età ancora giovane come i 50 anni come “perimetro economico”, rischia di uniformare eccessivamente una popolazione, quella degli over 50, che al suo interno presenta caratteristiche, necessità e bisogni molto diversi sia in funzione dell’età anagrafica sia della condizione sociale e, in particolare, tra lavoratori attivi e pensionati.
La popolazione degli over 50 al suo interno presenta caratteristiche, necessità e bisogni molto diversi
Queste due categorie sono infatti molto differenti sotto il profilo dei bisogni e delle esigenze che inevitabilmente si modificano nel passaggio dalla vita attiva alla quiescenza, sia dal punto di vista delle disponibilità economiche e delle relative abitudini di spesa, che del tempo libero disponibile. La Commissione Europea ha deciso di perimetrare la Silver Economy a 50 anni perché occorre considerare che in generale le persone iniziano a quella età a prestare maggiore attenzione alla propria salute (i protocolli sanitari prevedono una routine di esami preventivi proprio a partire dai 50 anni) e ai bisogni futuri che avranno da anziani.

Considerando che già oggi un’enorme richiesta di lavoro non viene soddisfatta per mancanza di “capacità professionali” e che tali lavori, essendo meno faticosi, si adattano a una platea più senior, va da sé che le opportunità lavorative per questa fascia di popolazione non mancano e sono indispensabili per la tenuta economica del sistema pensionistico basato sull’aumento delle età pensionabile che comprende un numero di lavoratori tra i 55 e i 67 anni che potrebbero, agevolmente, nell’arco di un decennio, arrivare ai 6 milioni.
Le politiche di invecchiamento attivo e di formazione continua, digitale e professionale, costituiranno un asset importante della cosiddetta ’“economia d’argento”
A questo punto, le politiche di invecchiamento attivo e di formazione continua, digitale e professionale, costituiranno un asset importante della cosiddetta ’“economia d’argento” (la Silver Economy).
In questo contesto si inserisce il concetto di Active Ageing.
Nel 2002 l’OMS (L’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato un documento[1] definendo l’invecchiamento attivo (Active Ageing appunto) come “il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza al fine di migliorare la qualità della vita delle persone anziane”.
Tale approccio permette agli individui di realizzare il proprio benessere fisico, sociale e mentale attraverso il corso della vita e partecipare personalmente a una società che da parte sua fornisce adeguata protezione e cura. La parola “attivo” non si riferisce solo all’essere fisicamente efficienti ma anche al continuare a partecipare alla vita economica, culturale e civica della comunità.
Oggi, in Italia risiedono circa 18 milioni di cittadini con un’età compresa fra i 55 e i 75 anni che corrispondono al 30% della popolazione, una percentuale enorme di potenziali consumatori per le nostre palestre, milioni di persone che hanno bisogno di prevenzione, di benessere e di adottare uno stile di vita che permetta loro di vivere più a lungo e in salute.
In Italia risiedono circa 18 milioni di cittadini di età fra i 55 e i 75 anni, pari al 30% della popolazione: una percentuale enorme di potenziali consumatori per le nostre palestre
Tuttavia, nonostante questi dati, la maggior parte dei gestori di palestre e centri sportivi offre un servizio inadeguato per questo segmento di clientela.
Se vogliamo attrarre i cosiddetti 50+ (fifty plus, terminologia anglosassone per definire chi ha più di cinquant’anni) i messaggi da utilizzare devono essere in linea con i bisogni e i valori che caratterizzano questi consumatori. Le parole, salute, prevenzione e sicurezza sono quelle che specificano meglio i bisogni dei “senior” e devono essere inserite in una grafica adeguata con delle immagini nelle quali il target si identifichi (foto di coetanei che fanno attività fisica per esempio), dobbiamo offrire un’accoglienza adeguata ed un layout degli spazi del centro sportivo che permetta a questo segmento di clientela di allenarsi in modo confortevole.

Comunicazione adeguata e protocolli di allenamento specifici adatti ai bisogni di questa generazione che non vuole invecchiare sono gli elementi che fanno la differenza.
Superati i cinquanta, il benessere, la prevenzione e la salute diventano, inevitabilmente, elementi prioritari e quindi la predisposizione a destinare parte del proprio reddito all’acquisto di questi servizi è molto alta a patto che chi eroga questi servizi sia affidabile e riconosciuto in termini di capacità e competenza.
Conquistare questi potenziali clienti significa innescare un cambiamento culturale del servizio offerto e alcuni centri sportivi lo hanno capito qualificando meglio la propria proposta con protocolli di accoglienza ed allenamento confezionati “ad hoc”, validati dalla comunità scientifica, ed erogati da trainer molto qualificati e in target con la clientela, trainer, magari anch’essi senior, e, di conseguenza, capaci di identificarsi e di immedesimarsi nei bisogni specifici di quei clienti specifici.
Conquistare questi potenziali clienti comporta un cambiamento culturale del servizio offerto e alcuni centri sportivi lo hanno capito qualificando meglio la propria proposta
Come sempre accade in comparti economici maturi, la segmentazione dell’offerta crea l’opportunità di aumentare la domanda (esempio specifico negli ultimi 10 anni è stato il “volo a corto raggio” che con l’introduzione del segmento Low Cost ha aumentato enormemente la platea dei consumatori).
Questo vale anche per l’industria del Fitness & Wellness, un’opportunità quindi per i gestori dei centri sportivi di ritagliarsi uno spazio in questo segmento economico denominato “Silver Economy”.

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[1] World Health Organization , Active Ageing – A Policy Framework