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Palestre e Piscine nell’estate 2022: pronte per la ripartenza? – Osservatorio Wbox

Tutti in attesa della vera ripartenza, ma fra incertezze e costi preoccupanti ph Snapwire by Pexels

Ultimo e conclusivo round dedicato all’analisi delle risposte date dai manager di impianti sportivi: prevalgono ancora le ombre, anche se alcune indicazioni sono positive e preludono ad una ripresa del settore nel breve periodo, più per le palestre che per le piscine

Parte 3 – L’APPROFONDIMENTO DEL WEEKEND

INDICAZIONI ECONOMICHE E NUMERICHE DELL’INDAGINE CONOSCITIVA OSSERVATORIO WBOX

Le domande che prevedevano di indicare le variazioni percentuali rilevate per valori di fatturato o costi o di abbonamenti o altro a metà 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019, 2020 e 2021, suggeriscono una premessa.

La disamina delle indicazioni di taglio commerciale ed economico, su cui vertono le domande qui considerate, comportava una precisione su dati e variazioni annuali che, documentandosi con attenzione in merito ad uno spettro temporale tanto ampio, avrebbe richiesto ore.

Quanto emerge, quindi, va considerato come orientativo: sicuramente alcune risposte sono basate su impressioni o ricordi non necessariamente precisi. Anche perché, in alcuni casi, il + o – 20%, per molti sarebbe stato più aderente alla realtà se riferito ad un valore percentuale di + o – 50%.

Fatta questa doverosa premessa, diamo spazio al commento dei dati raccolti in questa sezione “economica” che chiude il commento all’Indagine dell’Osservatorio Wbox con questa terza ed ultima parte.

Il ritorno al numero di iscritti del 2019 è dato come probabile nelle palestre nei prossimi mesi o nel 2023 ph Yan Krukov by Pexels

COME HAI CHIUSO I PRIMI CINQUE MESI O IL PRIMO SEMESTRE 2022?  

  • RISPETTO AI RICAVI DELLO STESSO PERIODO: 2021-2020-2019

Come evidenzia la tabella 1, rispetto al 2019, il numero di risposte che indica -20% ed oltre riguarda ben il 65%; dato che si attenua nel 2020 con 19% di risposte e che risale, causa lockdown e incertezze protratte, nel 2021 (23%).

Tuttavia, ricordando quanto riportato in premessa, il 35% indica che rispetto al 2021 ha performato dal 20% in su, quando nel 2020 il dato positivo riguardava il 31% e nel 2019 addirittura solo, e comprensibilmente, il 3% (!). 

Nel complesso. In area positiva (ovvero dal +5% in su) rientra il 62% degli intervistati rispetto al 2021; il 69% al 2020 (dato di attendibilità più incerta visto che nessuno indica +5%, ma si parte dal +10%); il 15%considerando le chiusure il dato è indiscutibile– rispetto al 2019

In area negativa: 35% per il 2021 (sovrastato dal 62% di area positiva); 31% nel 2020; 85% nel 2019 contro l’esiguità di risposte in area positiva (15% appunto)

Tabella 1
  • RISPETTO AI COSTI GENERALI

In merito ai costitabella 2– dobbiamo leggere in chiave negativa le percentuali di segno +, con un evidente crescita marcata del 2022 rispetto agli anni passati. Oltre il +20% di aumento costi è indicato dal 40% delle risposte nel 2019 e dal 50% nel 2021: più di una crescita, possiamo parlare di un’impennata come conferma la serie di risposte in “area positiva” che tocca il 76% delle indicazioni rispetto al 2021.

I costi sono il vero, grande problema generale, che pesa parecchio per almeno il 62% degli operatori

A dimostrazione che i costi sono il vero, grande problema generale, che pesa parecchio per almeno il 62% degli operatori. Solo il 24% delle risposte è di segno opposto (i costi non sono peggiorati rispetto al 2021).

Se vogliamo leggere criticamente i dati riferiti al 2019, è probabile che il “solo” 56% di risposte di segno + sia imputabile ad una valutazione superficiale, anche perché i costi generali, visti i volumi massimi di afflusso registrati in quell’anno, con materiali di consumo e costi per presenza, sommati a quelli delle utenze poco differenti dal 2021, sono probabilmente più alti e quindi vicini a quelli “percepiti” nel 2021.

Il 2020, con i tanti mesi di lockdown e la ritrosia a tornare negli impianti sportivi, tocca quota 70% in area “positiva” (quindi i costi del 2022, rispetto ad allora sono cresciuti per quasi tutti, con la punta rispetto al 20% ed oltre per il 48% degli intervistati).

Tabella 2

Pur senza garanzie che i dati siano stati esaminati con dovizia di attenzioni, emerge che i costi rispetto al 2020 sono rimasti stabili per il 10% degli intervistati, mentre questo dato raddoppia al 20% per l’anno antecedente.

L’area, quasi inspiegabilmente negativa, (quindi con crescita contenuta o nulla dei costi: indicazione che riguarda più le palestre che le piscine) ha questo andamento complessivo: nel 2021 è pari al 24%; nel 2020 in area negativa sono il 21% delle risposte, nel 2019 siamo al 27% (più il menzionato 20% che non rileva variazioni)

  • RISPETTO AL NUMERO DI INGRESSI/ACCESSI

Esaminando la tabella 3, il dato che colpisce di più è il 58% riferito al 2019 per cui il calo di -20% ed oltre riguarda tanti club. In totale, in area negativa, le risposte per il 2019 sono state ben l’83%: un’indicazione che, se comparata a quanto sta avvenendo in altri Paesi, è quasi antitetica. In diversi articoli riportati su wbox.it viene documentata la ripresa diffusa, con alcune realtà che stanno migliorando i numeri del 2019.

Il segnale è inequivocabile: il numero di ingressi è ancora lontano dai valori che si raggiungevano prima della pandemia

Più “equilibrate”, ma è inevitabile, le evidenze per il 2020, con un’area negativa che pesa per il 42% e per il 38% nel 2021. Anche se, questi dati, rispetto ai segnali di ripresa rilevati nel 2022, più per le palestre che per le piscine, suggeriscono un po’ di prudenza circa la totale fondatezza.

Però il segnale è inequivocabile: il numero di ingressi è ancora lontano dai valori che si raggiungevano prima della pandemia e, come abbiamo visto in altre risposte, per l’avvio della stagione 2022-23 non sono attesi significativi cambiamenti in termini di ritorni nei centri sportivi. L’auspicio è che questa sia una previsione prudente, che da settembre potrebbe essere rivisitata alla luce di buona frequentazione di club e piscine.

Tabella 3
  • RISPETTO AGLI ABBONAMENTI

Le evidenze al quesito precedente vengono per buona parte confermate anche per abbonamenti e iscrizioni, come da tabella 4. Qui, per il 2019 in area negativa è l’81% delle risposte anziché l’83% espresso per gli accessi. Speculare, poi,il dato per il 2021 (38%) mentre sono 3 i punti di differenza per il 2020: 39% contro 42% degli accessi.

Indica invece un aumento/ripresa degli abbonamenti rispetto al 2021 (area positiva) il 50%, di cui il 26% per valore più alto (20% ed oltre), dato che deve fare i conti, tuttavia, con formule di abbonamento più frazionate rispetto al 2019. Rapportandosi a quell’anno, drammaticamente meno rispondono in area positiva: siamo al 6% totaledato identico a quello per gli accessi- cui si aggiunge un 16% che invece dichiara nessuna variazione apprezzabile. Il 48% delle risposte è in area positiva rispetto al 2020 (il 29% risponde oltre il 20% di crescita), dato che quindi si avvicina a quello del 2021.

Tabella 4
  • QUANTO È VARIATA LA SPESA MEDIA DEL SINGOLO CLIENTE NEL 2022 RISPETTO AI TRE ANNI PRECEDENTI

Per questa domanda (tabella 5), se esaminiamo altre indagini su scala europea che rilevano un abbassamento della spesa media nell’ordine del 12%-16%, si evince che le risposte sono state fornite senza disporre, se non occasionalmente o in parte, di dati mirati.

E comunque è molto apprezzabile lo sforzo di precisione profuso dagli intervistati. Per il 2019 l’84% delle risposte è in area negativa, con il 34% che indica il peggioramento per un valore del 15% (quindi in linea con i dati europei). Solo il 16% è in area positiva, divisa fra 15% e 20% (apparentemente potrebbe trattarsi di club dal posizionamento premium).

C’è stata una ripresa della spesa media di chi viene in palestra e piscina, ma a settembre dovremo fare i conti con la perdita di potere d’acquisto della popolazione e l’inflazione.

Nel 2021 in area positiva troviamo il 43% delle risposte, mentre per il 29% la variazione è pari a zero, inferiore al 33% del 2020, dove invece in area positiva troviamo il 33% divise fra 15% di aumento e 20% o oltre.

Tabella 5

L’area negativa delle risposte riferite al 2020 e 2021 si comprime dal 42% al 28%: la ripresa della spesa media in sostanza c’è stata, ma a settembre dovremo fare i conti con la perdita di potere d’acquisto della popolazione e l’inflazione.

COME PREVEDI DI CHIUDERE LA STAGIONE 2021/22 RISPETTO AGLI ANNI PRECEDENTI?

Il grafico qui sopra riportato evidenzia come, rispetto al 2019 dominato dal 57% di risposte che dichiarano di prevedere un fatturato molto inferiore (calo dal 20% ed oltre) ed un’area complessivamente negativa pari all’85%, rispetto al 2021, solo il 13% dichiara una previsione di ricavi molto bassi.

I fatturati, soprattutto nel fitness, sono cresciuti, ma ancora non hanno recuperato i valori del 2019

In ripresa dal 20% in su per i ricavi risulta essere il 39% rispetto al 2021 (ma nel 2020 l’indicazione risulta essere migliore per il 43% degli intervistati) ed in area positiva rientra il 64% delle risposte (nel 2020 siamo al 57%),

In sintesi, i fatturati, soprattutto nel fitness, sono cresciuti, ma ancora non hanno recuperato i valori del 2019. Dati che sono più positivi per il fitness e un po’ meno (o molto meno) per le piscine.

Pronti per la ri-partenza emulando gli azzurri del nuoto ( ma le difficoltà sono tante); nella foto, Matteo Rivolta
ph Andrea Masini e Andrea Staccioli-DBM

Scritto da redazione