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La violenza psicologica e fisica nello sport: un fenomeno da combattere

Lo sport comporta sconfitte e delusioni che aiutano a crescere, ma deve escludere ogni forma di violenza ph andreonegin by freepik

Un’indagine i cui esiti sono allo stesso tempo preoccupanti e stucchevoli: le gravi responsabilità dei tecnici e anche di alcune società sportive che tollerano certe bassezze

La riforma dello sport prevede un aggiornamento normativo fondamentale, ovvero quello della tutela dei minori circa abusi e violenze di ogni tipo: un passo significativo, alla luce anche dei fatti incresciosi registrati nel mondo della ginnastica sia artistica, ma soprattutto ritmica.

Anzi, nel merito la giustizia sportiva (Procura federale delle Federginnastica) è arrivata a concludere che un allenatore può agire in modo ruvido per eccesso di affetto verso il proprio atleta. Incommentabile. Attendiamo quindi che si pronunci la Procura di Monza che a riguardo sta portando avanti le sue indagini e verifiche.

Un minore psicologicamente, finanche fisicamente, aggredito non potrà vivere lo sport come un’esperienza positiva, ma come un trauma pericoloso per la sua crescita ph freepik

Ma il serio problema è la violenza psicologica e fisica sugli atleti che il progetto di ChangeTheGame mette in risalto e che la recente ricerca di Nielsen, promossa con altri enti di riferimento, mette in luce: un quadro preoccupante dal quale si evince che quanto avviene nella ginnastica ritmica è solo la punta dell’iceberg.

Un fenomeno che definire squallido da chi lo alimenta è riduttivo e che merita pene esemplari da un lato e la massima protezione dei ragazzi che dallo sport dovrebbero avere il meglio per la loro crescita ed educazione dall’altro: invece sono troppi i giovani che escono traumatizzati e segnati dall’esperienza sportiva, con pesanti ricadute negative che condizionano la loro la vita.

Quindi, se la riforma oggi talvolta fa discutere per i suoi limiti che contrariano operatori e società sportive, la nuova norma introduce regole che si rivelano essere di grande valore e significato, rivelandosi fondamentali per arginare, debellare, combattere comportamenti ai danni di giovani. Abitudini intollerabili atleti che vanno decisamente condannate e perseguite penalmente.

Questo in sintesi l’esito della ricerca che ha pubblicato Italia Oggi:

È stata presentata ieri la prima ricerca statistica italiana sui numeri della violenza e degli abusi nell’ambito sportivo. Un progetto di ChangeTheGame, realizzato da Nielsen e grazie al supporto di Sapienza, del Dipartimento per lo sport della Presidenza del consiglio dei ministri, del Consorzio Vero volley, di Terre des hommes, della Fondazione Candido Cannavò per lo sport e il direttore del comitato scientifico, il professor Mike Hartill.

Il 38,6% degli atleti prima dei 18 anni ha subito una violenza fisica o psicologica nella pratica sportiva organizzata. Nel 33,1% dei casi da parte di un compagno di squadra, nel 31,1% da allenatori e allenatrici.

La forma più comune di violenza all’interno dello sport è risultata quella psicologica (30,4%), seguita dalla violenza fisica (18,6%), la negligenza (14,5%, anche con riferimenti agli infortuni subiti), la violenza sessuale senza contatto fisico (10,3%) e la violenza sessuale con contatto fisico (9,6%). Il 19,4% del campione ha riferito di aver subito una violenza multipla.

La dialettica allenatore atleta può essere accesa, purchè il rapporto resti nel binario del rispetto e del ruolo educativo che ogni coach deve avere per ogni allievo ph hamimfadillah by freepik

Scritto da Marco Tornatore