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L’Aquafitness in acqua alta è una opportunità

Apriamo una finestra sull’acqua alta, gioia e dolore per un gestore di piscine. La tentazione, forse meglio la prassi, è quella di demandare alla CINTURA la soluzione al problema “galleggiamento in verticale”. Quello che va fatto, invece, è costruire la postura corretta, proprio in funzione dell’attrezzo di ausilio, e stimolare le persone a cercare l’equilibrio giusto in ogni momento

Focalizzando le riflessioni per l’aquafitness, possiamo subito fare qualche confronto con l’acqua media, che potremmo definire la situazione dove le persone toccano i piedi al pavimento, utilizzando in qualche modo le forse di ancoraggio. L’immersione praticamente totale del corpo, salvo rimanere fuori con collo e testa, è la caratteristica sulla quale facciamo la prima analisi. In letteratura troviamo che con il corpo immerso in questo modo un peso virtuale minore del 90% circa. La sensazione è decisamente strana ma piacevole: se ci si concentra sul rilassamento si avverte proprio la mancanza di peso. Tutti coloro che non temono la condizione di sospensione in acqua possono provare intanto quanto incide ancora la forza di gravità, piuttosto che la spinta di galleggiamento, utilizzando in modo naturale il flusso di aria che passa dai polmoni.

In letteratura si rileva che, con il corpo immerso in questo modo, ho un peso virtuale minore del 90% circa. La sensazione è decisamente strana ma piacevole: se ci si concentra sul rilassamento si avverte proprio la mancanza di peso

Video 1: prove di galleggiamento in vasca fonda

In questa condizione si apprezzano di più i benefici dello stare immersi, sentendo una leggera pressione sugli arti inferiori, cosi come avremo sicuramente un ritorno venoso facilitato, un’ottimizzazione della funzionalità del cuore, un’attività ventilatoria rafforzata, uno scarico articolare eccezionale.

Tornando al focus aquafitness, vediamo che cosa serve prioritariamente perché, in genere, un movimento in galleggiamento abbia un significato. Abbiamo bisogno prima di tutto di qualcosa che ci mantenga in una posizione “costante” di verticalità, senza andare su e giù come detto in precedenza. Due sono le soluzioni: attrezzi galleggianti e/o un proficuo e continuo movimento delle gambe. 

Partiamo dagli attrezzi. Come si vede dal video 1, basta avere nelle mani piccoli attrezzi, che sappiamo però essere galleggianti, per mantenere la posizione senza fare altri movimenti. 

Sempre dal video 1 vediamo poi la soluzione che indubbiamente ha messo in condizione di andare in acqua alta anche tante persone che non hanno autonomia di galleggiamento: la cintura. 

Molto più “comodo” indossare la cintura ed avere braccia/mani libere. In realtà la cintura non è neutra, non ci consente da sola di fare tutto, necessita di accorgimenti

Entrambe le soluzioni ci fanno raggiungere lo scopo ma nel contesto di un allenamento non stanno evidentemente sullo stesso piano. Molto più “comodo” indossare la cintura ed avere braccia/mani libere. In realtà la cintura non è neutra, non ci consente da sola di fare tutto, necessita di accorgimenti (che vedremo nel prossimo articolo). 

Risolto comunque il “problema galleggiamento”, non avendo nessuno tipo di ancoraggio al pavimento, ciò che facciamo con gambe e braccia determinerà anche lo spostamento o il mantenimento della posizione in acqua. Il corretto movimento di braccia e/o gambe diventa fondamentale per la buona riuscita dell’esercizio: il rischio, se così si può definire, è di vedere le persone che non riescono mai a trovare la loro posizione.

Video 2: spinte delle braccia in acqua fonda, con Superior Belt

A puro titolo di esempio, nel video 2 vediamo come la compensazione per le “spinte in avanti”, effettuate ad una certa velocità e con il ritmo giusto (ricordate? massima attenzione alla accelerazione!) lo si ha solamente con il movimento classico di galleggiamento simil rana. In alternativa, con molta difficoltà, in “modalità movimento di bicicletta” (semplificando per capirsi), senza nessun effetto, con gambe ferme distese.

Video 3: spinte delle braccia con Happy Flowers e Superior Belt, in acqua fonda

Ad ogni spinta delle braccia, si ottiene un indietreggiamento inevitabile, tanto più evidente se si utilizzano attrezzi con impatto maggiore (video 3). Sempre dai video possiamo notare che la posizione del corpo non è verticale ma tende ad essere inclinata in avanti proprio a compensare il movimento della spinta delle braccia con quello delle gambe. Se non si fa così le spalle andranno indietro, perdendo un po’ delle possibilità di spinta con le braccia.

La posizione del corpo non è verticale ma tende ad essere inclinata in avanti proprio a compensare il movimento della spinta delle braccia con quello delle gambe

Ed eccoci alle solite domande provocatorie: quante persone sono in grado di fare il galleggiamento con un movimento delle gambe corretto e proficuo, evitando di vagare per la vasca? Fatta indossare la cintura, abbiamo quindi risolto il problema galleggiamento? Direi che dal testo di questo articolo si evincono le mie risposte. Massima attenzione, quindi, ad osservare bene come le persone galleggiano, anche con attrezzi ad hoc, come muovono le gambe nel caso in cui stiamo facendo attività con le braccia.

Massima attenzione ad osservare bene come le persone galleggiano, anche con attrezzi ad hoc, come muovono le gambe nel caso in cui stiano facendo attività con le braccia

Scritto da Stefano Candidoni