Questa è la prima di tre interviste rilasciate da manager della nuova generazione pronti a guidare la fitness-pool industry e a contribuire alla ripartenza del comparto
Intervista pubblicata su Happy Aquatics & Wellness numero 4 (luglio-agosto)
Dell’intervista a tre voci pubblicata su HA&Wellness di luglio-agosto, riportiamo in questa sede quella rilasciata dal più giovane dei talenti emergenti interpellati: Nicholas Gamba, oggi club manager di uno dei club Sportpiù di Bergamo, gruppo premium la cui alta reputazione è nota in tutta la Penisola. Figlio d’arte, segue l’impresa di famiglia, fondata anni fa dal nonno Dario Gamba, che ancora guida lo storico club di Zingonia. Come i suoi colleghi ha idee chiarissime: fra certezze consolidate, il giusto spirito critico e una progettualità di prospettiva inquadra la sua visione moderna del mercato.
nato a Bergamo il 28 luglio 1991; Laurea in Scienze Motorie presso Università Cattolica di Milano.
Dopo un’esperienza negli USA ed in alcune catene americane, oggi è Club Manager in uno dei centri Sportpiù di Bergamo.

Che sensazione prova ad essere protagonista in un settore dove il ricambio generazionale è piuttosto frenato?
Sensazione di amarezza. Sinceramente penso che il ricambio generazionale sia frenato in tutti i settori, chi più e chi meno. È quindi un problema che andrebbe affrontato a partire dai piani alti del governo; purtroppo, noi (giovani) non possiamo fare nulla, se non andare avanti con un obiettivo preciso e cercare di affrontare e superare al meglio tutte le difficolta presentatesi negli ultimi due anni e che ci impediscono di ripartire a pieno regime.
Mio nonno ha fondato il primo club nel 1981 e a seguire mio padre e i miei due zii hanno continuato in questo settore
Come e perché si è avvicinato a questo mondo e alla sua società attuale (o precedente) e, se c’è, con chi ha condiviso la scelta di operare in tale ambito?
Diciamo pure che è stata una scelta quasi “obbligata”, aiutata dalla passione: mio nonno ha fondato il primo club nel 1981 e a seguire mio padre e i miei due zii hanno continuato in questo settore.
Un maestro o un personaggio o una situazione che ha contribuito alla sua formazione e alla sua crescita
Mio nonno, Dario Gamba

Da figura giovane ed emergente per meriti e capacità, cosa la convince del sistema e cosa invece ritiene vada cambiato?
Penso che sia un settore che possa crescere ancora molto ma, purtroppo, nel nostro Paese non siamo supportati da nessuno e, come dimostrato durante questi ultimi due anni, siamo considerati l’ultima ruota del carro. A parere mio bisognerebbe cercare di dare più importanza ad un settore che porta beneficio alla comunità.
È un settore che può crescere ancora molto ma, purtroppo, nel nostro Paese non siamo supportati da nessuno
Il ruolo che oggi ricopre o ha ricoperto fino a ieri e dove si proietta nei prossimi anni?
Club Manager attualmente; in futuro mi piacerebbe sviluppare il nostro brand al di fuori della realtà bergamasca in cui siamo cresciuti e ci siamo affermati e magari sviluppare qualche altro progetto che ho in mente in altri settori.

La visione, le idee e le spinte dei giovani sono quelle che determinano i cambiamenti: dove dobbiamo puntare perché il settore cresca favorendo nuove opportunità professionali e imprenditoriali?
Come primo step dovremmo puntare a farci considerare un po’ di più dalle persone e dallo Stato. Dovremmo prima di tutto pensare a un contratto ad hoc per il nostro settore in modo da evitare di perdere personale valido a causa di contratti che non tutelano il collaboratore.
Mi piacerebbe sviluppare il nostro brand al di fuori della realtà bergamasca in cui siamo cresciuti e ci siamo affermati
Che limite intravede nei modelli di gestione di club/piscine prevalenti e come possiamo superarli?
I contratti prima di tutto che sono la prima causa di ricambio di personale.
Le sfide imminenti e più importanti che ci attendono: quali sono e tre punti chiave per affrontarle con successo
Parlo solo dei tre punti chiave: 1) passione; 2) gestione delle risorse umane; 3) duro lavoro
Non operasse in questo settore, quale avrebbe potuto essere un altro ambito in cui avrebbe lavorato volentieri e perché?
Innanzitutto punterei su un’altra laurea – ndr Nicholas è laureato in scienze motorie – e anche su un master all’estero in modo da avere una preparazione più completa. Dopodiché penso che, potendo scegliere, opterei per una professione o un settore che mi permetta di non dipendere da collaboratori o dipendenti.
Dovremmo puntare a farci considerare un po’ di più dalle persone e dallo Stato
Guarda mai ad altri comparti per migliorare le sue competenze e performance professionali e se sì perché?
Cerco di prendere spunti da più fronti guardando anche modelli aziendali famosi e tentando di raccogliere idee che si possano attuare anche nel nostro settore.

Cosa le piace di più del settore wellness-sport-salute e che dimensione pensa potrà avere fra un decennio?
Il fatto di non stare seduto tutto il giorno davanti ad un computer, penso che impazzirei.
Saremo invasi da catene low cost o da centri fitness usati come lavatrici.
È difficile per un giovane operare in Italia e in questo contesto? Come riesce a farsi ascoltare da chi in genere tende a far prevalere le idee dei più navigati o dei capitàni di lungo corso?
Purtroppo entrare nell’ambiente lavorativo per un giovane in questi ultimi anni è traumatico. Stipendi bassi, basse probabilità’ di crescita professionale e uno Stato che fa di tutto per non aiutarci.
Dove la troveremo fra dieci-venti anni e che filosofia di lavoro preferisce per raggiungere i suoi traguardi?
Visti i tempi che stiamo passando difficile fare progetti a lungo termine, chissà magari non sarò più nemmeno in questo Paese.