Non essere società di capitali non aiuta ad ottenere i legittimi aiuti bancari: un deficit di sistema condiziona il nostro settore, mentre in Spagna società come Supera ottengono finanziamenti per 15 milioni di euro e più
La crisi pandemica fra piscine e fitness ha già mietuto troppe vittime in Italia, nel senso che molte società, ancorchè virtuose e ben organizzate, hanno chiuso i battenti. Alcune sono addirittura fallite.

La vulnerabilità dipende soprattutto da una ragione sociale o configurazione societaria che in genere è considerata non bancabile. Il che comporta esposizioni finanziarie che richiedono garanzie fideiussorie personali, tali da mettere a repentaglio beni e patrimoni personali del legale rappresentante. Non una situazione ottimale per chi opera nel settore sportivo che oggi ha l’acqua alla gola.
In Spagna, dove però prevale l’idea di impresa sportiva con capitali versati anche da fondi e banche, la situazione è ben diversa. Non per questo non si sono registrati fallimenti, ma il quadro, per chi fa impresa, secondo modelli iberici vincenti, offre vantaggi ed opportunità che i grandi player spagnoli non si lasciano sfuggire. Ottenendo risorse e mezzi idonei anche per venire in Italia: Go Fit e Forus sono fra i primi ad essere entrati nel nostro mercato.

Quindi, in terra spagnola non deve stupire se Supera, società storica fondata nel 1993, che fatturava 46 milioni di euro prima della pandemia, oggi può contare su una nuova iniezione finanziaria di 15 milioni. Invero la società che fa capo a Supera è Sidecu, la quale ha ottenuto il prestito da Cofides, società collegata al Ministero dell’Industria, Commercio e Turismo che dispone di un fondo di 1.000 milioni di euro per aiutare le PMI in difficoltà.
Non ci risulta che in Italia alcuna società operante nel mondo del fitness e delle piscine possa contare su finanziamenti favoriti da Ministeri che afferiscano al mondo industriale, turistico o economico. Per le istituzioni siamo il ventre molle del Paese, un nulla economico da relegare al comparto ludico del tempo libero. Beata ignoranza: ma di ignoranza lo sport muore.

Giusto per capire come veniamo considerati noi in Italia e come lo sport venga invece inquadrato in molti altri paesi. In questo caso la Spagna, non UK o la Svezia che potrebbero avere differenze rilevanti sotto il profilo sitemico-istituzionale finanche finanziario che connota molti Paesi norderupei.
Supera, che nel 2021 aveva perso 8,3 milioni di euro di ricavi, era alla ricerca di risorse finanziarie che non solo le permettessero di affrontare le difficoltà del periodo, ma anche di proseguire con l’apertura di nuovi club, come è stato nel mese di maggio per Oviedo e Vila Nova de Gaia (Portogallo).
D’altronde quello di Supera non è un caso isolato. L’omologa società Be One, ha chiesto ed ottenuto da Cofides 24,5 milioni di euro. E così è stato per altri gruppi come Altafit o Dir. Iniezioni finanziarie ottenute non solo per sopperire ai pesanti ammanchi registrati per la crisi pademica, ma per proseguire negli investimenti volti a incrementare o consolidare i club gestiti.
Noi invece abbiamo l’ICS che a parole sembra regalare a tasso zero finanziamenti i cui valori sono ben più contenuti; di fatto richiede garanzie per parte del capitale erogato, quando le società sono già troppo indebitate e restano vittime di un cortocircuito di responsabilità e fideiussioni proibitivo per chi deve mettere le firme. Talvolta è meglio rivolgersi alla propria banca…ma ci vuole (tanta) fortuna.

Tornando all’esempio di Supera, controllata da Sidecu, oggi sta recuperando e ha chiuso il 2021 con 97.500 abbonamenti pari al 17,5% in più rispetto al 2020. Buona crescita, che però non avvicina i 200.000 iscritti del 2019. Società come Supera, consolidate e operanti secondo modelli che piacciono alla finanza, godono della fiducia del sistema bancario e finanziario.
Tant’è che Supera, oltre all’ultimo finanziamento, a febbraio ha potuto contare su ulteriori sostegni per un massimo di 17,5 milioni di euro destinati ad investimenti in Portogallo (nuovi impianti) con scadenza a sette anni e ad un tasso del 6,5%.
Allora possiamo capire perché società modello in Italia rischiano il fallimento o sono già fallite e perché altrove lo sport è considerato un settore finanziariamente molto interessante su cui investire capitali pubblici e privati.

Negli States si parla di una crescita prevista per la fitness industry del 173% nei prossimi due anni, con fiducia crescente da parte di finanziatori, imprenditori ed operatori: proviamo a sondare cosa dicono gli esperti della finanza nazionale su fitness e piscine.
Senza che li scomodiate, la risposta l’anticipiamo noi: sono considerati settori non degni di interesse e, oggi, ad alto rischio.