Rivedere il modello di scuola nuoto finalizzandolo di più all’apprendimento del nuoto per un’educazione civica e di sicurezza per sé e per gli altri
“La vita è migliore quando nuotiamo” è lo slogan che ci insegna l’Australia attraverso la Royal Life Saving Society. Secondo il loro approccio didattico le lezioni di nuoto devono fornire ai bambini le competenze e le conoscenze. Ovvero, esperienze non limitate al gesto tecnico e alla proiezione agonistica, ma per vivere in sicurezza l’acquaticità e godere al meglio le tante attività in diversi ambienti. Una filosofia condivisa con le migliori scuole nuoto aussie, fra cui WeSwim.

Anzi, il We Swim Movement è guidato da Royal Life Saving Society – Australia con il sostegno del governo australiano. Un fenomeno nazionale cui aderiscono le più affermate società di scuola nuoto: ASCTA, Australian Swim Schools Association (Assa), Belgravia Leisure, BlueFit Swimming, KIDS ALIVE – Do The Five!, SPASA Australia, Swimming Australia, The Y Australia e altre che stanno aggregandosi.

Proviamo a pensare quanto il governo italiano si stia prodigando perché questi percorsi trovino diffusione in Italia. Ma prima ancora pensiamo a quanto stanno facendo le società sportive e gli enti preposti perché si arrivi a questa attenzione. Siamo veramente indietro, anche se questo deve solo suggerire di iniziare a ragionare in tali termini. Educando, spiegando, dando l’esempio alle scolaresche e alle famiglie. Un’opportunità che le società private, che gestiscono impianti, non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Le ricadute sarebbero assicurate sia per incrementare gli allievi, che per fidelizzarli e garantire flussi di cassa aggiuntivi.

Fonti parziali: Royal Life Saving Society – Australia e http://www.weswim.com.au/