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L’Esperto risponde su questioni relative alle società sportive

L'Esperto interviene per aiutarci a comprendere materie spesso astruse - ph Shvets Production by Pexels

L’abituale rubrica coordinata da Beatrice Masserini (Studio Cassinis), riporta alcune domande frequenti con le risposte su tematiche attuali per ASD e SSD

Ancora una volta Beatrice Masserini e Studio Cassinis aiutano gli operatori a capire e a ricevere risposte su materie non sempre facili da interpretare. La formula domanda-risposta permette di focalizzarsi su un argomento specifico fornendo spiegazioni che aiutano a dissipare dubbi ed incertezze interpretative.

beatrice.masserini@studiocassinis.com

“In merito all’articolo 2, lettera h), del DPR 696/1996, inerente alle cessioni e alle prestazioni poste in essere dalle associazioni sportive dilettantistiche (ASD), si chiede se le medesime associazioni, che gestiscono il bar all’interno dell’impianto sportivo, sono esonerate dall’installazione del registratore di cassa e del relativo Pos, nonché dall’invio dei corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle Entrate”.

ph Virgin Active

In base alla Circolare 18/E/2018, l’attività di somministrazione di alimenti o bevande resa in locali interni all’associazione o società sportiva dilettantistica senza fini di lucro, anche se svolta nei confronti dei propri soci o associati, deve in ogni caso considerarsi esclusa dalla decommercializzazione prevista all’articolo 148, comma 3, del Tuir (Dpr 917/1986). Tali proventi possono comunque essere assoggettati ad imposizione secondo il regime forfettario ex legge 398/1991, se l’attività di gestione del bar interno può essere considerata connessa agli scopi istituzionali dell’associazione sportiva dilettantistica.

Sempre in base alla Circolare citata, «rientrano tra i proventi delle attività commerciali connesse con gli scopi istituzionali, ai fini dell’applicazione del regime forfettario di cui alla legge 398/1991, i proventi delle attività commerciali strutturalmente funzionali all’attività sportiva dilettantistica tra i quali, a titolo esemplificativo, possono annoverarsi anche i proventi derivanti dalla somministrazione di alimenti e bevande effettuata nel contesto dello svolgimento dell’attività sportiva dilettantistica, comprese le cene sociali» È invece da escludere l’attività svolta come ristorante, in quanto estranea rispetto agli scopi istituzionali dell’associazione sportiva dilettantistica.

Registratori di cassa e norme da rispettare nei centri sportivi ph Mizuno K by Pexels

Ne deriva che, se il bar interno non è contrassegnato da insegne e rimane aperto e funzionante solamente nell’orario in cui viene svolta l’attività sportiva dilettantistica, tale attività può essere considerata connessa agli scopi istituzionali della ASD e, quindi, quest’ultima non sarà tenuta all’installazione del registratore di cassa e del relativo Pos, né ad inviare i corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle Entrate.

“Un’associazione sportiva dilettantistica svolge come attività istituzionale lo sport della pallacanestro. La ASD ha iscritto la propria squadra al campionato di serie C ed intende far pagare un abbonamento e/o un biglietto di ingresso per assistere alle partite. Le entrate da abbonamento/biglietto rientrano fra le attività commerciali e, come tali, concorrono al limite dei 400.000 euro?”.

La risposta è affermativa. Tutti i movimenti relativi ai biglietti d’ingresso devono essere annotati su appositi prospetti a numerazione progressiva nell’ambito di ciascun esercizio sociale, e vidimati con il contrassegno della Siae. In tale contesto le ASD che hanno optato per la contabilità semplificata devono annotare i proventi derivanti dalla vendita di biglietti e/o abbonamenti per l’ingresso a manifestazioni sportive nella sezione dedicata alle entrate di natura commerciale. Ne segue che le entrate dalla vendita di biglietti ed abbonamenti concorrono al raggiungimento del limite dei 400.000 euro.

ticket ph Adobe

“È obbligatorio indicare la modalità di pagamento nello scontrino fiscale? L’errata indicazione espone al rischio di sanzioni?”

Le modalità di pagamento non sono un dato obbligatorio dello scontrino fiscale, ora definito «documento commerciale». L’articolo 2 del DM 7 dicembre 2016 dispone che il documento commerciale deve contenere obbligatoriamente le seguenti indicazioni:

Dubbi da chiarire sugli scontrini fiscali – ph Aman Jha by Pexels

– data e ora di emissione;

– numero progressivo;

– ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, dell’emittente;

– numero di partita Iva dell’emittente;

– ubicazione dell’esercizio;

– descrizione dei beni ceduti e dei servizi resi (in alternativa, per i prodotti medicinali, il numero Aic);

– ammontare del corrispettivo complessivo e di quello pagato.

Le modalità di pagamento non rientrano nel contenuto minimo, obbligatorio per legge. Conseguentemente, si ritiene che l’errata indicazione delle modalità di pagamento non sia sanzionabile.

Per una conferma indiretta, si consideri che l’Agenzia delle Entrate ha escluso l’applicabilità di sanzioni per l’omessa indicazione dell’ammontare del resto, dato non obbligatorio del documento commerciale (risposta all’interpello 338/E/2019).

Comunque, anche se non esiste un obbligo, l’indicazione delle modalità di pagamento, per finalità di controllo, è essenziale quando lo stesso debba essere effettuato dal cliente necessariamente in modalità elettronica (si pensi alla lotteria degli scontrini).

POS, pagamenti e scontrini fiscali ph Towfiqu Barbhuiya by Pexels