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Matteo Melzi: presente e futuro del settore

Matteo Melzi, manager emergente di P&G/Aquamore, società che sta affermandosi in Italia per il proprio modello oggi ideale nel PPP

Terza ed ultima intervista ai manager emergenti che stanno affermandosi segnando tappe importanti del cambiamento in atto nel settore wellness-piscina: opinioni e idee che aiutano a comprendere come il settore deve o può cambiare

Intervista pubblicata su Happy Aquatics & Wellness numero 4 (luglio/agosto)

PERCORSO E CONTENUTI IDEALI ANCHE PER I COMUNI/ENTI LOCALI

Ha maturato una serie di esperienze che pochi manager del comparto possono vantare. In sintesi, dopo una buona militanza nella società leader del passato, Sport Management, in ragione delle sue capacità ed inclinazioni, oggi si sta distinguendo nell’azienda che meglio interpreta il cambiamento che piscine e palestre devono considerare. P&G, con il marchio Aquamore, vede infatti Matteo Melzi fra i protagonisti del processo che il gruppo di Castiglione delle Stiviere ha avviato da alcuni anni: lo sta facendo con successo, al fianco dell’AD di P&G, Paolo Calvi, di cui ha conquistato la fiducia ritagliandosi un ruolo di responsabilità. Se il gruppo leader nazionale (A&T/Myrtha Pools) cresce costantemente in Italia e nel mondo è perché sa anche investire e coinvolgere manager giovani e di talento, di cui Melzi è uno dei più accreditati.

Matteo Melzi, nato il 31/01/1981

Laurea in Scienze della Comunicazione (IULM, Milano).

Dieci anni in Sport Management (2006-2016)

Dal 2016 in Partecipazioni & Gestioni con il ruolo di PPP Specialist per lo sviluppo delle operazioni di Partenariato Pubblico Privato e responsabile gestioni del brand Aquamore

Matteo Melzi, il terzo da sinistra, mentre ritira il premio a nome della famiglia Colletto e in rappresentanza del gruppo Myrtha-Piscine Castiglione

Che sensazione prova ad essere protagonista in un settore dove il ricambio generazionale è piuttosto frenato?

Da quando nel 2016 sono entrato in Partecipazioni & Gestioni ho avuto subito la sensazione che stessimo provando a fare qualcosa di nuovo nel settore, che a partire dal 2018 stiamo concretizzando con Aquamore. Questa sensazione è accompagnata dall’entusiasmo oggi per questo progetto e dal senso di responsabilità verso tutti gli stakeholder – la Pubblica Amministrazione e la nostra proprietà in primis – coinvolti nei nostri progetti.

Come e perché si è avvicinato a questo mondo e alla sua società attuale (o precedente) e, se c’è, con chi ha condiviso la scelta di operare in tale ambito?

Dopo una lunga esperienza in un’altra società di gestione, ho sentito l’esigenza di volermi approcciare ad un progetto forte ed innovativo, che non coinvolgesse soltanto la gestione ma l’intero processo di sviluppo di un’operazione complessa come la realizzazione di un centro natatorio o sportivo: per queste ragioni mi sono impegnato ad entrare nel radar di P&G.

AQUAMORE SERIATE, una delle sfide vinte oltre le previsioni, un lavoro di team guidato da Calvi e Melzi

Ho sentito l’esigenza di un progetto forte ed innovativo: sono approdato in Partecipazioni &Gestioni del gruppo A&T/Myrtha Pools

Un maestro o un personaggio o una situazione che ha contribuito alla sua formazione e alla sua crescita 

Nel corso della mia attività professionale ho incontrato tante persone da cui ho cercato di attingere, a vario livello, competenze ed abilità. Se devo pensare ad una situazione, la complessità che, anche con un po’ di incoscienza, ho affrontato nel primo project financing che ho seguito (Treviglio, 2012): è stata certamente una grande palestra.

Da figura giovane ed emergente per meriti e capacità, cosa la convince del sistema e cosa invece ritiene vada cambiato?

Del sistema apprezzo molto l’importanza anche sociale che la nostra attività riveste, pur avendo ben chiare le esigenze economiche di tutti i soggetti coinvolti. Non apprezzo particolarmente la cornice normativa, la scarsa competenza che talvolta si incontra negli interlocutori e spesso l’assenza di visione di lungo periodo. Vedere prevalere l’interesse personale di breve periodo a scapito di progettualità che creino valore per le comunità di riferimento è frustrante.

Apprezzo molto l’importanza anche sociale che la nostra attività riveste

Il ruolo che oggi ricopre o ha ricoperto fino a ieri e dove si proietta nei prossimi anni?

Il progetto Aquamore nel corso degli ultimi due anni ha avuto, nonostante le difficoltà del periodo, una grandissima accelerazione: per questo motivo mi sono personalmente dedicato maggiormente alla gestione dei Centri. Credo che nei prossimi anni, unitamente al team P&G che continua a sviluppare operazioni di PPP, potrò tornare ad occuparmi in maniera importante anche di questo lato della mia attività.

Aquamore Abbiategrasso decimo centro di prossima apertura, uno dei tanti fronti che impegnano Matteo Melzi – ph Myrtha Pools

La visione, le idee e le spinte dei giovani sono quelle che determinano i cambiamenti: dove dobbiamo puntare perché il settore cresca favorendo nuove opportunità professionali e imprenditoriali?

Per ragioni storiche il nostro è un settore estremamente complesso, con marginalità ridotte che rischiano di innescare circoli viziosi e non virtuosi. Non possiamo permetterci di aprire le porte e gestire i clienti che entrano. È necessario creare nuovi servizi in grado di intercettare le esigenze dei nuovi clienti, alzando al tempo stesso i volumi e la qualità dei servizi. Solo in questo modo il settore potrà attrarre le competenze, le professionalità e i capitali utili al salto di qualità.

È necessario creare nuovi servizi in grado di intercettare le esigenze dei nuovi clienti, alzando al tempo stesso i volumi e la qualità dell’offerta

AQUAMORE VILLAFRANCA, la sintesi del concept vincente Acquamore, modello in cui Matteo Melzi crede moltissimo

Che limite intravede nei modelli di gestione di club/piscine prevalenti e come possiamo superarli?

Lato pubblico, i limiti che vedo sono al tempo stesso le opportunità che abbiamo deciso di inseguire: impianti vetusti con i soliti servizi e le solite attività, in ambienti certamente poco attraenti e stimolanti. Il modello Aquamore prevede più cluster (dalla base più tradizionale ai servizi correlati come la ristorazione, il benessere o le attività di fitness outdoor): fondamentale è avere chiaro cosa si desideri offrire e quali siano il bacino ed il target di riferimento.

Le sfide imminenti e più importanti che ci attendono: quali sono e tre punti chiave per affrontarle con successo 

Pandemia, incremento dei costi produttivi e soddisfazione del cliente: queste sono a mio giudizio le tre sfide chiave. Per affrontarle servono competenza, sensibilità nel prevedere l’orientamento del mercato, risorse umane all’altezza e un’analytics forte. Parafrasando qualche manager di altissimo livello, il che cosa nel mondo di oggi cambia molto rapidamente, solo chi capisce il perché è in grado di mettere in atto i correttivi necessari.

AQUAMORE VILLAFRANCA-WELLNESS: non solo piscina, ma anche spa, fitness e outdoor

Non operasse in questo settore, quale avrebbe potuto essere un altro ambito in cui avrebbe lavorato volentieri e perché?

Come tanti, ho iniziato facendo l’istruttore di nuoto e l’assistente bagnanti mentre studiavo: il percorso in questo ambito è stato piuttosto naturale. Non lavorassi in ambito sportivo, mi sarebbe piaciuto lavorare in ambito marketing in qualcosa comunque legato ai servizi e allo stare bene della persona. O in alternativa mi sarebbe piaciuto fare l’insegnante.

Guarda mai ad altri comparti per migliorare le sue competenze e performance professionali e se sì perché?

Nei settori prossimi al nostro, guardo certamente a ristorazione, fitness e wellness perché spesso ci sono spunti molto interessanti. Il mercato dei parchi a tema è un altro di sicuro interesse per la capacità di generare aspettativa, valore e soddisfazione.

Cerco in ogni scelta significativa di spiegare e coinvolgere il team che lavora con me

Allargando un po’ il quadro mi piace approfondire la biografia di figure che all’interno del loro percorso umano e professionale hanno affrontato sfide ben più complesse delle mie.

AQUAMORE SPINEA, il centro acquatico avviato nella città della Pellegrini – ph Myrtha Pools

Cosa le piace di più del settore wellness-sport-salute e che dimensione pensa potrà avere fra un decennio?

Io credo che il nostro settore assumerà e dovrà assumere sempre maggiore rilevanza. La ricerca del benessere e dell’equilibrio psico-fisico, anche solo nel rapporto tra vita professionale e vita privata, è emersa con grande forza durante la pandemia. La vera sfida sarà mantenere accessibile questa tipologia di attività ad ogni fascia della popolazione.

È difficile per un giovane operare in Italia e in questo contesto? Come riesce a farsi ascoltare da chi in genere tende a far prevalere le idee dei più navigati o dei capitàni di lungo corso?

Personalmente opero in un’azienda che, anche per il proprio DNA internazionale, non ha nessun pregiudizio di tipo anagrafico ma, anzi, incentiva l’innovazione. In questo mi sento decisamente fortunato.

AQUAMORE BOCCONI, per prestigio e sontuosità, il fiore all’occhiello della catena Aquamore

Dove la troveremo fra dieci-venti anni e che filosofia di lavoro preferisce per raggiungere i suoi traguardi? 

Tra dieci o venti anni mi piacerebbe fare ancora qualcosa che mi piace e di cui sono appassionato. Ho avuto la fortuna di trovarmi al posto giusto al momento giusto: cerco di impegnarmi ogni giorno per meritarmi l’opportunità che ho avuto. Allargando la visuale, cerco in ogni scelta significativa di spiegare e coinvolgere il team che lavora con me.

Scritto da Ciro Lo Giudice