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Nautilus naviga in acque non tranquille

Nautilus è in una fase non facile, anche se prevale ottimismo per il futuro

Controprestazione allarmante per uno dei marchi storici del fitness, con perdite a 60 milioni di dollari e ricavi a -70%

Non basta essere un’azienda storica della fitness industry. Anzi, se non ci si rinnova e si gode di un sostegno finanziario adeguato, anche i colossi del fitness rischiano. Probabilmente non è così per Nautilus, ma alcuni marchi stanno soffrendo parecchio.

ph Nautilus

Peloton, l’azienda tech che negli ultimi tre anni ha rivoluzionato il fitness, portandolo in ogni casa con la digitalizzazione, sta vacillando. Forse trascinandosi dietro, in questo rovinoso andamento, anche Precor, altro leader del fitness acquisito dall’azienda dell’home fitness.

Per Nautilus, lo scenario non è dei migliori, pur restando su valori apparentemente gestibili, anche se i numeri non sono confortanti.  L’azienda americana, che annovera marchi di alto prestigio come Bowflex, Modern Movement, Nautilus, Octane Fitness, Schwinn e Universal Nautilus, con riferimento all’anno fiscale, chiude il primo trimestre del 2022, a – 70% di ricavi: significa 54,8 milioni di dollari, rispetto ai 184,5 milioni del 2021.

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Pesanti anche le perdite nei primi tre mesi: 60,1 milioni di dollari e un EBITDA negativo pari a 19,9 milioni (21,1, positivo, nel 2021)

A fine 2021 i clienti online (piattaforma Jrny) erano 360.000. Obiettivo 2023: mezzo milione di clienti e un fatturato vicino o superiore ai 400 milioni di dollari.

Insomma, i vertici di Nautilus, che contano su una fisiologica ripresa del comparto nella seconda metà del 2023 tornando ai livelli pre-pandemici, sono piuttosto ottimisti e, vista la storia e la forza dei marchi del gruppo, probabilmente hanno buone ragioni per guardare con fiducia ai prossimi mesi.

ph Nautilus

Fonte parziale Palco23

Scritto da redazione