Sarà uno smacco per il Veneto e per Cortina, ma è ora di smetterla con investimenti su strutture usa e getta dal costo smisurato: ben venga il bob in una pista all’estero, i cui costi oscillano fra 12 e 20 milioni di euro
L’avevamo auspicato, dubitando si sarebbe rinunciato all’inutile (con tutto il rispetto per bob e slittino, ma l’accezione “inutile” è riferita al costo di un’opera che sarebbe stata usata una sola volta per poi restare per sempre inutilizzata come accaduto in passato) pista da bob dal vertiginoso costo e per molti versi inspiegabile, di 120 milioni di euro. Per di più con più aste andate deserte, indicando così che la realizzazione della pista da bob, per i possibili costruttori, avrebbe dovuto coprire un investimento maggiore. Certo, ora la regione Veneto si sente defraudata e la bilancia delle gare olimpiche pende maggiormente sulla Lombardia: ma chissenefrega delle lotte di campanile.

Un plauso alla decisione di annullare un’opera a costi smisuratamente alti e crescenti, con un risparmio tanto rilevante. L’Olimpiade non può essere una corsa a spese folli mai risanabili: e questo deve valere per qualsiasi opera pubblica, incluse quelle sportive, in genere insufficienti, ma troppo spesso eccessive per densità territoriale e per smisurati costi e dimensioni in proporzione al bacino d’utenza e ai bisogni della collettività. Comprensibile il disappunto di federsci e campioni delle discipline bob e slittino, ma non è più tempo di spese folli per un Paese che in passato si è distinto per questi eccessi: deve prevalere una coscienza collettiva sulle nostre possibilità e sul freno necessario circa indebitamento. Il Ministro Abodi si è praticamente compiaciuto, dimostrando quel senso di responsabilità che dovrebbe distinguere ogni figura istituzionale. Questo il commento flash che ha pubblicato Italia Oggi, ripreso un inciso di Malagò, numero uno del CONI, pure lui per nulla turbato da questa saggia decisione.

Dopo tante ipotesi, arriva l’ufficialità: le gare di bob delle olimpiadi di Milano Cortina 2026 non si svolgeranno in Italia.
A confermarlo è il presidente del Coni Giovanni Malagò a Mumbai, durante la 141ma Sessione del Cio
Il numero uno del Coni ha spiegato che il governo non aveva più intenzione di proseguire con il progetto e il Cio ha preso atto dell’annuncio.
Ma se non in Italia dove? Tutto sembra portare alla pista di Innsbruck, visto il no secco della federazione tedesca e l’impossibilità di Saint Moritz vista l’assenza di ghiaccio artificiale e lo sfavore delle temperature a fine febbraio