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Non aprite quella piscina (coperta!)

C'è da temere un autunno insostenibile per le piscine coperte: meglio chiudere nei mesi freddi, piuttosto che fallire ph Mary Taylor by Pexels

Chiudere per salvare i gestori: in una fase così difficile, forse la scelta migliore è non insistere con le aperture per non creare danni peggiori a se stessi e a tutti gli attori coinvolti

prola@professioneacqua.it

Dopo un’estate che definire fantastica è poco, dal punto di vista dell’affluenza, l’autunno sembra portare con sé non pochi problemi. Primo fra tutti, l’aumento esponenziale dei costi energetici, che riguarda il metano ma anche l’energia elettrica e l’acqua, che hanno già fatto lievitare fino a quattro volte i costi energetici complessivi nella bolletta di luglio. Il costo dell’energia rappresentava mediamente un terzo del totale dei costi di una piscina coperta, ma nell’ultimo anno gli aumenti vanno dal 100% al 400%. Sarebbe impossibile ammortizzare anche un semplice raddoppio, figuriamoci un prezzo quadruplicato.

Grandi impianti, ancorchè moderni, devono pagare bollette a sei cifre quadruplicate e proibitive per la sostenibilità gestionale ph arquitecturaviva.com

Quello dell’energia non è però il solo problema. Tutti i costi sono lievitati, ad esempio quello dei prodotti chimici che è raddoppiato. Inoltre, con la caduta del governo le modifiche alla legge di riforma dello sport sono ferme. Senza queste modifiche, da gennaio i costi per il personale diventeranno improvvisamente insostenibili. A quanto detto si aggiunge l’inflazione che aumenta con gli stipendi fermi, ed il conseguente potere di acquisto degli utenti che cala.

Lo stillicidio degli aumenti dei costi, su tutti energia e gas, attanaglia le piscine coperte che non si sono ancora riprese dalla crisi economica seguita alla tragedia del Covid

Tutto questo accade in un momento che non si può certo definire tranquillo, perché le piscine coperte non si sono ancora riprese dalla crisi economica seguita alla tragedia del Covid. Molti gestori stanno ancora pagando i finanziamenti accesi nel 2020 e 2021, quando si pensava che la situazione si sarebbe risolta presto e bene. Per non farsi mancare nulla, i tassi di interesse sui finanziamenti stanno aumentando a causa dell’inflazione, rendendo più pesante l’onere finanziario.

Le piscine sono attese da un autunno difficilissimo, salvo sostanziosi aiuti (improbabili) dello Stato – ph Serhii Volyk by Pexels

La situazione non è solo molto difficile, ma è, quasi ovunque in tutta Europa, senza dubbio insostenibile.

I Comuni, in moltissimi casi proprietari delle piscine pubbliche coperte, hanno a loro volta problemi, perché il costo dell’energia si alza per tutto: scuole, uffici pubblici, case di riposo, ospedali.

In una situazione di emergenza come questa, purtroppo la piscina non è tra le priorità

Se si arrivasse a quello che moltissimi analisti danno ormai per certo, cioè una situazione economica molto critica per tutta la popolazione, è necessario prendere atto di qualcosa che, per chi vive di acqua clorata, è molto difficile ammettere, ma è indubbiamente vero: in una situazione di emergenza la piscina non è tra le priorità.

CHE FARE?

In una situazione del genere, che si può definire senza alcun dubbio straordinaria ed imprevedibile, ognuno deve fare la sua parte. Anche questa volta non andrà tutto bene, non ne usciremo migliori, non ci saranno arcobaleni dopo la tempesta. Ci sarà la tempesta, e lascerà a terra i danni. A questo bisogna pensare, non ad altro. Come quando le popolazioni abituate all’arrivo periodico degli uragani mettono in sicurezza le case inchiodando le finestre quando ancora c’è il sole.

Un gestore, per evitare il fallimento, non deve fare altri debiti, i Comuni devono cercare di sostenere chi gestisce le piscine e le banche devono comprendere di avere pazienza

Il gestore ha il dovere, nei confronti suoi ma anche dei dipendenti e dei fornitori, di cercare in tutti i modi di evitare il fallimento. Per questa ragione, non deve neppure lontanamente pensare di fare altri debiti. Questo deve essere il punto fermo dal quale partire.

Il Comune deve cercare di sostenere economicamente il gestore, perché il contratto di concessione prevede sempre, secondo il Codice dei Contratti, la facoltà, anche se non l’obbligo, di rivedere il piano economico finanziario in caso di eventi, appunto, eccezionali ed imprevedibili. Se non è in grado di farlo, perché ha altre priorità, deve prima di tutto salvaguardare il gestore (e con lui i suoi dipendenti e fornitori).

Questi grandi impianti come possono reggere i costi quadruplicati di energia e gas? Serve la collaborazione di Comuni e banche ph Cloe Lockly CF APMP

Le banche devono capire che in alcuni casi è necessario avere comprensione e pazienza. Un fallimento comporta perdere tutto il credito residuo, una rimodulazione od una sospensione temporanea del credito concede qualche speranza di rifarsi in futuro.

CHIUDIAMO LE PISCINE PUBBLICHE COPERTE E ATTENDIAMO TEMPI MIGLIORI

Vista l’assenza totale della politica, chiedere aiuti a gran voce forse va fatto, ma serve certo a ben poco. Quando tutti gridano, è difficile distinguere le singole voci.

Ora come non mai, sarebbe necessaria un’azione condivisa, un coordinamento dei gestori che mettano in campo una strategia comune, ma la passata esperienza del Covid ci ha insegnato che anche questo non è fattibile. Quindi ognuno sarà costretto a pensare per sé.

Sarebbero necessari un’azione condivisa e un coordinamento dei gestori per una strategia comune, ma la passata esperienza del Covid ci ha insegnato che questo non è fattibile

Ragionando secondo la teoria dei vincoli, i punti fermi sono: niente debiti ulteriori, ridurre le eventuali perdite di bilancio attualmente già presenti.

Le piscine d’estate non hanno grossi problemi e potranno quindi continuare a funzionare anche la prossima stagione. È possibile chiudere le piscine coperte durante il periodo invernale ed aprirle, ad esempio, da maggio ad ottobre compresi. È necessario però un accordo con il Comune, che non chieda canoni, o peggio citi per danni il gestore revocando il contratto. Le banche, a loro volta, devono sospendere le rate dei mutui nei periodi invernali nei quali gli impianti sono chiusi.

Le piscine condominiali o di club privati potrebbero essere una soluzione alternativa alle grandi piscine pubbliche ph Piscines de France

D’altra parte, quale sarebbe l’alternativa? Il fallimento del gestore, con danni ben peggiori al Comune ed alla banca per primi e una pesante ricaduta su dipendenti e fornitori. A tutti gli attori coinvolti quindi conviene cercare di sostenere il gestore in questo momento di crisi.

APRIAMO AL PUBBLICO LE PICCOLE PISCINE PRIVATE DI HOTEL, CLUB PRIVATI CONDOMINI

Nel frattempo, è possibile cercare un’alternativa per non interrompere completamente le attività. In Italia esistono molte piscine coperte di proprietà privata, al servizio di strutture turistico-ricettive, club privati e condomini. Piscine piccole, con costi di gestione molto inferiori a quelli di una piscina pubblica.

Necessaria una deroga temporanea per fronteggiare l’emergenza, rendendo accessibili al pubblico piscine medio-piccole private e condominiali per non interrompere l’ attività didattico-sportiva

La legislazione vigente non consente attualmente l’apertura ad un pubblico indifferenziato di queste piscine, che nella maggioranza dei casi non sono dotate di tutte le attrezzature a corredo richieste dalle norme. In una situazione di emergenza, sarebbe possibile concedere una deroga temporanea per lasciare, a chi lo desidera, la facoltà di aprire al pubblico queste piccole vasche, per continuare un minimo di attività didattico-sportiva.

ANCHE SE INUTILE, L’APPELLO AD UNIRE LE FORZE

Sono pochissime le speranze di riuscire a mettere d’accordo i gestori di piscine su un’unica linea comune. Si potrebbe rinunciare ad un coordinamento nazionale a favore di molti coordinamenti locali, che consentano ai gestori di coordinarsi per mettere in campo le stesse richieste con le stesse modalità. In questo modo, un Comune che si vede avanzare una richiesta da un gestore non potrebbe sperare di trovare un sostituto. Ma, forse, è proprio questo il punto… Per molti gestori, mors tua vita mea… Così, però, si muore tutti insieme.

Scritto da Rossana Prola