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Peloton, dopo il crollo dell’home fitness, punta sul B2B

Peloton cerca di rilanciarsi nel canale Professional ph Peloton

Alla serie di inciampi e flop che hanno fatto precipitare in borsa il titolo, l’azienda americana, dopo l’altro mezzo fallimento con Precor, ora lancia una divisione dedicata al corporate senza escludere palestre, centri medici e hotel

L’ultimo biennio ha visto Peloton protagonista delle cronache, ma con notizie costellate di insuccessi e di una regressione inarrestabile, seguita alla provvisoria iper-performance di vendite e in borsa, “drogata”dal periodo covid e lockdown.

Wbox ha regolarmente documentato le fasi prima positive, poi sempre più negative del gruppo americano, non ultima quella di Precor, che è stata svincolata dal brand Peloton – che l’acquisì tre anni fa-, dopo che il brand di attrezzature professionali ha subito un discreto tracollo per colpe di Peloton.

Peloton intende rendere accessibile ad un numero illimitato di clienti la sua bike utilizzata in hotel, palestre residenziali o centri sportivi senza costi ph Peloton

Quindi, pur restando la leader nell’home fitness, ora l’azienda statunitense mira ad affermarsi in ambito professionale, scelta che in pratica contraddice le sue origini, anche perché il portafoglio prodotti (per ora) è identico per B2C e B2B.

La scelta di aggiornamento strategico è anche figlia dell’incarico di CEO, della divisione dedicata al canale professionale, recentemente affidato a Greg Hibl, esperto nello sviluppo del B2B.

In questa logica e in linea con il rilancio strategico, Peloton ha avviato una serie di partnership con brand di grandi gruppi come Hilton, Dropbox, Volvo, YMCA, Sequoia, definendo comunque tre diversi indirizzi di servizio.

L’ app di Peloton è considerata un plus da offire alla clientela corporate ph Peloton

Uno punta ad allargare la platea di utilizzatori del prodotto di punta di Peloton, la bike, però senza costi, come avviene per qualsiasi attrezzo cardio in palestra: chiunque potrà utilizzarla senza spesa in hotel, palestre condominiali e centri polifunzionali.

Un secondo indirizzo punta a privilegiare con l’app Peloton la parte corporate ovvero il personale di aziende con una serie di benefit e la facilitazione d’ingresso nella community virtuale di Peloton.

Il terzo intende rafforzare il rapporto con i diversi partner in modo che ci sia uno scambio di benefit offerti anche da parte di chi aderisce al progetto.

Una prima impressione è che questo sia l’ennesimo tentativo di dubbia efficacia, anche per tenere buoni gli investitori, dopo i ripetuti rovesci in borsa di Peloton.

È anche vero che questa strategia basata su tre indirizzi di servizio è studiata soprattutto per il mercato americano, dove la parte corporate e le partnership hanno un peso ben diverso da quello che rileviamo in Europa e soprattutto in Italia.

Appare chiaro che più che alle palestre, dove i competitor leader sono agguerritissimi, Peloton, sotto la guida di Hibl, guardi con fiducia al segmento corporate, contando su personalizzazione del servizio offerto per ciascun cliente, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda in cui opera e privilegiando soprattutto le piccole e medie imprese.

Dovremmo essere più indulgenti, ma nella nuova strategia di Peloton non cogliamo nulla di diverso dai proclami di altre aziende che hanno una solidità storica nel canale professionale e ottengono risultati poco insidiabili.

ph Peloton

Di sicuro restano i numeri che ogni azienda riesce ad esprimere e, per Peloton, anche negli ultimi nove mesi, pur registrando una riduzione delle perdite del 35%, impressiona per l’ulteriore pesante erosione degli utili, che tocca il -25%. Ad oggi Peloton ha annunciato tante novità strategiche, ma il risultato per ora ha sempre segno negativo.

Per saperne di più questo è il link che collega alla sezione Peloton for Business https://business.onepeloton.com/

Scritto da redazione