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Peloton ridimensiona e aumenta i prezzi per rilanciarsi

Peloton taglia posti di lavoro e shop per rilanciarsi - ph peloton.com

L’azienda leader dell’home fitness nel corso dell’anno prevede la chiusura di 86 punti vendita e un taglio rilevante del personale: obiettivo ridurre le perdite e dare forza ai primi segnali positivi dalla borsa

Il CEO di Peloton, Barry McCarthy, imprime un’accelerazione ai cambiamenti varati da qualche mese e premiati dalla borsa americana con un +14% del titolo, caduto vertiginosamente nel corso degli ultimi 12 mesi.

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Una strategia che punta su un’inversione di tendenza e ritorno alla crescita dei ricavi e alla riduzione o azzeramento delle perdite.

Come accade spesso nelle imprese americane focalizzate solo sul business, i nuovi provvedimenti prevedono il taglio di 800 posti di lavoro e la chiusura di 86 shop monomarca.

Contrariamente alla recente decisione di riduzione dei prezzi, secondo un’indiscrezione di Bloomberg, il cavallo da battaglia di Peloton, la Bike, e il Treadmill subiranno un aumento del listino superiore al 15%.

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Sicuramente Mc Carthy ha idee chiare, ma modificare nell’arco di un quadrimestre certe decisioni non è un segnale di lucidità strategica, a meno che la politica elastica dei prezzi non fosse stata programmata.

Di fatto anche gli abbonamenti, per la prima volta nella storia di Peloton, hanno subito il primo aumento nel maggio scorso, pure restando una priorità l’avvicinamento a Peloton di nuova clientela.

Si ricorderà che, in una delle passate notizie sull’azienda statunitense, si aggiornava sullo stop alla produzione interna delle attrezzature, sempre per ridurre i costi.

I numeri, tuttavia, danno indicazioni non lineari: emerge che i costi strutturali sono ottimizzati e che nell’ultimo trimestre fiscale i ricavi toccano i 751,7 milioni di dollari. Ma le perdite dei primi 9 mesi fiscali restano molto alte, con oltre 1,5 miliardi di dollari al passivo.

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Fonte parziale Palco23

Scritto da redazione