Parte prima: materiali ed acqua. Alcune scelte prevengono rischi, pur comportando investimenti che hanno ricadute molto positive costi di manutenzione, comfort e durata
Un aspetto ancora poco considerato nella realizzazione delle piscine riguarda l’igiene dei materiali. Normalmente è materia fortemente connessa ai processi produttivi nel comparto agroalimentare, in stretta relazione ai vari protocolli di prevenzione igienico sanitaria (come l’HACCP), ma raramente trattata nel mondo dell’acquaticità.

Va allora sottolineato un aspetto importante anche sotto il profilo normativo: per nessun alimento messo in commercio è richiesta un’autorizzazione ministeriale, mentre per l’acqua in genere ed in particolare per quella imbottigliata e venduta diffusamente è necessaria un’autorizzazione specifica rilasciata addirittura dal Ministero della Salute. L’acqua, infatti, è tutt’ora considerata alla pari di una medicinale e, come tale, deve sottostare ad una serie di accertamenti (quali verifiche tossicologiche e farmacologiche) prima di essere messa in commercio. Cosa ancor più complessa, per quanto attiene all’utilizzo dell’acqua naturale nel contesto termale (anche se solo per uso balneologico).
E nella normativa vigente nulla si dice a proposito dei materiali con cui l’acqua viene a contatto
Ma le stesse acque possono essere utilizzate nelle nostre piscine senza alcun requisito particolare se non che siano potabili (D.Lgs 31/2001).
E nella normativa vigente nulla si dice a proposito dei materiali con cui l’acqua viene a contatto. Eppure tutti gli operatori dell’acquaticità ed anche molti utenti possono notare ogni giorno che alcuni dei componenti delle piscine, pubbliche e private, siano esse vasche all’aperto o piscine coperte, soffrono di molteplici problemi. Ossidazione di componenti metalliche, macchie e muffe su taluni componenti lignei, processi degenerativi sulle fughe delle piastrelle di pavimenti e rivestimenti, muffe ed incrostazioni varicolori su spigoli e pareti di muri e coperture.
L’acqua è fortemente corrosiva, anche sotto forma di umidità diffusa, e quella delle piscine lo è molto di più per i trattamenti generalmente ossidativi che riceve
E questo per ciò che si nota ad occhio nudo. Se poi andiamo ad effettuare tamponi microbiologici sulle superfici, troppe le sorprese – amare – che ci aspettano. Spesso quello che non vediamo è peggio: corrosioni passanti in condotte di acciaio, su dispositivi di manovra (leve, manopole, valvole, pompe, raccordi in vari metalli) e su tutte le componenti metalliche che si trovano negli ambienti (dalla rubinetteria, alla raccorderia di ancoraggio). L’acqua, si sa, è fortemente corrosiva, anche sotto forma di umidità diffusa, e quella delle piscine lo è molto di più per i trattamenti generalmente ossidativi che riceve per rimanere igienicamente corretta.
Molti dei problemi sinteticamente descritti potrebbero essere evitati se, in fase di progettazione e realizzazione, si considerasse adeguatamente l’igiene dei materiali.

Ma cos’è questa “igiene dei materiali”? È l’insieme delle informazioni e delle caratteristiche che ci chiariscono preventivamente l’idoneità di ogni materiale a venire contatto con l’ambiente umido o bagnato ad esempio della piscina senza indurre conseguenze tipo quelle indicate.
Molti problemi possono essere evitati se, in fase di progettazione e realizzazione, si considerasse adeguatamente l’igiene dei materiali
Iniziamo a specificare alcuni punti fondamentali.
L’acqua non ama nessun metallo. Se lo trova, lo corrode fino a demolirne le caratteristiche chimico fisiche.
L’acqua è ionicamente molto conduttrice: quindi non può venire a contatto con le correnti elettriche dirette od indotte e risente dei campi elettromagnetici, modificando la propria struttura molecolare.

L’acqua detesta gli spigoli. Avete mai visto un ciottolo in riva al fiume o sulla spiaggia del mare con forme che non siano sferiche, ovali o elissoidali?
L’acqua imbibisce facilmente ogni corpo assorbente sia esso anche una sottilissima superficie, dove crea condizioni ideali per divenire rapidamente nicchia biologica dove possano annidarsi batteri e forme organiche microcellulari.
L’acqua non ama nessun metallo. Se lo trova, lo corrode fino a demolirne le caratteristiche chimico fisiche
L’acqua intacca facilmente il legno. Attraverso complesse reazioni ossido riduttive lo altera fino a dissolverlo nel tempo. E tutte le sostanze organiche con cui viene a contatto (fibre, tessuti, supporto organici per vernici e coloranti, pellicole a base organica, etc.) Nel frattempo tali materiali diventano luoghi ideali di sviluppo di forme organismi anche patogeni.
L’acqua per natura si muove molto lentamente quando nascosta. Anche le fughe delle piastrelle di rivestimento possono divenire microscopiche vie d’acqua, dove si possono annidare muschi e licheni che a loro volta ospitano molteplici batteri e virus.
Prevenire le condizioni perché l’acqua inneschi i problemi: con adeguate scelte tecnologiche e merceologiche e con molto buon senso
L’acqua cambia spesso di stato. Da liquido a vapore e da liquido a ghiaccio: bastano piccole variazioni di temperatura e si creano le condizioni per l’innesco di processi invisibili che quando si manifestano hanno già avviato un problema igienico (vi ricordate le muffe sugli angoli delle pareti verso l’esterno degli spogliatoi?). E questi sono solo alcuni dei punti di riflessione. Allora che fare?
Semplice: prevenire le condizioni perché l’acqua inneschi i problemi. Con adeguate scelte tecnologiche e merceologiche e con molto buon senso.

Evitare dunque l’impiego di metalli le cui superfici vengano a contatto con l’acqua. Sono infatti disponibili sul mercato molte soluzioni sostenibili. I policarbonati, ad esempio, sostituiscono efficacemente la rubinetteria metallica. Il PVC-C presenta incredibili caratteristiche che lo rendono un efficace (ed economicamente vantaggioso) sostituto delle condotte. Indice di scabrezza più vicino al vetro (e quindi non suscettibile di formazione di biofilm od incrostazioni). Dielettrico quasi perfetto. Termicamente molto stabile. Facile da posare ed installare con molteplici raccordi. Le pompe per sollevamento o spinta non devono avere nessuna parte di contatto interno a contatto con l’acqua (le giranti in metallo sono rivestite in polimeri idonei o teflon).
Per l’interno vasca da tempo il pvc plastico è l’ideale per le evidenti caratteristiche di elevata igienicità rispetto a qualsiasi altro tipo di rivestimento
Le linee elettriche debbono correre a non meno di un metro e mezzo dalle condotte per acqua (anche se in polimeri sintetici) e possibilmente essere adeguatamente schermati. Evitare gli incroci a 90°. Nella scelta di pavimenti e rivestimenti evitare materiali permeabili e/o porosi. Per la fuga utilizzare colle di nuova generazione, impermeabili perchè cristallizzanti. Negli arredi non utilizzare mai materiali naturali (come il legno se non trattato appositamente) e preferire, dove possibile, il ricorso ai polimeri di nuova generazione (come il metacrilato o il corian).

Per l’interno vasca da tempo il pvc plastico è l’ideale per le evidenti caratteristiche di elevata igienicità rispetto a qualsiasi altro tipo di rivestimento.
L’igiene dei materiali prevenga problemi più o meno grandi, ma in ogni caso costi di gestione molto elevati
E questi sono solo piccoli esempi. Esempi di come in parole povere l’igiene dei materiali prevenga problemi più o meno grandi, ma in ogni caso costi di gestione molto elevati che potrebbero essere evitati. Forse per seguire le scelte dettate dall’adozione di corretti criteri di igiene dei materiali (e delle forme, ma per questo tratteremo in seguito) l’investimento inziale potrebbe essere maggiore rispetto ai criteri tradizionali, ma viene ampiamente ripagato dai minori costi di manutenzione, dal maggior comfort e dalla maggior durata di tutto l’equipaggiamento e l’arredo della piscina. Provare per credere!
Gianni Gurnari gurnari@benaquam.com
