Il quadro supera ampiamente la soglia di allerta e, al di là delle constatazioni deprimenti, serve prendere atto delle insidie incombenti e agire da ora, sperando nella necessaria intesa fra categorie del settore, alla stregua di quanto sanno fare con successo altri comparti. Diversamente, molti soccomberanno
Dopo tanta siccità è arrivata la pioggia. Ma i mutamenti climatici non si sono fermati con conseguenti nubifragi, alluvioni e disagi con relativi danni. Queste piogge non potranno certo bilanciare il deficit idrogeologico accumulato per oltre 8 mesi. Il bilancio per il nuoto e per l’acquaticità in genere invece registra ulteriori difficoltà.
Se da una parte i recenti successi sportivi hanno esaltato il settore preannunciando un notevole incremento attrattivo per la piscina, soprattutto per la popolazione giovanile, c’è da chiedersi seriamente e con sano realismo a che punto sia la situazione delle strutture natatorie o comunque legate all’acqua. Alcune considerazioni circa i riferimenti principali.

CRISI ENERGETICA: sia la pandemia da Covid, che le mutate condizioni climatiche e soprattutto la guerra scatenano gli istinti peggiori di una Umanità che sta perdendo la sua identità. In questo contesto proliferano le incredibili speculazioni di chi vende i prodotti energetici in regime praticamente di monopolio.
I problemi pesantissimi del comparto piscina dalla politica non vengono nemmeno considerati: non assicurano consenso elettorale
Di fatto ci guadagna sempre lo Stato e un grappolo di imprenditori “di gradimento” o addirittura diretti gestori del primo soggetto. E non è bastato avere un grande tecnico della finanza per cambiare il meccanismo attraverso i cui criteri la politica (di partito) si arricchisce. Tra mille problemi, quelli del comparto piscina semplicemente non vengono nemmeno considerati. Non ci sono i numeri e nemmeno quelli relativi ai potenziali elettori…

CRISI ECONOMICA: se ne parla ogni giorno, ma tutto il commercio, i servizi e le forniture non fanno altro che aumentare i prezzi, senza alcun controllo. Senza regole assistiamo ad un aumento dei prezzi ingiustificato anche per beni di largo consumo che non sono energivori. Salari e pensioni fermi ed inflazione a quasi due cifre!
Quello della sostenibilità sta diventando un bel romanzo, che rimane in gran parte inattuabile considerate le condizioni al contorno
CRISI CLIMATICA: si continuano a contare i danni diretti ed indiretti di quanto previsto da almeno una ventina d’anni. Ma praticamente nulla è stato realizzato in termini di contromisure e nulla si sta facendo per ridurre le cause di questo rapido cambiamento globale non solo del clima, ma del paesaggio e delle condizioni di vita. Troppi interessi di ben altro tipo ostacolano le buone intenzioni di molti ed in realtà un piano industriale e sociale in questo senso, al di là di tante promesse, non è ancora realmente attuabile. Anzi quello della sostenibilità sta diventando un bel romanzo, che rimane in gran parte inattuabile considerate le condizioni al contorno. E l’elemento fondamentale ed irrinunciabile anche per il mondo dell’acquaticità (…l’acqua) non è mai citato dai politici, amministratori, gestori della risorsa e molti di quelli che dovrebbero occuparsene nei fatti. Ma rappresenta la vera EMERGENZA di questo periodo buio e triste.
E molto altro ancora che ognuno vive in modo personale.
Clima e sostenibilità: l’elemento fondamentale ed irrinunciabile anche per il mondo dell’acquaticità (…l’acqua) non è mai citato dai politici
Ma le conseguenze cominciano ad essere gravi.

Di fronte ad una narrativa che riempirebbe intere biblioteche, i fatti sono quotidiani sono inclementi per il nostro comparto: gestori di impianti che si ritirano per insostenibilità dei costi; personale che continua ad abbandonare per cercare nuove possibilità di impiego in altri settori; molte famiglie che ipotizzano di non poter sostenere i costi di palestre e piscine per i loro figli; manutentori che non hanno il denaro per la gestione ordinaria. Infine, mancate risorse per il rinnovamento e l’adeguamento ad una richiesta sempre più articolata non sono che la punta di un immenso iceberg che rimane al momento sommerso, ma che finirà per emergere se almeno i maggiori conflitti in corso non finiranno a breve,
Le mancate risorse per il rinnovamento e l’adeguamento degli impianti non sono che la punta di un immenso iceberg che rimane al momento sommerso ma che emergerà
Quindi un quadro senza speranza? Senza prospettive? Esiste un ombrello per tentare di ripararsi da questa pioggia di guai….

Improrogabile il contesto in cui bisogna rapidamente decidere cosa fare per non finire peggio. Il tempo sta per scadere: tutto il settore dell’acquaticità DEVE trovare la forza e la determinazione per scelte fuori dall’ordinario, o molte strutture chiuderanno (diverse hanno già chiuso), forse per sempre.
La speranza è che produttori, progettisti, imprenditori e gestori superino gli antagonismi noti e si gettino, insieme, nell’individuare i punti per determinare i criteri di intervento sulla scia di esperienze che vantano decenni e insegnano molto (fra le altre turismo, industria, per molti versi il termalismo). Anche evitando di attendere la famosa manna dal cielo, che significa rimboccarsi le maniche, oggi.

La scienza si interroga sui limiti dello sviluppo possibile. Tutti noi dobbiamo impegnarci a perseguire la possibilità di avere una acquaticità a valore aggiunto, dove la ricerca e la sperimentazione siano condotti da team di specialisti non solo esperti, ma anche culturalmente preparati ad affrontare le enormi sfide del presente.