Il tema della siccità sembra non incontrare le giuste attenzioni da parte di un settore, quello delle piscine, ma in generale di tutto lo sport, non comprendendo che il problema potrebbe avere conseguenze ben peggiori della crisi pandemica. La lettera di Gianni Gurnari
L’APPROFONDIMENTO DEL WEEKEND
Abbiamo tacciato di irresponsabilità i politici e le istituzioni che si ridestano in merito al problema della siccità dopo aver lasciato scorrere quasi nove mesi senza nulla fare o dire. Salvo ridestarsi dal letargo parlando di programmi e miliardi da investire, sfuggendo ai più che i problemi di scarsità di acqua della scorsa estate, nei prossimi mesi potrebbero essere ben più drammatici.

E non serve celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua, con iniziative fiume come quella di Aquae tenutasi a Roma, che è apparsa più come una passerella riservata a personalità e politici di ogni tipo ed estrazione; forse avrebbe avuto più senso una sessione dove si parlasse di soluzioni concrete e piani d’azione nel rispetto di un programma chiaro, ben calendarizzato e rassicurante per gli Italiani e il Sistema Paese.
Nel cui Sistema rientrano ovviamente anche lo Sport e le Piscine, dove per piscine non intendiamo solo gli impianti per nuotare, ma il mondo che gravita intorno all’industria della piscina: hospitality, termalismo, medicale-riabilitativo, residenziale, turistico e molto più, inclusa la filiera di fornitura e costruzione.

Ad essere sinceri, a parte un’apparizione limitata concessa a Ferruccio Alessandria e a rappresentanti del termalismo, ad Acquae il comparto piscine trasversalmente inteso, in merito al serissimo problema della scarsità di acqua, ha dato ben pochi segnali; anzi, in molti casi non ne ha proprio dati.
Magari ne darà quando incominceranno a razionale l’acqua (speriamo mai) e sarà troppo tardi per intervenire? E lo sport che dice? Potremo non irrigare i campi sportivi in erba o bagnare quelli da tennis in terra rossa o azzerare docce e servizi dei complessi sportivi?
A dare sostegno a queste considerazioni, in redazione abbiamo ricevuto una lettera di Gianni Gurnari, grande esperto in materia che, molto spesso, ci onora di articoli a sua firma che pubblichiamo su wbox.it o su HA Wellbeing.
Una lettera che merita un’attenta lettura e che qui riportiamo integralmente. Magari dopo la lettura, proviamo a pensare cosa ognuno di noi possa e debba fare, per dare il via ad un agire di sostanza.
Perché non ci sono solo crisi energetica, caro bollette, inflazione e costi alti delle materie prime: l’allarme idrico è il vero grande problema planetario e sport e piscine potrebbero essere le prime vittime di un’emergenza siccità.

RILFESSIONI CON UNA PUNTA DI AMAREZZA
Non serve celebrare la Giornata dell’Acqua se i mesi prima non abbiamo davvero fatto qualcosa ed il giorno dopo ci dimentichiamo della risorsa essenziale per la vita di noi stessi e del Pianeta
Caro direttore,
scrivo queste righe perché ho la sensazione con non riusciamo a renderci conto dell’enormità del problema della crisi idrica: forse perché sto invecchiando, ma sono sempre più sensibile all’ indifferenza per la risorsa più importante per ognuno di noi e per la Terra.
Anche quest’anno la Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo ndr) è stata caratterizzata da un silenzio assordante, soprattutto da parte di chi con l’acqua ci vive. E parlo del nostro comparto che l’unica cosa che sta facendo è quella di portare avanti i discorsi di 40 anni fa, attendendo soldi che non arriveranno mai!

Eppure è un settore con eccellenze sportive, mirato all’educazione ed all’insegnamento (anche scuola di vita), fonte di inesauribili risorse per la sanità, il wellness e molto altro: insomma un potenziale enorme sotto il profilo socio economico. Comparto in grave difficoltà per il pesante momento economico e incapace di costituire una componente imprenditoriale rappresentativa e quindi unica.
Sembra che il tema dell’acqua, il bene di riferimento per le piscine, lo sport, il termalismo e il wellness, sia stato delegato ad altri
Ancora oggi la vasca, la piscina sono viste come una fonte economica (nel privato) ed un costo sociale (nel pubblico). Come le offerte in acqua di terme e centri benessere sono considerati ambiti diversi, senza precise connotazioni che le possano riportare ad un unicum caratterizzato da qualità e quantità condivise seppur con connotazioni ben diverse.

Ma sembra che il tema dell’acqua, il bene di riferimento, sia stato delegato ad altri. Un atroce ed immenso gap culturale.
Sono ormai molti gli anni in cui i cambiamenti climatici sono talmente evidenti da dover pensare al peggio: il deserto non è poi così lontano, ma sembra che interessi solo agli ambientalisti e ai pseudo tali. Anche per far passerella. E la nomina di un commissario ad hoc per la siccità non cambierà nulla; se non i costi a carico dei contribuenti per pagare politici a cui non interessa per niente il nostro settore, anche per l’incolmabile deficit di una reale cultura sulla materia: e cosa si può cambiare quando i buoi sono scappati dalla stalla?
Il mondo è cambiato, ma la maggior parte degli addetti ai lavori non se ne è accorto o non si è adeguato alle nuove necessità.
Il mondo è cambiato, ma la maggior parte degli addetti ai lavori non se ne è accorto e non ha cambiato nulla rispetto a quanto era già sbagliato prima della pandemia
Tuttavia siamo in buona compagnia: gli operatori di spiaggia, i pescatori, l’imprenditoria degli aquapark, e molti altri che operano con l’acqua (compresi i gestori dell’acquedottistica pubblica), i titolari di aziende che imbottigliano acqua e bibite, industria della trasformazione agroalimentare e molto altro, sembrano assenti da uno scenario che riguarda tutti, ma in particolare loro, demandando alla politica responsabilità e soluzioni che spesso hanno solo il sapore spudorato degli interessi di bottega o privatistici.

Non serve celebrare la giornata dell’acqua se i mesi prima non abbiamo davvero fatto qualcosa ed il giorno dopo ci dimentichiamo della risorsa essenziale per la vita di noi stessi e del Pianeta.
Sono amareggiato e confuso come non mai e mi chiedo cosa sto lasciando ai miei nipoti.
Grazie per le condivisioni
Gianni Gurnari