Reazioni equilibrate e abbastanza convergenti sono emerse nel corso dell’appuntamento ASI e dell’incontro di venerdì 23 giugno, a poco più di una settimana dall’entrata in vigore della riforma
Mancano ormai pochi giorni all’atteso varo definitivo della riforma dello sport fissato per il 1°luglio.
Nonostante alcuni (forse troppi) ancora sperassero in un poco accettabile posticipo ulteriore, finalmente siamo al via, come conferma anche il ministro dello sport Andrea Abodi. Il suo pensiero, già riportato in precedenza da wbox, è stato ribadito nell’incontro di venerdì 23 giugno del ministro con i vertici istituzionali sportivi.
Resta ancora incerto invece il vincolo dei mandati che richiederà un aggiornamento normativo nel breve termine. Sul fronte riforma sembra invece tutto pronto (o quasi: sono ancora poco chiari alcuni punti) per l’attesa entrata in vigore della riforma.
Al convegno ASI di sabato 24 giugno. il Ministro Abodi si è espresso in questi termini, palesando competenze e la capacità di padroneggiare numeri che i suoi predecessori di certo non avevano (si ricorderà quando Spadafora parlava di circa 260.000 collaboratori sportivi operanti nel nostro settore…)

” La Riforma dello sport sarà a rilascio progressivo e ci sarà un atterraggio morbido perché fino al 31 dicembre non ci saranno sanzioni. La Riforma riguarderà 495.000 persone divise in 3 categorie: l’82% guadagnano fino a 5000 euro, il 16% sono tra 5000 e 15.000 euro, mentre solo il 2% supera i 15.000 euro, e non ci sarà impatto Irap fino a 85.000 euro.
Stiamo lavorando con l’Inail per far sì che non ci siano sovrapposizioni, perché per questi lavoratori ci sarà una polizza assicurativa che copre i rischi. Inoltre, le comunicazioni al centro dell’impiego saranno attuate con tempi diversi rispetto alla normalità, conoscendo le differenze tra lavoro e lavoro sportivo. Infine il libro unico del lavoro sarà attuativo entro fine anno e quindi dopo sei mesi dall’entrata in vigore della Riforma”. Alla fine del suo intervento il Ministro Abodi ha ricordato che il decreto correttivo della Riforma è all’esame delle Commissioni Cultura e Lavoro di Camera e Senato, e che è possibile ancora avanzare delle proposte migliorative della Riforma, pur senza stravolgerne i principi di fondo.
Nel merito dell’incontro del 23 giugno, è invece puntualmente intervenuto, via LinkedIn, Diritto e Sport, di ItaliaOggi, con l’articolo richiamato dal link e pubblicato a firma Michele Damiani, che riportiamo integralmente dopo il post social riferito all’incontro della settimana scorsa

Questo il breve commento social di Diritto e Sport
Le reazioni dopo l’incontro tra il ministro Abodi e i rappresentanti dello sport, dalle federazioni ai sindacati
Malagò: “Ho fatto presente il livello di preoccupazioni che esistono nel nostro mondo, fermo restando che nessuno è contrario a tutelare i diritti delle persone che lavorano nel mondo dello sport. È chiaro che c’è un po’ di disordine; sono stati evidenziati alcuni aspetti molto tecnici”.
Binaghi: “Questo è un mondo che non si sa riformare e che, quando qualcuno finalmente ci prova, cerca sempre il rinvio e mette il pallone in fallo laterale invece di dire grazie e di fare il proprio dovere”

Ieri l’incontro tra il ministro Andrea Abodi e i rappresentanti dello sport, dalle federazioni ai sindacati
Il tavolo dello sport italiano
La riforma e il limite dei mandati al centro del confronto con gli organismi
La riforma dello sport, che è una norma “sacrosanta”, ma che desta ancora molta preoccupazione nel settore. Il limite dei mandati, in attesa della decisione della Consulta, che probabilmente vedrà un nuovo intervento normativo. E poi la giustizia, il vincolo, i prossimi decreti e il conto alla rovescia in vista del 1° luglio. Sono stati questi i temi principali dell’incontro andato in scena ieri tra il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi e i vari organismi sportivi, dalle federazioni ai sindacati, passando per le altre realtà che gestiscono lo sport italiano.
Molte le dichiarazioni emerse a margine dell’incontro. Abodi si è soffermato sull’imminente riforma e la sua importanza: “la cosa fondamentale è che tutti insieme riusciamo a mettere in condizione Asd e Ssd di capire quale impatto avrà questa norma sacrosanta, che riconosce diritti e dignità al lavoro sportivo e dall’altra consente ai datori di lavoro di vedere semplificati gli adempimenti. Chiudiamo la fase ricognitiva il 30 giugno e la riforma entrerà in vigore il primo luglio. Ci sarà un cuscinetto temporale che il ministero del lavoro regolerà in termini di non sanzionabilità. Sarà un 2023 di rodaggio e una sanzionabilità che si produrrà di fatto dal prossimo anno”. Per quanto riguarda il limite dei mandati, il ministro lo ha definito “un tema affascinante” che sarò affrontato “per rendere l’Italia un paese normale”.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha invece parlato di “un incontro molto utile e molto importante in cui ho fatto presente il livello di preoccupazioni che esistono nel nostro mondo, fermo restando che nessuno è contrario a tutelare i diritti delle persone che lavorano nel mondo dello sport. È chiaro che c’è un po’ di disordine; sono stati evidenziati alcuni aspetti molto tecnici”. Sul limite dei mandati, ha aggiunto poi il numero uno del Comitato olimpico, il ministro “si è riservato di prendersi qualche giorno di tempo. Ha detto che non è stato bello andare alla Corte costituzionale, ma ha anche sottolineato che quando si pronuncerà sulla legittimità della legge ci sarà un correttivo, in un senso o nell’altro”.
Giudizi positivi sull’operato del ministro sono arrivati dal presidente della Federazione italiana tennis e padel Angelo Binaghi: “Il ministro Abodi è stato molto bravo. C’è stato l’ennesimo tentativo di restaurazione con rinvio della norma, con richiesta addirittura al 1° gennaio. Questo è un mondo che non si sa riformare e che, quando qualcuno finalmente ci prova, cerca sempre il rinvio e mette il pallone in fallo laterale invece di dire grazie e di fare il proprio dovere di dirigenti dilettanti nell’assecondare e cercare di efficientare la norma”. Sul caso mandati, che riguarda anche il numero uno del tennis italiano (è presidente dal 2001), ha affermato come siano arrivate “risposte equilibrate: sostanzialmente serve un’ulteriore riflessione, anche se l’argomento non entusiasma, sembra che qualcosa cambierà in attesa della Corte costituzionale”.
All’incontro hanno preso parte anche i principali sindacati dello sport italiano. Erano presenti, infatti, i rappresentanti degli atleti e dei tecnici aderenti alla Cids (che riunisce Aic, Accpi, Aip, Giba, Air e Aiac), le rappresentanze degli arbitri di calcio Aia e le associazioni dei direttori sportivi Adise e Adiscop. “Tutte le associazioni”, si legge nella nota congiunta diffusa ieri, “hanno apprezzato la coerenza del ministro Abodi nel mantenere gli impegni presi al momento dell’insediamento, sottolineando che si rendono comunque necessarie alcune migliorie da apportare al testo di legge in ambito previdenziale, sull’ apprendistato e la definizione degli accordi collettivi”. Le associazioni hanno poi sottolineato la loro delusione per la “mancata abolizione del vincolo sportivo, norma che il ministro si è impegnato a rivedere in senso migliorativo insieme alle rappresentanze di tecnici e atleti”.Fonte: https://www.italiaoggi.it/news/il-tavolo-dello-sport-italiano-202306241353572798