È una specialità nazionale: mesi e mesi di letargo per scatenarsi tutti a 30 giorni dal varo della norma fra richieste di modifiche che ognuno propone, convegni a go go e opinioni fra le più disparate: riusciremo a normare in modo definitivo lo sport e il lavoro sportivo?
Ha quasi dell’incredibile ma, dopo la decisione di prorogare al 1° gennaio 2023 e di un ulteriore semestre poi, ad un mese dal via ufficiale della norma attesissima, assistiamo allo stillicidio delle proposte di modifica ed emendamenti che fioccano da ogni parte: dai vertici istituzionali, dalle associazioni rappresentative, dalle diverse categorie di professionisti e di operatori specializzati e, ovviamente, dagli addetti ai lavori.

Con i sindacati che non vedono l’ora di poter essere protagonisti anche nel mondo dello sport, possibilità che verrà formalizzata meglio con la Riforma ufficialmente valida dal 1° luglio. Vero che i lavoratori vanno sempre tutelati, ma siamo anche consapevoli di che problematiche si innescheranno con l’ingresso dei sindacati.
Non sorprende meno il fatto che ora ci si accorga che a luglio, a stagione 2022-23 ancora in corso, cambiare le regole e i contratti ai collaboratori sia un problema (ma a gennaio a cosa pensavamo?) auspicando un ulteriore proroga a fine anno, quando al prossimo 31 dicembre saremo comunque a stagione 2023-24 avviata e avremo le medesime criticità da affrontare.

E poi i costi aggiuntivi per le ASD e SSD – anche questo era noto a tutti e avrebbe dovuto esser compensato da altro, come avviene per tutte le società commerciali – il distinguo sicuramente necessario fra piccole e grandi società sportive – quali i parametri per definirle? Ma sei mesi fa a queste considerazioni non ci eravamo ancora arrivati? – l’IVA, per alcuni da ridurre al 4% per altri attualmente eccessiva ed insostenibile per come verrebbe applicata con la riforma.
A RiminiWellness il tema centrale sarà soprattutto la riforma, così come sta avvenendo nei numerosissimi webinar e convegni di questi giorni.
E poi la segnalazione puntuale di Diritto e Sport, circa quanto discusso e presentato dai rappresentanti dei commercialisti e dei notai, mentre in altre sedi si stanno pronunciando i manager ed altre ancora gli avvocati.

Mancano esattamente 30 giorni al varo definitivo della norma: pensavamo che il testo della riforma avrebbe subito qualche ritocco, ma dalle richieste avanzate le modifiche potrebbero essere tante e molto importanti. Viene da porsi la domanda: ma perché prima di scrivere approvare il testo non si è arrivati ad un vero tavolo di confronto fra chi rappresenta lo sport e chi è esperto di certe materie, senza che il legislatore si affidasse ad manipolo di burocrati che in merito alla chiarezza di quello è stato scritto e alle voragini interpretative sono ineguagliabili fenomeni della complicazione ossessiva di tematiche che invece dovrebbero essere accessibili, semplici e lineari?
La risposta è una sola: siamo in Italia. Ma della Legge dello Sport il mondo dilettantistico, le società sportive e di gestione, gli operatori, i lavoratori, gli atleti hanno vitale bisogno. Speriamo che il 1° luglio il comparto sportivo italiano possa definitivamente decollare verso una dimensione ben diversa di quella attuale e del passato.
Questo il commento riportato da Diritto e Sport via social

Michele de Tavonatti, vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili: “È di tutto interesse per il Consiglio nazionale proporre alcuni accorgimenti all’attuale disposto normativo, sfruttando anche l’emanazione del prossimo decreto correttivo annunciato nel corso di questo convegno con il fine di correggere quelle previsioni che potrebbero risultare di difficile applicazione per gli enti sportivi dilettantistici. Con questo fine, insieme a Terzjus e al Consiglio nazionale del Notariato, abbiamo preparato un pacchetto di proposte emendative, affinché il legislatore possa prendere atto dei miglioramenti che potrebbero realizzarsi con un limitato intervento normativo”