di Marco Tornatore, redazione@euroaquatic.it
Le straordinarie imprese dei nostri atleti alle Paralimpiadi e alle Olimpiadi hanno emozionato una nazione, orgogliosa di cotanti successi, con puntuale corsa di politici ed istituzioni ad apparire glorificando lo sport.
Un copione noto. Politici e vertici istituzionali si dimenticano con altrettanta puntualità che campioni e performance si costruiscono nelle società e centri sportivi che, in Italia, a differenza di tanti altri Paesi, sono gestiti da privati: è rilevante la differenza fra sport come diritto pubblico (vedi in Francia) e quello che non avviene in Italia.
Economia e Diritto allo Sport – Le posizioni di Berruto e del Senatore Barbaro, favorevoli all’inserimento dello Sport nella costituzione, o quella di Malagò sul necessario Ministero dello Sport, sono condivise da chi nello sport crede, investe e ne capisce il valore sociale e di mercato.
Si parla di ripresa economica sorprendente, scordandosi di un settore che è tragicamente fermo, lontanissimo da flussi e numeri pre covid. Giusto, non siamo degni di una dimensione economica, il che fa il paio con la non cultura sportiva del Paese e della politica: così siamo al quintultimo posto nell’UE per l’attività fisica giovanile e fanalino di coda per l’obesità infantile. Un costo socio-sanitario altissimo per chi mastica economia; ma lo sport nazionale eccelle, nonostante il movimento di base e la crescita dei nostri campioni dipendano da società no profit, in un Paese che scarica sul privato la promozione e lo sviluppo dello sport, abbandonandolo alle sue difficoltà.
Diluvia (troppo) sul bagnato – Noi, che finiamo in un calderone cui vengono assegnati 140 milioni che significano elemosine effimere, che sentiamo parlare di Recovery Fund di 1 miliardo quando il sistema impiantistico sportivo richiederebbe almeno otto volte tanto; noi che siamo iper limitati dal Green Pass (ne condividiamo l’utilità) e dalle regole che riducono la clientela al 40%-50%, che siamo stati tacciati di essere non essenziali e veicolo di contagio da una classe politica vergognosa e incompetente, che subiremo l’ulteriore danno per gli aumenti di energia, gas, materie prime, che dai club alla filiera non abbiamo avuto un sostegno significativo, che saremo schiacciati dalle tariffe insostenibili delle grandi catene straniere (70 euro/mese per tutta la famiglia); noi che abbiamo per- so fino al 35% dei collaboratori e che arranchiamo con la digitalizzazione…, dobbiamo concludere che l’unica possibilità per salvarsi è arrangiarsi.
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