L’ente più politico-partitico fra le istituzioni sportive, il cui operato viene apprezzato da diversi operatori, rivede i suoi vertici e sdoppia il ruolo di AD/presidente attualmente occupato da Vito Cozzoli
Ne dava evidenza la Gazzetta dello Sport il 22 aprile e abbiamo la conferma che Sport e Salute, anche per gli avvicendamenti governativi o per migliorare questo ente che ha reso un po’ meno autonomo lo Sport, sostituendo la CONI Servizi e affiancandosi al CONI con figure scelte dalla politica, nei prossimi due mesi aggiornerà la sua governance. Non solo nei nomi dei dirigenti, ma anche dividendo il ruolo di AD e presidente oggi ricoperto da Vito Cozzoli.

La novità normativa rientra nel decreto legge sulle assunzioni della Pubblica Amministrazione anche se a noi, come osservatori, sembra solo un modo per assegnare nuove poltrone (con costi aggiuntivi per la collettività) appannaggio dei rappresentanti partitici. Perché questo cambiamento abbia luogo, è necessario che il Dl diventi legge, il che deve avvenire entro i prossimi due mesi.
In pratica al vertice i due designati scelti dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Istruzione (una vera ingerenza politica, sperando che si scelga secondo competenze e non tessera partitica), si aggiungerà il soggetto indicato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. In sostanza il CdA passerà da 3 a 5 membri. Infatti, dalla Giunta CONI viene nominato il Segretario Generale Carlo Mornati, un rappresentante che contribuirà ad orientare la scelta dei contributi agli organismi sportivi.

ph CONI -ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Dal 2019 Sport e Salute gestisce la parte finanziaria dello sport nazionale, sostituendosi al CONI nelle assegnazioni delle risorse. Gestisce anche il Foro Italico e lo stadio Olimpico. Insomma, una nuova guida e presidio politico per un carrozzone potenziato. E’ noto che le relazioni fra CONI e Sport e Salute non siano mai state idilliache ed in passato lo stesso CIO intimò al governo italiano di preservare l’autonomia dello sport, garantita, secondo l’ente mondiale, solo dal CONI.
A suo tempo lo stesso Malagò manifestò una certa contrarietà per questa convivenza piuttosto forzata, con il pieno appoggio del presidente del CIO, Thomas Bach. Il cambiamento in atto ha spinto il presidente Malagò a dire che alla luce di questa novità normativo riportata dal Ministro dello Sport Andrea Abodi è auspicabile riconfermi la storica centralità del CONI, così come sembra voler stabilire il governo guidato da Giorgia Meloni: la primo ministroinfatti ha dato rassicurazioni in tal senso allo stesso Thomas Bach, recentemente venuto in Italia per verificare lo stato dell’arte dei lavori per l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina 2026.

Malagò era stato piuttosto risoluto lo scorso 28 gennaio, quando a Repubblica rilascio queste parole “Sport e Salute non dev’essere l’interlocutore del Coni e del CIP. Ma per quattro anni è stato così. La politica ha fatto esattamente l’opposto. Ho avuto solo Sport e Salute come interlocutore, sotto ogni punto di vista. Abbiamo subito pressioni e interferenze, perché glielo facevano fare. È stata completamente snaturata la logica dell’idea iniziale della governance“. In sintesi, una sottolineatura di Giovanni Malagò sulle relazioni (conflittuali) con Sport e Salute.
Ora vedremo come cambieranno i rapporti di forza fra CONI e Sport e Salute.
