Ottimo giro di boa 2022 per il gruppo spagnolo fra crescita di fatturato e riduzione delle perdite, con sguardo verso l’Italia, paese che, invece di sostenere il comparto come sta avvenendo in Spagna, lo penalizza pesantemente
Quanto avviene in Spagna può sorprendere noi italiani: diverse società ben strutturate ma indebitate, in terra iberica, grazie ad un sistema bancario premiante per chi si occupa di sport ed impianti in concessione, hanno comunque futuro ed investono, a beneficio del settore e della collettività.

A dare ulteriore forza agli attori del mercato di piscine e palestre, in Spagna sono ipotizzabili iniezioni finanziarie di fondi di investimento disposti a credere nel progetto e a finanziare molte operazioni che prevedono fasi di indebitamento anche pesante, ma con prospettive di recupero e crescita ben definite e finalizzate da parte del qualificato management delle medesime società.
Infatti, gruppi come Supera possono crescere e costruire un futuro di certezze e di ambiziosi traguardi, nonostante i debiti (e che debiti!).
In Italia, fra ICS e banche in generale molto penalizzanti, ed ancor più fondi di investimento che latitano e seguono settori all’apparenza più profittevoli, le società che gestiscono palestre e piscine, private o in concessione, non godono di alcuna soluzione per poter fronteggiare la crisi attuale o le grandi sfide imprenditoriali.

Lo sport è il futuro di un Paese: in Spagna, in UK ed in altre nazioni lo sanno e il sistema sostiene società e gruppi impegnati sul fronte dei servizi sportivi. In Italia, dove i provvedimenti anti covid sono stati deliberatamente più penalizzanti rispetto ad altri paesi, questo non avviene.
Con grandi responsabilità della politica e con le già evocate colpe del sistema bancario e dell’ICS in particolare. È infatti “singolare” che una banca pubblica che dovrebbe essere al servizio dello sport, l’ICS appunto, per erogare mutui e finanziamenti a società inevitabilmente indebitate, chieda garanzie personali ai legali rappresentanti, impedendo di fatto che le società sportive o di gestione possano accedere al credito. E c’è chi ne celebra il ruolo: sì di affamasport…
Venendo invece alle vicende della Spagna colpisce come il sistema nazionale protegga i settoristi (credibili) e, ancor più, società specializzate che investono nel comparto.

Supera, gruppo spagnolo che presto potrebbe esordire anche in Italia, con il Gruppo Sidecu che gestisce il marchio di piscine e palestre in concessione della stessa Supera, proprio in ragione di un sistema di sostegni e finanziario-bancario idonei e premianti, nel primo semestre ha raddoppiato i ricavi rispetto al 2021.
In pratica il fatturato a metà anno è di 19,3 milioni di euro contro i 9,7 milioni di giugno ‘21. Un bel segnale per un gruppo che, non più tardi della scorsa primavera, alla luce dei rincari energetici, chiuse le piscine per tre mesi in dieci dei suoi club.
Supera ha comunque adottato una politica attenta ai costi, anche perché l’emergenza non è finita, visto che, pur crescendo i ricavi, le perdite non sono azzerate: passano da 8,7 milioni di euro del 2021 a 3,9 milioni.

Il debito resta molto rilevante: si attesta ancora sui 95 milioni di euro. Sui numeri in rosso incidono prevedibilmente le spese di personale che pesano per 7,3 milioni di euro; altri costi operativi incidono per 7,7 milioni di euro, mentre l’aumento delle materie prime e di materiali di consumo arrivano a 3,2 milioni.
Nel 2021 il fatturato di Supera è stato di 24,2 milioni di euro, che è quasi la metà dei 45 milioni raggiunti nel 2019. Tuttavia, se al primo semestre ha chiuso a 19,7 milioni di euro, la ripresa sta prendendo consistenza ed è probabile che entro il 2022 Supera riavvicini i numeri del pre-covid.
A riconferma che, invece di strozzare un settore, se i sistemi bancario e nazionale credono in chi sa fare impresa nello sport, assicurando servizi fondamentali per la salute e la prevenzione dei cittadini, i risultati arrivano.

Fonte, per indicazioni su Supera, Palco23