Un impianto con un secolo di vita, regolarmente ammodernato e manutenuto, mantiene il suo splendore e la sua funzionalità anche per scelte non comuni in Italia (rivestimento in acciaio delle vasche) e puntando in modo crescente sulle energie rinnovabili
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Intervista pubblicata su Happy Aquatics & Wellness numero 3 (maggio/giugno)
Servizio indicato anche per Enti Locali/Territoriali
È il complesso storico di Bolzano, ammodernato nel corso degli anni confermandosi riferimento per tutta la cittadinanza, nonché il polo acquatico che ha assicurato all’Italia sportiva i più grandi campioni di tuffi. Il Lido di Bolzano, la cui gestione tecnologica è coordinata dall’ingegnere Georg Gschliesser in rappresentanza della proprietà (il Comune di Bolzano), è un esempio di come un impianto pubblico, gestito dal medesimo ente locale, possa essere un fiore all’occhiello grazie a scelte di prospettiva, altamente qualitative che assicurano alla cittadinanza impianti molto efficienti e manutenzioni misurate e meglio programmabili. Un segnale che anche il Pubblico può distinguersi nella valorizzazione piena degli impianti sportivi al servizio della collettività, senza che scadano mai servizi, sicurezza e qualità della struttura ospitante. Ne parliamo con David Kössler (DK)responsabile servizio sport del Comune di Bolzano e con l’ingegner Georg Gschliesser (GG), direttore dell’ufficio manutenzione degli edifici comunali.

Cosa rappresenta oggi il Lido per la città di Bolzano e per lo sport locale?
DK: “In estate il Lido diventa un vero e proprio punto di aggregazione, il bel prato e la posizione vicina al centro città permette ai cittadini di avere a portata di mano un’oasi -con un prato di più di 15.000 metri quadri – a due passi da casa. Per quanto riguarda lo sport nella nostra struttura estiva, si allenano due squadre di nuoto; per tutto l’anno, prevale tuttavia la tradizione legata ai tuffi.”
A proposito di tuffi, la famiglia Cagnotto (nessuno dimentica Dibiasi o la Dallapè) è l’icona sportiva di Bolzano e del paese. Che legame c’è con loro e che ruolo hanno nel percorso evolutivo dell’impianto?
DK: “I Cagnotto qui sono di casa: papà Giorgio ha iniziato a tuffarsi in queste piscine; fino a pochi anni fa si allenavano quasi tutti i giorni e noi di questo siamo molto orgogliosi. Abbiamo sempre cercato di garantire il massimo della collaborazione, come facciamo però con tutti fruitori. I Cagnotto hanno un ruolo importante nella città, ma noi cerchiamo di offrire gli stessi servizi a tutti”.
Una delle cose di cui andiamo fieri è di essere riusciti a tenere basse le tariffe: la giornaliera è di sei euro, la ridotta di quattro
Nonostante gli anni, il Lido ha mantenuto la sua freschezza e fruibilità: quali le scelte che hanno permesso questo processo virtuoso non frequente negli impianti pubblici nazionali?
DK: “Una delle cose di cui andiamo fieri è di essere riusciti a tenere basse le tariffe: la giornaliera è di sei euro, la ridotta di quattro. Non credo ci siano altre strutture che possano offrire gli stessi servizi allo stesso prezzo. E questo senza rinunciare agli investimenti: in questi anni abbiamo investito parecchio nella riqualificazione dell’impianto che resta all’avanguardia”.

Quanti ingressi si registrano in un anno?
DK: “I numeri delle ultime due stagioni ovviamente non sono rappresentativi perché abbiamo dovuto limitare gli accessi. Due anni fa, prima della pandemia, siamo arrivati a 160 mila entrate nel periodo estivo. Nell’estate appena trascorsa gli ingressi sono calati quasi della metà”.
Con questi flussi e per le sue dimensioni, quali sono le scelte che avete progressivamente maturato per manutenere al meglio l’impianto e contare su una struttura periodicamente aggiornata e riqualificata?
GG: “In una struttura come questa i lavori di manutenzione sono decisivi e c’è sempre qualcosa da fare. Uno degli interventi più importanti lo abbiamo fatto una ventina d’anni fa quando siamo passati dalle piastrelle all’acciaio per il rivestimento delle vasche.
Due anni fa, prima della pandemia, siamo arrivati a 160 mila entrate nel periodo estivo
Lo abbiamo fatto sulle tre vasche principali. La vasca interna aveva problemi di infiltrazione, non avessimo pensato a questa soluzione sarebbe stato necessario demolirla per poterla poi ricostruire. Rivestendo la vasca in acciaio siamo riusciti a ristrutturare la piscina in poco meno di tre mesi; in questo modo le infiltrazioni non sono più state un problema e abbiamo potuto garantire l’apertura della vasca al pubblico molto più rapidamente”.
Manutenzione: uno degli interventi più importanti lo abbiamo fatto una ventina d’anni fa, passando dalle piastrelle all’acciaio per il rivestimento delle vasche (intervento del gruppo Berndorf Baederbau)
La scelta dell’acciaio inox, in alternativa al più diffuso gres porcellanato, non è frequente in Italia, ancor più per vasche di grandi dimensioni come le vostre: è una scelta che ripaga e se sì con quali benefici?
GG: “E’ una scelta che rifarei subito, anche solo per il tempo e i soldi che si risparmiano sulla manutenzione ordinaria. Basti pensare che ogni anno in inverno le vasche esterne vengono prima riempite di acqua e poi coperte con un telone; in primavera quando si tira via la copertura e le vasche vengono svuotate, spessissimo si trovano dei piccoli danni alle piastrelle, che devono essere sostituite. Questo con le vasche in acciaio non è necessario, in primavera è facile svuotarle e per pulirle può bastare una idropulitrice”.

Disponete sia di vasche in inox che di vasche in gres (quelle ludiche per i bambini): notate altre differenze tra le due nella quotidiana attività di gestione e in quella di manutenzione?
DK: “Sì, per quanto riguarda l’aspetto igienico, che per noi è molto importante: le vasche in acciaio non solo sono molto più semplici da pulire, ma si riesce a pulirle molto meglio, garantendo una maggiore sicurezza”.
Per quanto riguarda l’aspetto ambientale stiamo valutando di ristrutturare l’impianto solare
Se dovesse elencare le scelte che sono decisive per il “buon governo” della piscina e la sua sostenibilità gestionale (anche in chiave ambientale, non solo finanziaria) può indicare quelle più premianti in ordine d’ importanza e di ricadute positive per il Lido di Bolzano?
DK: “In questi due anni di pandemia abbiamo incrementato ulteriormente il servizio di pulizie, cosa che è stata molto apprezzata dalla cittadinanza; investiamo molte energie nella formazione del personale che risulta preparato, gentile e accogliente”.
Dovesse essere anche affidata ad un esterno la gestione, comunque sarebbe il Comune a dettare le condizioni
GG: “Per quanto riguarda l’aspetto ambientale stiamo valutando di ristrutturare l’impianto solare che ci permetterebbe di abbassare i costi del riscaldamento sia dell’acqua che dell’area, oltre che a ridurre gli sprechi”.

La conduzione dell’impianto è a cura del Comune stesso: questa è una scelta destinata ad essere confermata nei prossimi anni e con quali accorgimenti, per essere certi del miglior risultato ad un costo commisurato e sostenibile?
GG: “Su questo aspetto stiamo facendo alcune valutazioni, il Comune ha diverse strutture che gestisce direttamente. In questi ultimi anni abbiamo visto come ci sia una generale tendenza a esternalizzare, ma questo è un complesso storico che negli anni è diventato punto di riferimento per i cittadini, quindi, dovesse essere anche affidata ad un esterno la gestione, comunque sarebbe il Comune a dettare le condizioni e ad imporre regole precise”.
Il complesso è sotto la tutela delle belle arti, essendo stato costruito negli anni 20 da architetti importanti del periodo del razionalismo
Quali i più importanti interventi strutturali e tecnologico-impiantistici negli ultimi 10 anni e quali prevedete saranno i prossimi lavori nel decennio in corso?
GG: “Uno degli interventi più importanti che abbiamo effettuato negli ultimi dieci anni è stato il rifacimento della vasca della piscina coperta, che, come le dicevo, abbiamo deciso di rivestire in acciaio; in generale facciamo di continuo degli interventi sugli impianti per migliorarli. Recentemente abbiamo cambiato tutti i filtri con una spesa che si avvicina ai trecentomila euro. Spesso gli interventi sono complessi, come quando abbiamo ristrutturato la zona estiva, perché il complesso è sotto la tutela delle belle arti, essendo stato costruito negli anni 20, in pieno fascismo, da architetti importanti del periodo del razionalismo”.

Le criticità maggiori che rileva in questo tipo di impianto dai volumi notevoli e poco attuali per l’impiantistica moderna e come le fronteggiate?
DK: “E’ vero, il complesso ha dimensioni importanti, in tutto circa 17mila metri quadri; all’esterno abbiamo due vasche da 50 metri, una delle quali è profonda quasi 5 metri e viene utilizzata anche per i tuffi; poi la vasca ricreativa, quella per i più piccini, quella coperta lunga 25metri da 8 corsie. Un complesso di tali dimensioni ha dei costi di gestione importanti, ma noi lavoriamo per prendere decisioni che possano abbassarli, come ad esempio la menzionata decisione di rivestire in acciaio le vasche che ci ha permesso di ridurre i costi di manutenzione”.

La piscina è ad uso promiscuo, pubblico e associazioni sportive hanno entrambi tre fasce garantite
Come vi regolate con le società sportive locali? E che importanza ha per voi la tradizione nei tuffi che consacra il Lido come la sede regina nazionale di questa disciplina?
DK: “La piscina è ad uso promiscuo, pubblico e associazioni sportive hanno entrambi tre fasce garantite. I costi sono contenuti anche per l’attività agonistica: 2 euro a corsia all’ora. Se le società organizzano corsi di nuoto il prezzo sale a 9 euro a corsia. Per quanto riguarda i tuffi siamo orgogliosi di essere definiti la casa dei tuffi”.

Come responsabile di questo complesso, quali sono i suoi obiettivi e quelli che avete stabilito con l’Amministrazione Comunale?
GG: “L’obiettivo resta sempre quello di fornire un buon servizio al cittadino; per il futuro stiamo pensando a come abbassare i costi di gestione, rendendola più efficiente e introducendo il fotovoltaico. Come comune gestiamo più di 160 edifici, cercando di allacciarli al teleriscaldamento.
Tornare alla normalità è il primo passo per poter ricominciare a progettare il meglio per il futuro
DK: “Dopo due anni di pandemia, mi auguro di poter tornare il più presto possibile alla normalità; di poter tornare ad offrire servizi come idromassaggio e scivolo; tornare alla normalità è il primo passo per poter ricominciare a progettare il meglio per il futuro”.
