Non sorprende, ma è significativo che uno dei Paesi “più” fitness d’Europa, registri meno iscritti complessivi rispetto al 2019. Sapendo che in Italia va peggio…
Nel 2021 gli abbonati ai fitness club britannici sono stati 9,9 milioni : numeri che corrispondono a quelli del 2018. Ma in calo rispetto al 2019. Anche il volume d’affari è sceso del 4,3% rispetto al 2020 attestandosi a 5,7 miliardi di euro.
Sono dati del 2021 che indica lo State of the Fitness Industry Report UK e divulgati da The Leisure Database Company.
La sintesi è che nel 2021 i dati sono simili a quelli del 2018, annullando di fatto le crescite importanti del 2019.

I dati negativi più significativi possiamo individuarli nei fallimenti e nelle chiusure. Tante, ma probabilmente meno di quanto è avvenuto e si sta verificando in Italia. Infatti le palestre britanniche totali oggi sono il 2,7% in meno rispetto al pre-pademia: per 631 che hanno chiuso, ne sono state aperte nell’ultimo biennio 455. Oggi sono censiti 7.063 club operativi.
Il vertice di The Leisure Database Company lamenta che è stato impossibile raccogliere tanti rilievi e dati per mancanza di collaborazione del settore stesso, poco disponibile a dare indicazioni. Un grosso limite, perché, in questa fase di crisi, avere il controllo dei dati ed informare i vertici istituzionali e la politica sarebbe stato importante per le rivendicazioni.
Una musica che conosciamo molto bene anche in Italia, dove osare dare un’indicazione precisa delle chiusure e del numero attuale di palestre, piscine e centri sportivi operativi è impresa impossibile.

La mancanza di dati, collegabili alla prevenzione e alla salute che durante due anni di pandemia sarebbero stati argomenti molto persuasivi per una considerazione diversa della fitness Industry, sono un autogol pesantissimo per le sorti del settore in UK.
Inutile dire che la stessa cosa vale per il nostro Paese, anche perché in Italia, oltre alla mancanza di dati, il settore viene affossato anche dall’indifferenza e dalle pesanti responsabilità della politica e di sedicenti esperti del sistema sanitario. L’unica soluzione per loro è sempre stata lockdown per un comparto non essenziale per la vita (e la salute) degli Italiani.

Fonte parziale Palco23