Dalla ricerca di Morgan Stanley sulle scelte dei consumatori a fine estate, su scala europea risulta che il 19% dei clienti ha ridotto la propria spesa per il fitness; ma altri settori se la passano peggio
Dall’ultima indagine di Morgan Stanley sugli orientamenti dei consumatori europei oggi particolarmente penalizzati dalla riduzione del potere d’acquisto e dai costi crescenti, sono diversi i settori che perderanno clienti.
Fra questi, anche le palestre: fra i clienti fidelizzati, in ragione dei tagli della spesa individuale in Italia, UK, Germania, Francia e Spagna un cliente su cinque decide di rinunciare ad andare in palestra.
Un dato negativo, ma migliore di quello registrato a fine primavera.

Fra coloro che ad oggi hanno preso questa decisione, il 69% lo ha fatto rinunciando del tutto alla palestra, mentre il 21% si è orientato su club il cui prezzo è più basso. Una scelta diffusa soprattutto per studenti e giovani.
Un problema culturale è anche l’interpretazione data da Morgan Stanley a questa ricerca: il fitness, invece che rientrare nella categoria afferente a salute e prevenzione, viene catalogato come attività ricreativa collegata a ristorazione, turismo, tour operator e hotel. Però il fitness, rispetto ai settori menzionati, resta piuttosto stabile, mentre i tagli di spesa saranno più importanti per gli altri comparti.
Meno entusiasmante appurare che il fitness tiene alla stregua del gioco d’azzardo: imbarazzante che ci sia un accostamento della palestra a quanto di più povero di valori possa essere associabile, il gioco d’azzardo, appunto…tutte attività ricreative!
Restando in ambito sportivo, pure gli eventi di grande richiamo sono in sofferenza con un calo di spesa del 38% che potrebbe presto arrivare al 40% se la situazione peggiorerà.

La scelta di tagliare è anche di ordine psicologico perché non attiene al ceto sociale. Le categorie di popolazione più abbienti sono orientate a ridurre la spesa: si parla di ben il 73%, pari al 14% in più rispetto alla ricerca di maggio.
Rispetto alle disponibilità finanziarie, in prospettiva solo il 20% della popolazione prevede un miglioramento, mentre il 43% considera di peggiorare la propria posizione.
Il pessimismo più marcato prevale fra i consumatori britannici (81%): tanti sono coloro che pronosticano un peggioramento della propria situazione, anche se fra gli europei è opinione comune (74%) che il quadro generale nei prossimi sei mesi sarà ulteriormente negativo.

Insomma, il breve periodo promette poco di buono, ma le palestre e lo sport potrebbero risentirne meno, anche se considerati con quella sufficienza inaccettabile per cui lo sport è associato ad attività ricreative cui appartengono anche le scommesse e attività similari.
Fonte Palco23